domenica 10 febbraio 2008

Handicap: la sfida dei "Ragazzi di Sipario"

– Un esempio che merita essere replicato -
La sfida lanciata appena tre mesi dall’apertura al pubblico del ristorante “I ragazzi di Sipario” a conti fatti pare stia vincendo. Il ristorante, esperienza unica in Italia, gestito da ragazzi con disabilità intellettiva e sensoriale che si chiama “I ragazzi di Sipario” ogni giorno fa il pienone. E’ situato nel cuore di Firenze, in quel borgo che nell’alto medioevo era fuori dalle mura. Il quartiere è noto per aver dato i natali a Vasco Pratolini dove, proprio in quell’antico quartiere, svolse per un certo tempo l’attività di cameriere di ristorante, divenendo poi famoso col romanzo “Le ragazze di San Frediano”.

Sarà il costo contenuto di un pranzo completo (10 euro), sarà la gioiosa atmosfera familiare che in esso si respira, fatto sta che il ristorante da 40 coperti già viaggia a pieno regime. In esso ci lavorano 17 ragazzi entusiasti di questa attività, coordinati da un “maitre” e da uno “chef” professionali. La brillante idea partorita dalla fervida mente di una famiglia, anch’essa colpita dello stesso “problema”, col sostegno della Cassa di Risparmio, ha lo scopo di avviare i ragazzi al mondo del lavoro, dando loro la meritata dignità di persone capaci. Quasi tutti provengono dalle scuole alberghiere o sono stagisti.

I ragazzi, animati da spirito di squadra e volontà di apprendere, accolgono i clienti del quartiere ma anche turisti, tanto che periodicamente i più dotati, seguono lezioni di inglese sul posto. Varcare la soglia del ristorante in via dei Serragli 104 per me ha significato entrare a contatto con un mondo in cui ogni disabilità è superata dai sorrisi e dall’impegno che questi giovani mettono nel loro lavoro.

In breve tempo questo “endroit” è diventato anche un luogo di aggregazione dove cordialità, calore umano, ambiente ospitale e convivialità rievocano il piacere di un tempo: quello di stare insieme, creando nuove possibilità di socialità legata al momento del pasto. Il progetto, secondo il presidente Marco Martelli Calvelli, ha un duplice scopo: rendere questi ragazzi protagonisti del proprio destino e mettere fine all’epoca dell’assistenzialismo dove il disabile è visto come soggetto passivo di solidarietà.

Il nobile fine che si propone una tale iniziativa, può rappresentare uno dei tanti esempi di imprenditorialità da poter essere replicata in ogni ambito del nostro Paese.

Francesco Pugliarello

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