venerdì 22 febbraio 2008

Il commercio delle poltrone

In questi giorni nel PD si sta consumando una grande impostura sulla dabbenaggine degli italiani non solo di sinistra ma anche di destra. Dopo aver strombazzato ai quattro venti : “noi correremo da soli” ora sul suo carrozzone, dopo avere imbarcato lo sceriffo Di Pietro, l’Obama italiano (alias Veltroni) decide di imbarcare l’ala più radicale e ondivaga della sinistra che va sotto il nome di Partito Radicale. Queste le condizioni: nove seggi “sicuri”, un posto da ministro per la Bonino, una quota dei rimborsi elettorali.

Grande rispetto per i radicali le cui lotte per i diritti civili ante e post-sessantottine sono state a lungo il sale della nuova civiltà giuridica del nostro Paese, ma non per il radicalismo libertario ch’essi incarnano. In questa pattuglia di non violenti, estromesso Pannella, ci ritroviamo Sergio D’Elia ex dirigente di Prima Linea, attualmente segretario alla presidenza della Camera. Non tanto questa presenza che si presume “riabilitato” dopo 12 anni di galera per banda armata e concorso in omicidio, quanto per la sicura contrapposizione del gruppo dei teodem alla Binetti in seno alla componente DS, che sicuramente mal digeriranno i principi etici di cui i primi sono portatori.

Comunque vada a finire, la pattuglia dei radicali sarà una mina vagante nel prossimo Parlamento come lo è stata la sinistra antagonista con Prodi. Questa mossa scellerata è una arlecchinata insopportabile, peggio della precedente, perché è una iattura per lo stesso PD, ma ancor più lo è per il Paese che in questo momento, proprio non ne sentiva alcun il bisogno. …E pensare che a scuola ci avevano insegnato che la politica è una nobile missione!
Francesco

venerdì 15 febbraio 2008

Sull’ ABORTO: in difesa di Giuliano Ferrara

Non capisco perchè certuni, in molti siti web si schierano contro Ferrara, reo di volersi mettere in mostra ancora una volta dopo la campagna contro la pena di morte. A me pare che la sua posizioone sia di una coerenza cristallina, quando combatte per la vita.A parte i casi sporadici che nella nostra cultura fanno capo a violenza congenita di qualche soggetto maschio e anche femmina, mi permetto di ribadire che il Ferrara non merita tanto livore.

Capisco la generosità e l’enfasi che quancuno ci mette quando affronta la difesa delle donne e delle nostre tradizioni, ma da qui a leggere: “giù le mani dalle donne” è eccessivo.
Sappiamo tutti che è da quasi trent’anni che si denuncia la sua parziale inapplicazione; sappiamo bene che (come molte leggi finanche la Costituzione) le belle intenzioni sono restate in bella mostra solo sulla carta. Allora, (scevro da ogni pre-giudizio) per capire dove vuole andare a parare il Ferrara sono andato a riguardarmi la legge.

1° - all’art. 1 è premesso che la legge in argomento nasce per EVITARE CHE L’ABORTO SIA USATO AI FINI DELLA LIMITAZIONE DELLE NASCITE.
2° - al secondo articolo si legge che i CONSULTORI hanno la funzione di seguire la madre anche dopo la nascita: “I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche AIUTARE LA MATERNITA’ DIFFICILE DOPO LA NASCITA.
Per quanto ne sappia, presso i consultori non è mai stata chiamata alcuna associazione specifica. Eppure che ne sono a migliaia sul ns. territorio.

Non è vero che l’eventuale interruzione è tutta delegata alla volontà della donna; è l’articolo 5 a chiarirlo espressamente allorchè RCHIEDE IL GIUDIZIO CONGIUNTO PADRE-MADRE se proseguire o meno la gravidanza. Nello stesso tempo viene concesso alla coppia un congruo tempo (una settimana) per la decisione. Quando viene concessa? Solo ed unicamente nella circostanza di “gravi patologie del nascituro, solo quando possono DETERMINARE UN GRAVE PERICOLO PER LA SALUTE FISICA E PSICHICA DELLA DONNA” o in casi di “imminente pericolo per la stessa”; in tal caso “il medico deve adottare ogni misura idonea a “SALVAGUARDARE LA VITA DEL FETO”.

