venerdì 26 marzo 2010

IL RITORNO DI PEPPONE E DON CAMILLO?

Chi non ricorda le infinite diatribe uscite dalla fervida penna del Guerrazzi tra Peppone e don Camillo che negli anni cinquanta si contendevano il potere sui propri concittadini di Brescello? Tali mi sembrano il sornione Bersani e il Presidente Berlusconi in questo scorcio di campagna elettorale, con una non piccola differenza: i “colpi bassi” che segnano un imbarbarimento della vita politica.

Leggendo i giornali o guardando la televisione sarà sicuramente rimasto sconcertato del malcostume diffuso che è echeggiato in tutta la sua evidenza; avrà preso atto della pochezza di ideali e di programmi da basso impero, contrapposti alla ricchezza di idee e di valori di un tempo; avrà pensato alla riesumazione della centralità del partito contro quella del singolo cittadino; alla sfrontatezza tutta emiliana contrapposta alla laboriosità lombarda: esempi che solo chi non vuol vedere non riesce a capire quale posta si sta giocando in questi giorni nel nostro Paese.

Se alla fine sono scesi in campo finanche la Cei ed il Vaticano in difesa dei valori antropologici, quella Chiesa che fino ad oggi era rimasta silente, qualche motivo dovrà pur esserci…

mercoledì 24 marzo 2010

COMPETIZIONE REGIONALE ANOMALA SENZA LA PRESENZA DI ALCUNE LISTE

Elezioni poco democratiche

di Francesco Pugliarello
Firenze


Una volta i radicali erano i difensori della democrazia,
ora sono fautori della cavillocrazia per impedire
al partito avversario di esprimersi. Parole di
un ex ministro di sinistra come Francesco Forte. Ma quel che più
sorprende è il segretario del maggior partito di opposizione
che corre al carro dei radicali vestendo anch'egli la casacca
del Robespierre della democrazia: quel Bersani che ai tempi
della recente crociata contro i crocifissi dichiarò che “…a
Strasburgo la sostanza doveva prevalere sulla forma”. In
questa vicenda delle liste, quale che sia la verità sull'esclusione
del Pdl in provincia di Roma, ciò che sconcerta è il
comportamento tartufesco dell'intera coalizione di sinistra
che vorrebbe camuffare la volontà di andare al potere senza
intralci come fece Mussolini nel 1925. Ci sarà sicuramente
qualcuno di buon senso che si sarà posto la seguente domanda:
può in democrazia una coalizione, che gode nel
vedere escluso da una competizione un avversario, essere
politicamente legittimata a governare, dopo che per pochi
minuti di ritardo ha inscenato una gazzarra nel tentativo di
impedire il rivale di presentare le liste in sede preelettorale?

DA E-polis – Il Firenze 15.03.2010 pag.6

venerdì 12 marzo 2010

LA SINSITRA COSIDDETTA MODERATA A CORRENTE ALTERNATA

“Una volta i radicali erano difensori della democrazia, ora sono fautori della cavillocrazia per impedire al partito avversario di esprimersi". Parole di un ex ministro di sinistra come Francesco Forte.

Quel che più sorprendente è il segretario del maggior partito di opposizione che corre al carro dei radicali vestendo anch’egli la casacca del Robespierre della democrazia: quel Bersani che ai tempi della recente crociata contro i crocefissi, dichiarò che “a Strasburgo la sostanza doveva prevalere sulla forma”! In questa vicenda delle liste elettorali, quale che sia la verità sull’esclusione del PDL in provincia di Roma, ciò che sconcerta è il comportamento tartufesco dell’intera coalizione di sinistra che vorrebbe camuffare la volontà di andare al potere senza intralci, come fece Mussolini nel 1925.

Ci sarà sicuramente qualcuno di buon senso che si sarà posta la seguente domanda: può in democrazia una coalizione, che gode nel veder escluso da una competizione elettorale l’avversario, essere politicamente legittimata a governare una provincia, dopo che per pochi minuti di ritardo ha inscenato una gazzarra nel tentativo di impedire al rivale di presentare le liste in sede preelettorale?

Francesco Pugliarello