lunedì 1 giugno 2009

E ADESSO COME LA METTIAMO "signora Maraini" ?

Non è mio costume trattare di gossip ma, visto che l’”affaire” Berlusconi/Veronica/Noemi ha preso la piega di un caso di alta politica (sperando che la magistratura faccia al più presto il suo corso) con la vergognosa campagna Repubblica-Espresso-Franceschini, non posso rinunciare a confermare la mia solidarietà al nostro premier che ancora una volta, in questo scorcio di campagna elettorale, viene preso di mira dalla stampa internazionale con pretese moralizzanti, presumibilmente pilotata dalle opposizioni presenti in certe Commissioni di Bruxelles. Non è la prima volta che una certa stampa estera mostra il suo volto becero e frivolo nei confronti dell’Italia. Oggi attaccando l’italiano più potente, nel 2006 Papa Benedetto XVI quando a Ratisbona si “scagliò” contro l’islam fondamentalista. Ho il sospetto che quotidiani come l’anglicano Times e il madrileno El Pais, epigoni del comunista Liberation, accomunati nel diffondere falso moralismo e relativismo (tutti al soldo arabo), siano sulla stessa lunghezza d’onda, diametralmente opposta alla cristianissima Italia. E’ un losco grumo di interessi, tesi a demonizzare l’avversario ritenuto un nemico da abbattere con la calunnia.

La lettera di solidarietà a Veronica Lario pubblicata il 27 maggio sul Corriere delle Sera dalla nobildonna e scrittrice Dacia Maraini, mi offre il destro per provare la strumentalità di cui certi personaggi che, dall’alto della loro “cattedra”, usano vicende private altrui per rilanciare certe ideologie tarde a tramontare e che hanno a lungo inquinato la convivenza civile nel nostro Paese.
La lodevole solidarietà espressa dalla scrittrice a Veronica scade in una rabbiosa intolleranza verso il genere femminile che, almeno tra le giovani generazioni, è pressoché inesistente. La lettera traspira un inusitato veleno contro il maschio, reo di usare e abusare della donna. A suo dire, i quotidiani controllati dal marito puzzerebbero di una nuova forma di misoginia, fatta di una “falsa ammirazione per le bellezze femminili che nasconde aggressività e disprezzo”.

Sull’onda del livore marainiano, fuori dai denti, potremmo cominciare a domandarci perché le donne si sentono oggetto di conquista? Non sarà che siano proprio certe rampanti di “buona famiglia” le artefici di questo costume quando, mostrando spudoratamente la loro intimità, bramano visibilità per conquistarsi fette di mercato presso chi detiene il potere? Peccato che la lettera esordisce col compatire la “povera Veronica, donna sola e abbandonata”. Evidentemente la Maraini non conosceva certi antefatti, svelati il giorno dopo dalla Santanchè sul quotidiano Libero. In un impeto di amore per la verità o forse anch’essa attratta dal fascino di Berlusconi (?), cui poche donne fanno mistero, l’onorevole Daniela Santanchè afferma che Veronica da tempo si affianca a un 47enne, il signor Alberto Orlando, responsabile della sicurezza a Villa San Martino e “con lui condivide progetti, interessi e vacanze”. Fatto di cui lo stesso Berlusconi conferma e che, per ragioni di privacy, avrebbe preferito non fossero resi pubblici. Secondo la leader del Movimento per l’Italia, "Il Premier non ha sfasciato nessuna famiglia, ha tentato di tutto per tenerla in piedi.

Se non ricordo male la stessa Santanchè tempo fa, riferendosi a Berlusconi, non alludeva ad un certo maschilismo berlusconiano parlando di “concezione orizzontale della donna” e infiocchettando l’affermazione da un eloquente “Silvio, non te la do”? Strano mondo quello dei politici nostrani. Scagli la prima pietra chi è senza peccato…

Ma andiamo avanti, vediamo più compiutamente cosa riferisce l'onorevole, colpita sulla strada di Damasco.
Per il principio di riservatezza, Berlusconi, diversamente da tutti i capi di Governo, avrebbe rinunciato ad avere al suo fianco la sua donna; avrebbe accettato che l’Italia non avesse una first lady e mettendo da parte il suo orgoglio di uomo, avrebbe pensato principalmente ai figli, ai nipotini e alla importante carica che ricopre. Sempre secondo la Santanchè, il Berlusca con la moglie avrebbe fatto un patto: “Andiamo avanti, non sfasciamo tutto”. In buona sostanza ha fatto quello che pochi uomini avrebbero il coraggio di fare. “Cosa gli sarebbe costato divorziare e rifarsi una famiglia?” Non sarebbe il primo caso: Sarkozy docet.
Il buon senso comune insegna che il torto non è mai da una sola parte.

Nonostante al premier sia apparsa come una pugnalata alle spalle, ancora una volta ha dimostrato un fair-play ed una signorilità anche da Vespa quando, incalzato sulla domanda cosa pensa della sua signora, ha ribadito “sono cose private, non ne parlo in pubblico”. Secondo “La Stampa” la notizia l’avrebbe ricevuta al rientro a Villa San Martino, all'una di notte dalla televisione, mentre i telegiornali annunciavano la richiesta di divorzio avanzata da sua moglie Veronica. Dice niente tutto questo alla Maraini che va vaneggiando un maschilismo d’altri tempi? Non è certo una bella storia. Ma tant’è. Alla luce di questi fatti, per i quali l'unica smentita (peraltro da provare) proviene dal supposto amante, sarebbe interessante, conoscere il parere della signora Maraini.