Ancora una volta è preminente la tutela della vita del nascituro che va comunque salvaguardata. A ribadire quanto sopra soccorre l’art.7 che prevede la reclusione fino a 3 anni qualora la donna non si attiene al dettato legislativo e fino a 4 per il terzo che incita all’aborto; 8 anni se quest’ultimo lo procuri direttamente.
A me non sembra che questa legge lasci la donna in balia dei suoi umori che proprio in questi momenti necessita di maggiori attenzioni.

Quindi a chi va l’accusa di inattuazione, se non allo Stato? E’ o non è questione di carenza culturale e di informazione imputabile allo Stato? Certamente in parte è anche dovuto all’insensibilità di certi mariti o di certi uomini, ma rifiuto l’idea che “questa tragedia megamondiale di cui le fosse sono piene di donne massacrate” siano attribuibili “all’arroganza e alla violenza maschile”. Non vi sono donne sante, come non vi sono uomini santi. Il marcio sta nella comunità mal gestita e mal educata da chi si arroga il diritto di giudarla.
Allora, chi non vuole che venga rimessa in discussione? Sono proprio le figlie o la “nipotine” di quei movimenti femministi degli anni 60-70 schierati contro lo stato borghese e capitalista, che brandendo ideologicamente questa legge, si saldano perfettamente col collettivismo autogestito, nuovo strumento ideologico escogitato dagli islamici.
Altra cosa è se il fine è quello di inficiare le basi di queste norme.

Francesco Pugliarello

Tag: Pubblicato in Giuliano Ferrara, aborto terapeutico, femminismo, femminismo sessantottino, strage degli innocenti

martedì 12 febbraio 2008

Bimbo di italiani rifiutato all'asilo per far posto ai figli degli immigrati clandestini

Rivolgiamo una calorosa raccomandazione al prossimo governo che tutti speriamo, sia del “Popolo della Libertà”.

E’ indispensabile che il prossimo Governo ed il Parlamento ridefiniscano puntualmente le regole sull’INTEGRAZIONE DEGLI EXTRACOMUNITARI, laddove in tutti gli Stati d’Europa è fallita (tranne che in Germania), partendo dai principii che le ispirano. Il problema, di cui al titolo, viene sollevato da Carlo Panella su l’Occidentale on-line di oggi, allorché il comune di Milano ha rifiutato l’iscrizione alla scuola materna ad un bambino italiano, figlio di italiani (sarà suo figlio o il suo nipotino poco importa), mentre viene concessa via libera ai figli degli immigrati clandestini… Fatto sta che questo bambino non potrà accedere in alcuna materna di Milano perché lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di quella città.

E’ la lampante conseguenza del vuoto normativo che governi ideologici ci hanno lasciato in eredità, concedendo così campo libero ai giudici dei Tribunali di decidere a loro piacimento, i quali a loro volta hanno per riferimento unicamente una direttiva europea, la “Convenzione dei diritti del fanciullo dell’Onu”. Si noti che la ratifica del Governo italiano è avvenuta solo ed unicamente relativamente all’abuso sessuale e allo sfruttamento sessuale (cfr.: Legge 11 marzo 2002 n. 46). Una follia normativa quella di delegare alle Amministrazioni comunali (senza alcuna cabina di regia, senza alcun riferimento normativo del Parlamento), sì da creare il caos tra gli 8.000 e passa Comuni che, come sappiamo, si stanno regolando a loro piacimento tanto che alcuni lo consentono ed altri no, là dove non vale per i figli degli italiani che ne godono solo dalle elementari in su.

Si badi bene, la circolare della Moratti non aveva affatto criteri fiscali, ma prevedeva totale discrezionalità alle scuole materne in attesa di regolarizzazione e che riguardava – salvo discrezionalità per ragioni umanitarie - solo e unicamente i bambini figli di clandestini non regolarizzabili. Come sempre, il vuoto normativo è stato prontamente riempito dalla magistratura che si è messa a legiferare, imponendo criteri tanto politically correct quanto dannosi.

