domenica 20 aprile 2008

L’ultimo regalo di Prodi: 123 nomine (a spese nostre)

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Interrogazione al ministro dell’Interno Giuliano Amato
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Quando un governo è sfiduciato dalla Camere, si dice che è dimissionato. E i suoi compiti si limitano all’ordinaria amministrazione. Talmente ordinaria - nel caso del Mortadella -, che quest’ultimo non ha resistito a lasciarci un ultimo regalino. In puro stile Casta-famelica, infatti, l’ex presidente del Partito democratico ha pensato di fare alcune nomine, prima di lasciare Palazzo Chigi. Pur non avendone i poteri (probabilmente).
Sicché ha rinnovato 123 consulenze. Così come pure ha provveduto - con il benestare di Massimo D’Alema - a promuovere 26 consiglieri di ambasciata, elevandoli al rango di ministri plenipotenziari. Insomma, prima di sollevare le chiappe dalla cadrega: ha garantito un consistente stipendio a qualche amico. A spese nostre, s’intende!

Neanche il ministro dell’Interno Giuliano Amato è stato con le mani in mano. Il 27 gennaio u.s. ha presentato una serie di trasferimenti e di promozioni a prefetti di dirigenti di P.S. Infine ADN Kronos ci notizia che lo stesso Amato ieri ha proceduto all’"Investitura" Luca Riccardi di Sant'Egidio alla direzione generale dell'OIM all'Unione Europea.

Secondo me un governo dimissionario non avrebbe alcun titolo per designare personaggi a posti di rilevanza internazionale come quello della senza la previa consultazione con il neoeletto premier Silvio Berlusconi prima di prendere decisioni del genere.
Ci ripensi signor ministro Amato.
Chiedo a chi è più esperto: ma questi casi rientrano nell’ordinaria amministrazione?

PS: alla faccia di tutti quelle persone che sostengono che solo Berlusconi fa i suoi interessi….
MORTADELLA cosa ha fatto e cosa sta facendo?

francesco.pugliarello

giovedì 17 aprile 2008

Perché la vittoria del ‘Popolo della Libertà’ è un evento epocale

Sento il piacere di rivivere una nuova svolta epocale nel sistema politico. Vedo questa vittoria del PDL come una sorta di un nuovo sessantotto rovesciato. E' la vittoria del bipartitismo, voluto e sanzionato dal popolo che riporta a pieno titolo il nostro Paese a livello dei maggiori Paesi del mondo civile. Il bipolarismo aveva prodotto coalizioni deboli e alleanze innaturali come innaturali erano le proposte di matrimoni alla zapatero.

La scomparsa dei comunisti e dei socialisti dal Parlamento italiano rientra nelle profezie di quel priore di campagna che, ricorderete ho già citato in altre occasioni allorché nel lontano 1967, prossimo alla fine della sua vita terrena, paragonò il comunismo alle serpi che “strisciano e speculano tra le innumerevoli miserie della terra… ma non vanno lontani…” che va sotto il nome di don Lorenzo Milani.

Conseguenza prevedibile dovuta all'equivoca politica di una classe dirigente che ostinatamente si aggrappava ad una finta falce e martello che aveva fatto il suo tempo, mentre il popolo andava maturando la vendetta che la storia aveva da tempo decretato. Essi potranno risollevarsi dalla cocente sconfitta (ce lo auguriamo tutti)solo se saranno in grado di ricostruire un progetto fondato sulla onestà intellettuale, altrimenti rimarranno accerchiati tra l’autonomismo nordista bossiano e quello sudista di Lombardo.

Se possiamo trarre una morale dalla vittoria del Popolo della Libertà, come al liceo ci insegnavano le favole di Fedro, potremmo affermare che l’opinione pubblica punisce chi pubblicamente disprezza e demonizza l’avversario politico considerandolo un nemico: è quanto la sinistra aveva elaborato nel rancore, costruendo la sua fortuna sulla mitologia del ricco da annientare.

Francesco Pugliarello

giovedì 3 aprile 2008

"...VOTO A RISCHIO PER COLPA DI BERLUSCONI" ?...

