lunedì 18 maggio 2009

Firenze chiede l’Esercito contro il degrado

UNA PROPOSTA AI CANDIDATI SINDACI: SI AI SOLDATI ARMATI DI SOLI RADIOTELEFONINI

E’ dall’indomani dell’insediamento del Governo Berlusconi che ci si arrovella sul come affrontare il problema della sicurezza e del degrado nelle nostre comunità urbane. Scartate le “ronde” dal sapore padano, le ipotesi oscillano tra i pattugliamenti di volontari e l’impiego della forza pubblica. La prima ipotesi è da respingere perché sottopone i cittadini al ricatto della delinquenza comune; la seconda renderebbe l’Italia uno Stato di polizia. Proprio un anno fa di questi tempi sostenni pubblicamente, con notevoli consensi, la pratica di una terza via che va nella direzione proposta dal ministro della difesa Ignazio La Russa che consiste nell’impiego dell’esercito disarmato. Questa ipotesi venne accolta dallo stato maggiore della difesa nella persona del generale Vincenzo Camporini il quale si disse ”disponibile” a mettere i suoi uomini “al servizio della Patria”. Ritengo questa una proposta di buon senso, capace di trovare un giusto equilibrio alle divergenti posizioni espresse dagli aspiranti alla guida di Palazzo Vecchio. Perché non raccoglierla? Essa andrebbe poi presentata al Prefetto perché autorizzi il pattugliamento di giovani soldati, armati di soli radiotelefoni collegati alle centrali delle forze dell’ordine, non per intervenire ma per segnalare. Un deterrente significativo per la divisa che indossano ed un impegno civile per le migliaia di giovani assunti annualmente. Sono certo che questa soluzione riceverebbe il plauso del cittadino che negli anni novanta apprezzò i risultati dell’operazione “vespri siciliani”. Questa applicazione renderebbe più significativa la loro scelta di servizio alla Patria e un’occasione gratificante di vero impegno civile dal momento che, a detta loro, “si tediano” nel fare gli attendenti ai loro superiori o le guardianìe che servono solo all’autoreferenzialità del corpo. Il costo dell’operazione sarebbe zero.

Francesco Pugliarello
da: Il Giornale della Toscana del 17.maggio.2009