Giustamente il Panella, molto civilmente, si domanda: come può il magistrato di Milano confondere l’enunciato di una Convenzione con una norma legislativa? E’ errore drammatico, di gravità eccezionale che avrà affetti sempre più dirompenti. L’Italia è ormai un paese a immigrazione forte e matura, "mentre la sinistra si balocca nella demente illusione che il problema vada affrontato regalando soldi e moschee a imam che si rifiutano persino di dare la mano a una donna". Una politica che ha fornito un “privilegio” di attenzione agli immigrati musulmani assolutamente immotivato rispetto agli immigrati cristiani o di altre fedi, che permette ai filo fondamentalisti e antisemiti dell’Ucoii di lucrare ampi profitti. Se questi sono i fatti, io con lui concludiamo che è l’ennesima tegola caduta sulla testa dell’infaticabile Berlusconi che dovrà prendere il dossier in mano e svilupparlo con urgenza sin dalla prossima legislatura.

Francesco Pugliarello

domenica 10 febbraio 2008

Handicap: la sfida dei "Ragazzi di Sipario"

– Un esempio che merita essere replicato -
La sfida lanciata appena tre mesi dall’apertura al pubblico del ristorante “I ragazzi di Sipario” a conti fatti pare stia vincendo. Il ristorante, esperienza unica in Italia, gestito da ragazzi con disabilità intellettiva e sensoriale che si chiama “I ragazzi di Sipario” ogni giorno fa il pienone. E’ situato nel cuore di Firenze, in quel borgo che nell’alto medioevo era fuori dalle mura. Il quartiere è noto per aver dato i natali a Vasco Pratolini dove, proprio in quell’antico quartiere, svolse per un certo tempo l’attività di cameriere di ristorante, divenendo poi famoso col romanzo “Le ragazze di San Frediano”.

Sarà il costo contenuto di un pranzo completo (10 euro), sarà la gioiosa atmosfera familiare che in esso si respira, fatto sta che il ristorante da 40 coperti già viaggia a pieno regime. In esso ci lavorano 17 ragazzi entusiasti di questa attività, coordinati da un “maitre” e da uno “chef” professionali. La brillante idea partorita dalla fervida mente di una famiglia, anch’essa colpita dello stesso “problema”, col sostegno della Cassa di Risparmio, ha lo scopo di avviare i ragazzi al mondo del lavoro, dando loro la meritata dignità di persone capaci. Quasi tutti provengono dalle scuole alberghiere o sono stagisti.

I ragazzi, animati da spirito di squadra e volontà di apprendere, accolgono i clienti del quartiere ma anche turisti, tanto che periodicamente i più dotati, seguono lezioni di inglese sul posto. Varcare la soglia del ristorante in via dei Serragli 104 per me ha significato entrare a contatto con un mondo in cui ogni disabilità è superata dai sorrisi e dall’impegno che questi giovani mettono nel loro lavoro.

In breve tempo questo “endroit” è diventato anche un luogo di aggregazione dove cordialità, calore umano, ambiente ospitale e convivialità rievocano il piacere di un tempo: quello di stare insieme, creando nuove possibilità di socialità legata al momento del pasto. Il progetto, secondo il presidente Marco Martelli Calvelli, ha un duplice scopo: rendere questi ragazzi protagonisti del proprio destino e mettere fine all’epoca dell’assistenzialismo dove il disabile è visto come soggetto passivo di solidarietà.

Il nobile fine che si propone una tale iniziativa, può rappresentare uno dei tanti esempi di imprenditorialità da poter essere replicata in ogni ambito del nostro Paese.

Francesco Pugliarello

sabato 9 febbraio 2008

Buttiglione smascherato a Matrix !

Ieri sera a Matrix non vi pare che era in forte difficoltà il perennemente tentennate grande filosofo Buttiglione?