Almeno il partito comunista era sorretto da un’ideologia. Il “nuovo” PD manco ha più quello, è pericoloso nel suo genere e arrogante nei fatti. In questi giorni di campagna elettorale sta esprimendo il meglio di quanto covava nel suo assetto genetico: il sordo livore verso chi la pensa diversamente, riuscendo ad esprime quel sottile senso dell’equivoco buono a gabbare i soliti gonzi.

Veniamo all’ultimo episodio fresco di giornata. Il quotidiano più mestatore e sfacciato presente nel panorama dei media nazionali, controllato dalla coalizione che fa capo a quel signore che ne fu il direttore negli anni novanta, in piena campagna elettorale spara in prima a caratteri di scatola a tutta pagina questo titolo: “VOTO A RISCHIO PER COLPA DI BERLUSCONI”. La per là, pensando ad un errore o magari ad una data vecchia, vado nell’occhiello e, sotto il titolone trovo la sintesi della motivazione che, collegata al titolo, lascia intendere questo: siccome la DC di Pizza è alleata alla CDL, Berlusconi deve aver suggerito a Pinza di creare tutto l’ambaradan per ritardare le elezioni…Roba da stramazzare dalle risate se non fosse per la carognata. Ma tant’è.
Sui tavoli delle case del popolo, dellle SMS, nelle bacheche delle piazze e nei bar della Toscana, dell’EmiliaRomagna e di tutto il centro Italia è questo il titolo che deve campeggiare e, per chi non l’avesse capito, anche questa volta… “piove Berlusconi ladro”, per la goduria del popolo dei gonzi.

Caro lettore, non devi sapere altro, ti basta questo per scompisciarti e convincerti chi è il nemico da battere. Tanto si sa, il vecchietto o il labil-vedente mica andranno a spulciare tutto il pastone interno!Tanto basta per farti godere. Mica vanno a realizzare che è il Viminale a giudicare quale lista è da bocciare o da convalidare per le elezioni; mica si preoccupano di capire chi è colui che in commissione ha deciso di estromettere la lista di Pinza, magari perché si confondeva con quella del genero del grande palazzinaro d’Italia… questo sì che lo sanno chi è. Questa è l’italietta, questo è il popolo che lo vota. Questa è l’Italia che riemerge dalle macerie del muro di Berlino.

Poi vado su L’Unità.it e navigando alla ricerca del pezzo, appare un viso stralunato occhialuto che mi dice: “600 euro l’anno X tre milioni di famiglie“…, ma l’articolo col titolone impresso sul cartaceo non appare, non esiste. Come mai? Sarà una svista? Macchè, la solita furbizia dei lorsignori; essa non ha limiti. Con un pò d’intuito e un pizzico di raziocinio si può capire il perché di questa “svista”…
E’ difficile combattere con chi è affetto da infantilismo fin quando prevarrà l’ignoranza. Lorsignori mi danno l’impressione dei bambini che, quando giocano, ne vengono totalmente coinvolti da dimenticare ciò che li circonda al punto di convincersi e di convincere il compagno di giochi che quello che sta dicendo e facendo sia la realtà, il resto non conta. Berlusconi, uomo lucido e di carattere, ironizza: “Il problema è che loro si prendono sul serio, mentre noi siamo autoironici; loro si rovinano la giornata fin dal mattino quando si fanno la barba e si guardano allo specchio…

mercoledì 2 aprile 2008

I musulmani moderati, testa di ponte per l’islam in Occidente?

La maggioranza dei musulmani sono “moderati”, come dire che a rigor di logica non sono buoni musulmani. In realtà non è così. Ambiguità e opportunismo alberga nel variegato mondo islamico tale da farlo sentire terrorizzato al solo pensiero di dover reagire, imponendosi l’autodistruzione (martirio) in nome di in dio invisibile e lontano. I loro idoli, imposti con pressioni fisiche e morali sin dalla nascita, sono i versetti coranici che Maometto fece redigere a Medina, al tempo dell’egira: scritti di un profeta politico in armi.Più si approfondisce la prassi fondamentalista islamica, più emerge il volto di una comunità di fedeli fragili, contraddittori e affetti da vittimismo, protesi all’arroccamento sul panteon della mistificazione della realtà. Ma “l’islam è pace…”. E’ la frase che echeggia da un minareto all’altro, lanciata dai rifugi di Al-Qaeda e dal “Grande Fratello” del Qatar, Yusuf al Qaradawi. Questa frase, pronunciata da chi incita alla rivolta contro gli “infedeli”, è poco credibile, ma è molto diffusa nel mondo occidentale per timore della forte reazione anti-islamica(Samir Khalil).