Francesco Pugliarello

L'"affaire" Berlusconi/Veronica, chi ha ragione la Maraini o la Santanchè?

Non è mio costume interessarmi di gossip, ma, visto che l’”affaire” Berlusconi/Veronica/Noemi è diventando un caso di alta politica (sperando che la magistratura faccia il suo corso), non posso rinunciare a confermare la mia solidarietà al nostro premier che ancora una volta, in uno scorcio di campagna elettorale, con l’intento di essere disarcionato dalla alta carica istituzionale, viene preso di mira dalla stampa internazionale, molto probabilmente pilotata dalle opposizioni, non solo nazionali.
La lettera di solidarietà a Veronica Lario pubblicata il 27 maggio sul Corriere delle Sera dalla nobildonna e scrittrice Dacia Maraini, mi offre il destro per provare la strumentalità di cui certi personaggi che dall’alto della loro “cattedra”, usano certe vicende per riaffermare certe ideologie tarde a tramontare e che hanno a lungo inquinato la convivenza civile di questo Paese. La lodevole solidarietà espressa dalla scrittrice a Veronica si è trasformata in una rabbiosa intolleranza verso il genere femminile che, almeno tra le giovani generazioni, è pressoché inesistente. La lettera traspira un inusitato veleno contro il maschio, reo di usare la donna a proprio piacimento.

A suo dire, i quotidiani controllati dal marito, puzzerebbero di una nuova forma di misoginia, fatta di una “falsa ammirazione per le bellezze femminili che nasconde aggressività e disprezzo”.
Sull’onda del livore marainiano, fuori dai denti, potremmo cominciare a domandarci come mai le donne si sentono oggetto di conquista? Non sarà che siano proprio certe rampanti di “buona famiglia” le artefici di questo costume quando, mostrando spudoratamente la loro intimità, bramano visibilità per conquistarsi una fetta di mercato da chi detiene il potere? Peccato che la lettera esordisce col compatire la “povera Veronica, donna sola e abbandonata”. Evidentemente la Maraini non conosceva certi antefatti, svelati il giorno successivo dalla Santanchè su Libero. In un impeto di amore per la verità o forse anch’essa attratta dal fascino di Berlusconi, di cui poche donne fanno mistero, Daniela Santanchè afferma che Veronica da tempo si affianca ad un 47enne, il signor Alberto Orlando, responsabile della sicurezza a Villa San Martino e “con lui condivide progetti, interessi e vacanze”. Fatto di cui lo stesso Berlusconi conferma e che per ragioni di pivacya vrebbe preferito non fossero rese pubblici. Secondo la leader del Movimento per l’Italia, "Il Premier non ha sfasciato nessuna famiglia, ha tentato di tutto per tenerla in piedi.” Se non ricordo male la stessa santanchè tempo fa, riferendosi a Berlusconi, non alludeva ad un certo maschilismo berlusconiano parlando di “concezione orizzontale della donna” e infiocchettando l’affermazione da un eloquente “Silvio, non te la do”? Strano mondo quello dei politici nostrani. Scagli la prima pietra chi è senza peccato…

Ma andiamo avanti, vediamo cosa dice la Santanchè. Per il principio di riservatezza dichiarato dalla moglie, Berlusconi, diversamente da tutti i capi di Governo, avrebbe rinunciato ad avere al suo fianco la sua donna; avrebbe accettato che l’Italia non avesse una first lady e mettendo da parte il suo orgoglio di uomo, avrebbe pensato principalmente ai figli, ai nipotini e alla importante carica che ricopre. Sempre secondo la Santanchè, il Berlusca con la moglie avrebbe fatto un patto: “Andiamo avanti, non sfasciamo tutto”. In buona sostanza ha fatto quello che pochi uomini avrebbero il coraggio di fare. “Cosa gli sarebbe costato divorziare e rifarsi una famiglia?” Non sarebbe il primo caso: Sarkozy docet. Il buon senso comune insegna che il torto è sempre al 50%. Nonostante al premier sia apparsa come una pugnalata alle spalle, ancora una volta ha dimostrato un fair-play ed una signorilità anche da Vespa quando, incalzato sulla domanda cosa pensa della sua signora ha ribadito “sono cose private, non ne parlo in pubblico”. Secondo “La Stampa” la notizia l’avrebbe ricevuta al rientro a Villa San Martino, all'una di notte dalla televisione, mentre i telegiornali annunciavano la richiesta di divorzio avanzata da sua moglie Veronica.” Dicono niente questi fatti alla Maraini che va vaneggiando un maschilismo d’altri tempi? Non è certo una bella storia questa. Ma tant’è.
Alla luce dei nuovi fatti, che peraltro non hanno ricevuto smentite, sarebbe interessante, conoscere il parere della signora Maraini.

Francesco Pugliarello