Non vi pare che, colpo dopo colpo il duo Bondi-Larussa, supportati da G.Luigi Paragone e dal sornione “el mitraglia” son riusciti a smascherare il piano tattico del presidente dell’UDC che avrebbe preteso intascare il premio di maggioranza per poi decidere come e quando sostenere la coalizione di berlusconi? Non parliamo poi del farfugliamento di Sorgi, grande editorialista de La Stampa, azzittito più volte da Paragone…

Non vi pare che il doppio gioco, tattica da prima repubblica in cui ciascuno decideva dopo le elezioni con chi accorparsi per poi ricattarlo, sia stato sconfitto? Forse sta per compiersi il “grande sogno” di Berlusconi” e di milioni di italiani, qualcosa sta cambiando, almeno nel linguaggio!

Avrete osservato il volto corrucciato di Buttiglione, via via che scorreva il tempo, ai “colpi inferti” dai due primi personaggi che se lo cucinavano ben bene.
Alla fine, davanti alle telecamere, dopo aver sparato la palla che da solo (l’UDC) avrebbe ottenuto ”almeno il 10%”, ha dovuto cedere le armi dichiarando, vedremo, domani in riunione di partito, forse decideremo di accettare di entrare nel partoto del PdL, ma “a condizione che venga salvaguardata la ns. identità”!
Non vi pare ridicolo e racattatorio tutto questo? Per me un tal partito Berlusconi non dovrebbe re-imbarcarlo!

Attenti a quel "...NUOVO"

Ma il Walterone (alias er nutella) non è il segratario di quel partito "...nuovo" che va sotto la sigla di PD? alla cui presidenza c'è quel certo Romano Prodi annientato dall'immondizzia della Campania dopo appena 18 mesi di non-governo?

Non è forse quello che senza ancora una tessera di giornalista professionista (presa due anni dopo) fu mandato a dirigere il quotidiano dei comunisti italiani al tempo di MANI PULITE?

Non è quello che contese la poltrona di Sindaco al suo caro compagno di banco alle medie Antonio Tajani?

Non è forse quello che l'anno scorso srisse la prefazione al libro di Barack Obama (oggi candidato a presidente USA), "L'audacia della speranza"?

Non è quel signore che si autodefinisce ateo e poi allega i Vangeli ad un numero de L'Unità?

Non è quel signore che appena annusò la possibilità, offerta da Prodi, di siccedergli a Palazzo Chigi si precipitò a far visita alle tombe di Don Milani e di don Giussani, notoriamente anticomunisti? come opportunisticamente fece quel noto ateo-anarco-socialista che nel 1921, per ingraziarsi la Chiesa, prima della marcia su Roma andò a farsi battezzare gettando fumo negli occhi del popolo ignorante dell'epoca?

Spero che gli Italiani si ricordino di questi piccoli particolari e non vogliano cadere dalla padella alla brace di un bifronte neo-togliattismo dal volto "...nuovo"!

venerdì 8 febbraio 2008

La follia che cela una immane tragedia...

L’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ritiene che sia “inevitabile” introdurre nel sistema giuridico britannico alcuni aspetti della Sharia, la legge islamica.
Un giudizio che pesera’ in un dibattito piu’ che attuale -sia in Gran Bretagna, dove i musulmani sono circa 1,8 milioni, sia all’estero- sulla tolleranza religiosa e sul dialogo tra le diverse fedi monoteistiche.
Il leader spirituale della Chiesa Anglicana, di cui e’ capo la regina Elisabetta II, ha sottolineato che le leggi britanniche hanno gia’ recepito istanze di altre confessioni ed e’ quindi opportuno “un adeguamento costruttivo” della sharia in materie come il diritto di famiglia e materie finanziarie. “Alcuni aspetti della Sharia sono riconosciute nella nostra societa’ e nelle nostre leggi, quindi non stiamo parlando di una cosa aliena ne’ di un sistema antagonista”.
Il prelato ha tuttavia sottolineato che “nessuna persona assennata puo’ pensare che in Gran Bretagna si assista a quel genere di disumanita’ spesso associato con l’applicazione della legge islamica in alcuni Paesi musulmani, come la pena capitale e l’atteggiamento verso le donne”, ha detto l’arcivescovo. Ma recepire la Sharia non deve significare in alcun modo prevaricare “i diritti garantiti… a tutti i cittadini”.
Nell’opinione pubblica britannica questo tema tocca un nervo scoperto, soprattutto dopo gli attentati suicidi di luglio del 2005 a Londra. Nei giorni scorsi il vescovo anglicano di Rochester, Michael Nazir-Ali, segnalo’ alla polizia di avere ricevuto minacce di morte per un articolo a sua firma, in cui affermava che gli integralisti islamici hanno trasformato alcune aree del Paese in zone interdette ai non musulmani. (L’articolo è stato pubblicato sul Telegraph qui http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2008/02/07/nwilliams207.xml&CMP=ILC-mostviewedbox
e qui: http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2008/02/03/nislam103.xml