Significative le condanne dei Consigli dei Musulmani presenti in Europa contro gli attentati di Londra e di Madrid. Quale seguito esse hanno avuto? Nessuno! Il recente coro di condanne sul cortometraggio dell’olandese Geert Wilders, “Fitna”, che riprende alcuni squarci delle stragi perpetrate dai loro fondamentalisti, peraltro incredibilmente criticato dal segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki moon e dall’Unione Eropea, sono cadute nel vuoto. Perché? Christopher Dickey, editorialista dello statunitense Newsweek, sull’onda di queste critiche, in un articolo destinato a far discutere, ci risponde che gli esempi di moderazione provengono dall’interno dell’islam che punta sul dialogo anziché sullo scontro di civiltà, lasciando chiaramente intendere la scarsa responsabilità di molti cristiani che, con la spettacolarizzazione della conversione di Magdi Allam, troverebbero comodo soffiare sul fuoco dell’odio reciproco anziché “ricercare le perdute ragioni del dialogo interreligioso”. Il governo Turco che ha deciso di “sostenere una lettura modernizzante del Libro Sacro”; il re saudita Abdullah al Saud ha fatto “rimuovere migliaia di mullah radicali”, e il Libano, finanche l’Ayatollah Fadlallah, noto “teologo” di Hezbollah, invita i fedeli a rispondere alle “aggressioni occidentalicon mezzi squisitamente legali”. Qui in Occidente se v’è qualche voce musulmana che condanna il fondamentalismo, viene subito perseguita con minacce di morte. E’ il caso della somala Ayaam Hirsi Ali che scrisse la sceneggiatura di “Submission”, dello scrittore Shaker al Nabulsi e di tantissimi altri. Strano mondo quello della politica filo-islamica che, malgrado certi timidi segnali distensivi, c’è sempre qualche personaggio nostrano a soffiare sul fuoco.

Ma di quale dialogo si parla. Di quello invocato dal Vaticano o di quello chiesto dai 138 saggi musulmani che, come il dotto Tarik Ramadan, scambiano l’Antico Testamento per Vangelo a seconda della lingua in cui diffondono il loro invito al dialogo? L’ultima a non aver capito l’aria che tira è Afef Jnifen Tronchetti Provera. Nel suo “Allam incita all’odio” (La Stampa 28.03.2008) piuttosto che accusare di insipienza e di latitanza i nostri vertici politici che sbarrano il passo all’incontro culturale e religioso tra i due mondi, preferisce accusare Magdi C.Allam per la sua libera scelta di convertirsi al cattolicesimo e non condanna pubblicamente chi questo tanto scongiurato dialogo lo manipola gettando nella disperazione intere comunità, seminando terrore e panico in “casa” propria ed in “casa” altrui. La signora sa bene, ma anche Christopher Dickey sa che la Chiesa è fatta di persone che vivono nella polis - nella città degli uomini - e che ogni giorno contribuiscono con le proprie scelte, con le parole e le azioni a migliorarla.

Essi non sanno o meglio non vogliono sapere che i migliori affabulatori nonché dissimulatori sono inviati in Occidente dalla “dawa” islamica, proprio per creare problemi ai correligionari ivi residenti. Così per l’uso del “velo” quale strumento di rivendicazione politica distintiva; così per l’apertura di macellerie e di ristoranti di carne “halal”, peraltro non prescritti nel Corano ma dalle nimerose “fatwe” emesse dai dottori della legge; così per le pressanti richieste di edificazioni di luoghi di culto; così per le cliniche ostetriche nelle quali si vieta di usare disinfettanti a base di alcool, ecc. Sappiamo che il fondamentalismo islamico è né più né meno che un progetto politico che abusa della religione per fiaccare l’avversario dall’interno delle sue istituzioni al fine di riconquistare il califfato perso nella notte dei secoli, il cui primo rivale è nel suo seno e che per combatterlo occorre fermezza, quella fermezza che certi musulmani, sedicenti moderati, temono di affermare!
Francesco Pugliarello