Certamente che questa notizia “ha il sapore della follia, se non fosse che cela una tragedia immane”.
Stiamo tornando indietro di almeno un secolo. Un secolo che venne riassunto al tempo della nostra gioventù, quando si inneggiava ai “valori” dell’oriente, a Mao, a Ho Chi Min, e si deprecava, da imbecilli, l’occidente imperialista-capitalista spazzando via tutti i suoi valori migliori. Purtroppo certi sessantottini arlecchineschi sono duri a morire.
Ditemi voi se questi signori in doppio petto o in abito talare non siano quelli che un tempo indossavano scarponcini ed eskimo e che oggi, dall’alto delle loro cariche conquistate col 18-a-maggioranza, pretendono di continuare a pontificare come quando arringavano nelle aule degli atenei incitando alla violenza contro tutti gli autoritarismi?
Ancor più grave è sentire certi prelati, lacchè opportunisti infatuati alla “scuola” del cardinal Martini, sognare ancora la teologia della liberazione, quella che doveva “abbattere” i ducetti dell’america latina.
Ditemi voi se non sono i “figli” contraddittori,irrequieti e superficiali di quella famosa Scuola di Francoforte (antagonista di tutto per preconcetto), infatuata dall’”Uomo a una dimensione” del Marcuse?
Ditemi voi se il dilagare del malcostume nel pensiero e nelle azioni non è figlio di quella parte più oltranzista di quella turbolenta fase della nostra giovinezza? Dopo aver distrutto ogni radice, imbecilli, cercano la “salvezza” alle loro malefatte in una religione repressiva e autoritaria, come quella islamica.
Per quanto riguarda l’Inghilterra e la religione anglicana, non dimentichiamo che è a Cambridge e in tutte le altre università gestite prevalentemente dal potere anglicano, bigotto e codino, che scoppiarono le prime contraddizioni sessantottine che oggi l’Europa sta scontando.
Ebbene cosa fare? Forse, quanto prima la storia si ripeterà: “Dovremo entrare nei “Palazzi del potere” e prenderli tutti per le orecchie e accompagnarli a calci nel culo fino a che riusciremo a buttarli a mare“?, altra scelta non vedo.

mercoledì 6 febbraio 2008

Era il tempo degli "angeli del ciclostile"

MEMORIE DI UN EX SESSANTOTTINO (Parte prima)

Dal blog di francoazzurro (136) - Giovedì, 7 Febbraio 2008 - 12:08am
Ricorre quest’anno il quarantennio di quello che è passato nell’opinione pubblica come la “sbornia” di una turbolenta fase della nostra storia, nota come contestazione a tutti gli autoritarismi, che ben presto si sviluppò in azioni di massa, trasformando alle radici i comportamenti ed i linguaggi sociali.
A me che nell’autunno di quel fatidico 1968 ero studente-lavoratore, la prima cosa che viene in mente è la lunga occupazione dell’ateneo che mi costrinse a ritardare di un anno la discussione della tesi. Ma il tempo, si sa, sana i fatti sgradevoli per lasciar riaffiorare i momenti più significativi. A ricordarmelo è stato il gioioso corteo delle centomila “contro la violenza sulle donne” del 24 novembre scorso a Roma quando, a margine di quella kermesse, con visibile emozione la Dacia Maraini sussurra in TV che “era dagli anni 70 che non si vedeva una bella manifestazione di questo tipo…”. Così mi è riapparso il vecchio ciclostile sistemato nell’atrio dell’ateneo attorno al quale a gruppi, rigorosamente in eskimo e scarponcini, a turno, predisponevamo “l’arma segreta dell’agitazione” in migliaia di volantini da distribuire nelle “piazze”. Questo compito meramente esecutivo, lo affidammo alle donne: le eroine del ’68 che coralmente chiamammo “gli angeli del ciclostile”. Ai piani superiori si tenevano assemblee fiume in cui si parlava dell’universo mondo: passi ripresi a memoria da alcuni testi della scuola di Francoforte e dell’idolo del momento, Herbert Marcuse, in cui si metteva sotto accusa la società. Ricordo la retorica di quelle frasi smozzicate, infarcite da centinaia di “cioè”, espresse con maniacale veemenza che incitavano alla violenza, alla prevaricazione, alla conquista del mondo, della femmina, della strada, della libertà. Un puro esercizio dialettico, spesso patetico e inconcludente, dal sapore squadristico (come giustamente ricorda Vincenzo Bugliani), contro le strutture sociali dei decenni precedenti che purtroppo, secondo molti osservatori, si serviva delle rielaborazioni culturali ottocentesche, prive di nuove proposte politiche.
A tanti come il sottoscritto però interessava l’esame, entrare nel mondo del lavoro, affermarsi, scoprire la propria identità, trovare un equilibrio nel rapporto con chi dell’altro sesso volesse condividere l’”ansia” adolescenziale. Si capì subito che il retropensiero degli arringatori di turno era farsi notare dalle compagne per una “captatio-benevolentiae”, quella che la Maraini, a distanza di quarant’anni, sbagliando, stigmatizza come il portato di una “cultura che abbinava amore con possesso”. Fuori, sotto le finestre dell’università, le mattine seguenti si potevano rinvenire i simboli delle notti d’amore trascorse dai compagni asserragliati all’interno dell’ateneo. In realtà, inizialmente, per molti di noi era questo lo scopo del movimento, dove “fare movimento”, veniva percepito come “fare all’amore”. In quel tripudio giovanile scoprimmo che la donna era allo stesso tempo Angelo e Demonio e l’equilibrio interiore si poteva ritrovare unicamente nell’armonia dei contrasti.
Oggi però i termini “equilibrio” e “identità” a molti non piacciono, soprattutto a coloro che di quel periodo hanno assorbito la mentalità del pensiero debole, secondo cui “non bisogna parlare né di identità dell’io o del soggetto umano, né di identità italiana, né di identità europea o di identità occidentale, né di identità cristiana, né di qualsivoglia identità”, cosicché di quelle esperienze rimangono la presunta superiorità culturale di una sinistra nostalgica e di un femminismo esasperato che, appiattito su istanze antagoniste, ha ridotto la sua immagine a mero oggetto di seduzione. Ciò che ancor più attirava era il fascino del collettivo, dell’autogestione, dove mettersi in gioco rappresentava una palestra estremamente gratificante. Ben presto anche questo sogno svanì per far posto a ideologie avulse dalla realtà quotidiana, finendo per allontanare i giovani di buonsenso (manzoniano del termine). In Europa si capì molto prima che in Italia che il cosiddetto sessantotto sarebbe stato all’origine di molti mali, come il dilagare del relativismo etico e il terzomondismo opportunista. Ma tant’è.
Qual è dunque l’eredita che raccogliamo di quel movimento? Tra le tante cose positive possiamo annoverare maggiori garanzie, più libertà di criticare il potere, più lealtà nei comportamenti interpersonali e tra i sessi, maggiore attenzione per gli “ultimi”, ma assieme a queste conquiste il lascito peggiore sono i fantasmi del passato, sintetizzati da Lidia Ravera, (testimone diretta con il compianto Marco Lombardo Radice nel famoso libello “Porci con le ali” scritto a poco meno di due lustri da quel ’68) allorché in “La festa è finita” , Mondatori 2002, la stessa Ravera giudica quel periodo il momento più esaltante della nostra esistenza, ma che “col tempo, nel tentativo di scardinare la “struttura”, ha travolto anche quelle che i comunisti chiamano le “sovrastrutture” (i secolari valori del Vecchio Continente), finendo pertanto per essere una grande trappola”. E con essi sono riapparsi i “vecchi rottami” al riparo della lugubre ombra dell’integralismo islamico: estremo rifugio di tutte le ideologie dell’odio e della massificazione.

Francesco Pugliarello

sabato 2 febbraio 2008

Cari concittadini, rinfreschiamoci la memoria

Come vedete, questo post lo pubblicai domenica 17 giugno 2007, oggi che siamo lì lì per tornare al voto, ritengo utile rinfrescare la memoria oltre che a me stesso a chi ancora è indeciso sul come e chi votare. Ovviamente, consideratemi pure di parte, ma quanto recensito in questo post è frutto di fatti inoppugnabili.

E' QUESTO IL GOVERNO CHE CI MERITIAMO? (cioè, che ci siamo meritati?)

La pubblicazione delle intercettazioni telefoniche tra Fassino, D’Alema, Consorte, Ricucci ha portato lo scompiglio in una Unione già allo sbando dopo la sconfitta alle elezioni ed il caso Visco-Speciale. Dal punto di vista politico quelle telefonate dimostrano con chiarezza almeno due cose: a) La sedicente e autoproclamata superiorità e diversità morale degli eredi di Berlinguer è una favola, buona solo per imbonire i militanti;
b) Sono i DS il vero partito-azienda, come dimostra l’intreccio di politica e affari tra partito, Unipol, cooperative, ecc. che ancora una volta viene confermato da questa vicenda;E' tempo del "redde-rationem": il gruppo finanziario che sta intorno al ’Corriere della sera’ ha puntato con i suoi giornali sul centrosinistra; ne e’ rimasto deluso e ora cerca di delegittimare l’intero schieramento politico semplicemente per sbarrare la strada a un eventuale ritorno di Berlusconi; ricordare Montezemolo ed il suo "proclama elettorale". Ormai si gioca a carte scoperte. Tutti se ne sono accorti, solo solita accolita di coglioni non l'ha capito o forse finge di non capirlo, visto che gli italiani non son poi tanto sprovveduti: furbi si, ma non fessi. A Napoli si dice: "faccio o' fess pe nu gghi a 'uerra" (fo il fesso per non andare in guerra).Ma dura minga.

Già in Europa il vento ha cominciato a cambiare direzione: vedi Francia, Belgio e Finlandia, ed anche Germania..."Repetita iuvant", sono soltanto le ultime baracconate, per non dire pagliacciate di questi sessantottini da strapazzo:

1° L’Italia rischia seriamente di perdere un MILIARDO DI EUROdi finanziamenti europei per i ritardi nella progettazione del tracciato, dopo le proteste dei comitati NO TAV della Val di Susa, spalleggiati dalla solita sinistra radicale...

2° Inqualificabile l'episodio in piazza Monte-Citorio. Il governo di Romano Prodi, uno dei più deboli della storia repubblicana, ha trovato modo di sfoggiare la forza facendo disperdere, con le maniere dure, gruppi di PENSIONATI che protestavano per i loro assegni da fame. Ha usato, cioè, quella forza che, per precise disposizioni politiche, non aveva impiegato contro i no global e i “disobbedienti” che sabato scorso attaccavano e insultavano in tutti i modi le forze dell’ordine.

3° Sbugiardati sul caso VISCO-SPECIALE. "Messo in cassaforte il voto in Senato, salvata la pelle del governo, si scopre – per l’ennesima volta – che la maggioranza ha fatto il gioco delle tre carte, grazie alla complice collaborazione di Marini, nascondendo in termini ufficiali ciò che tutti sapevano": la Corte dei Conti ha bocciato la nomina del generale Cosimo D’Arrigo a comandante Generale della Guardia di Finanza, in sostituzione del generale Roberto Speciale. Che, in termini più chiari, vuol dire una pessima figura del governo, accusato di aver cacciato in modo irregolare, senza motivazione, il Generale Speciale.

4° Sbugiardati sulle TASSE, Padoa Schioppa confessa: “La pressione fiscale ha raggiunto in Italia livelli elevati”. Ora auspica una diminuzione delle tasse: “Sarà necessario ridurre progressivamente le aliquote legali di prelievo”. Parole rubate agli eventi, alla critica dei governatori del Nord (“Sul fisco si rischia la rivolta”), alle relazioni di Montezemolo e di Draghi che mal si adattano a chi ha prodotto, firmato e difeso una finanziaria “lacrime e sangue”.

5° Sulle INTERCETTAZIONI telefoniche. Sinistra garantista a giorni alterni. Vorrei richiamare alla memoria il comportamento duo Fassino-D'Alema "quando l’orologio del tribunale di Milano che ticchettava nel taschino di Saverio Borrelli suonò mentre a Napoli era in corso il G8 presieduto da Berlusconi. All’epoca il Cavaliere, neo presidente del consiglio, subì, e con lui il Paese, l’umiliazione di un avviso di garanzia consegnato davanti ai leader del mondo".

6° La SERIETA'PROFESSIONALE CALPESTATA sotto i piedi. Pier Luigi Magnaschi, direttore dell’Agenzia di Stampa Ansa (già alquanto vicina alla sinistra)viene licenziato in trronco per aver diramato, il 16 Luglio dell’anno scorso, un dispaccio in cui si affermava che "tutti i vertici del comando regionale della Guardia di Finanza in Lombardia sono stati azzerati in relazione alla vicenda delle intercettazioni telefoniche sul caso Unipol". Per il momento mi fermo qua, tanto infierire su quelle facce di... bronzo è solo tempo perso. Oltretutto sai quante ancora ce ne saranno? Vedrete, cari compagni.

Francesco Pugliarello

Kamikaze Down, ORRORE E INCREDULITA’

Perché tra i tanti storpi e handicappati che questi infami governi con la loro politica repressiva e misogina hanno prodotto, preferiscono usare persone Down? Perché nessuno accetta più di suicidarsi per la loro infame causa terrorista? No, assolutamente no, non è così, perché stanno pescando tra coloro che non torcerebbero una zampa ad una mosca, tra coloro che chiedono ed offrono amore in questo mondo di infami, tra coloro che non conoscendo odio e rancore verso alcuno, possono fare il loro gioco.
Per la nostra mentalità plasmata da una fede e da una cultura diametralmente opposte alla loro, è un debito che dobbiamo al rispetto all’essere umano, specie quando trattasi degli “ultimi”, perché è da essi che traiamo la linfa vitale e pertanto ci procura orrore e non poco, quando degli ignari ragazzi o ragazze vengono usati come carne da macello per occultare le nostre debolezze umane. Perciò l’odio verso questi esseri fragili e indifesi è odio contro sé stessi, contro l’incapacità di reagire ai soprusi perpetrati nei secoli contro la stessa razza umana. Non oso più chiamarli bestie coloro che usano persone Down per il proprio tornaconto, ma LARVE UMANE, peggio dei nazisti che, almeno torturavano senza procurare stragi di innocenti sulle pubbliche piazze.
Non ci posso credere. Una signora musulmana dell’Arabia Saudita, sociologicamente preparata, tempo fa mi confidava che proprio le persone affette da sindrome di Down ( o trisomia 21) nei paesi musulmani vengono considerate addirittura “un’icona, perché esseri innamorati della vita” e mi testimoniava che proprio verso questi soggetti il popolo arabo-musulmano ha una grande venerazione, non foss’altro che per la tenerezza che suscitano in chi li avvicina, tanto che, nella loro cultura sono protetti e considerati “saggi”, ovviamente “la tipica saggezza di chi vive lontano… dalle bassezze umane”.

Se risulta al vero quanto mi testimoniava questa signora, ora attendo la reazione della gente di fede musulmana, non solo di Magdi Allam che ha stigmatizzato questa atrocità oggi al TG1. Se ciò non avverrà, sarà per me ancor più fondata la convinzione che il musulmano, a qualunque nazionalità appartenga è un popolo di gente pericolosa e ipocrita.

Francesco Pugliarello