lunedì 30 aprile 2007

lo zapaterismo di matrice ateo-socialisteggiante che imperversa in Europa

Da più parti viene riconoscito che i gesti scellerati, di invasati o meno che siano, indirizzati a intimidire il capo della CEI, Bagnasco, hanno il preciso scopo di colpire al cuore gli Italiani legati alle proprie radici culturali. Anche se non si vuole enfatizzare, nella speranza che sia opera di alcuni mitomani, incombe la necessità di far luce su questi fatti .
Significa colpire la rinascita della fede nel nostro Paese che si è intravista, sebbene ancora timidamente, già in occasione del referendum sulla procreazione assistita in cui si è scoperto che la maggioranza del nostro popolo, pur se riluttante ad approfondire le ragioni di quelle problematiche, ha dimostrato di essere con la Chiesa. In quell’occasione, l’altissima astensione ed il 90% dei voti contro la legge 40 (varata l’anno precedente) rappresento un chiaro segnale di risveglio dei valori, peraltro riconosciuto dagli stessi i antiabrogazionisti. Gli stessi antireferendari, da veri laici come Capezzone e Borselli, riconobbero la necessità di un ripensamento sul sentimento degli italiani.
E’ una vecchia storia quella dell’ostracismo alla Chiesa che affonda le sue radici in una cultura ideologica pregiudiziale che risale ai moti del ‘68 e che periodicamente riaffiora nel nostro Paese. L'obiettivo è l'annientamento di tutto ciò che è considerato un ostacolo alla instaurazione sulla terra di un’utopia feroce dura a morire, che prende le mosse da un non ben precisato antipapismo giacobino che ha imperversato per tutto il secolo scorso: la banalizzazione di tutto ciò che è borghese unitamente a tutto ciò che è capitalistico e globalizzato. Eppure qulle sommosse che scossero il mondo erano guidate dai figli della borghesia. I “figli minori” di costoro, sentendosi culturalmente sempre più spiazzati, perché inascoltati, incapaci di accettare la realtà, si rifugiano nell’estremizzazione, affidandosi alla forza della violenza. Per costoro, quello che conta non è cosa pensa il popolo, ma distruggere chi la pensa diversamente da loro. Parallelamente all’assottigliarsi di questa ideologia, cresce in Italia il numero delle persone che hanno compreso che la Chiesa non si muove, come un tempo ormai lontanissimo, per basso calcolo politico, ma per ideali forti, ideali che serpeggiano nel nostro tessuto sociale.
L’analisi del fenomeno, come accennavo andrebbe estesa ai cosiddetti “cattivi maestri” che dall’alto delle cattedre contestano alla Chiesa il diritto di “fare il Suo mestiere”. Probabilmente temono un ritorno al potere temporale che la storia e il diritto hanno definitivamente sotterrato relegando il Suo magistero ad impartirlo verbalmente lasciando libere le coscienze di accettarlo o meno.
Chiusi nel loro sapere certi laicisti esasperati non s’accorgono di non saper più dare risposte ai grandi interrogativi sul mistero della vita che emergono nelle nuove generazioni; o forse si accorgono e per questo ripiegano verso più facili scorciatoie: quelle di chiedere la statalizzazione dei matrimoni omosessuali e la manipolazione genetica. Ma “i nostri laicisti” libertari, non si sono sempre detti “nemici dello Stato ficcanaso”? La verità secondo il professor Ruggero Guarini è che “la cultura laicista non sa più dare nessuna risposta seria”.
La riprova la prediamo dalla patria del liberalismo, tanto cara ai relativisti nostrani (Gran Bretagna) che di recente ha approvato una legge sull’obbligo dell’affidamento dei piccoli alle coppie di fatto ed a quelle omosessuali che ne facciano richiesta, esautorando di fatto le agenzie cattoliche da quel compito. Ciò a seguito del varo dei "Civil Partnerships", in vigore da 5 dicembre 2005, noti come l'equivalente dei matrimoni per i gay: Legge che viene aspramente contestata dagli ebrei e finanche dai musulmani che, sulle coppie omosessuali hanno le stesse idee.
Questo è lo zapaterismo di matrice ateo-socialisteggiante che imperversa in Europa ed in alcuni Paesi dove la presenza cattolica è meno efficace.

sabato 28 aprile 2007

Smascherata per l'ennesima volta la fucina del relativismo in Europa

Strana ed insopportabile la burocrazia presente a Strasburgo divenuta fin dal suo insediamento la fucina del laicismo sessantottino.
Nel tentativo di far passare nell’opinione pubblica il matrimonio gay come una cosa assolutamente naturale, un gruppo di eurodeputati del Pse, capeggiati da alcuni ineffabili rappresentanti della sinistra radicale nostrana ha tentato di inserire nell'ambito di un documento sull'«omofobia» alcune incredibili deformazioni del pensiero del presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco. Nel documento presentato alla Presidenza si prevedeva un’esplicita condanna rivolta al presidente della CEI in cui veniva accusato di aver “comparato il progetto di legge, che conferisce diritti alle coppie omosessuali (DiCo), a una licenza a commettere atti di incesto e di pedofilia”. Un atto gravissimo che avrebbe avallato certe intemperanze già manifestatesi nei giorni precedenti sui muri di alcune città dando la stura alla demonizzazione della Chiesa cattolica che nei fatti difende la natura umana in ogni suo aspetto.
E’ l'ennesima manovra incosciente riconducibile alle solite lobby, quelle per le quali ogni mezzo e ogni terreno è utile pur di alimentare l'offensiva anti-religiosa e laicista che da tempo pervade e corrode la nostra identità europea.
Vista la pesante opposizione ricevuta in casa propria, gli autori, che ormai tutti conisciamo, verdi e rifondazione, hanno pensato bene di baipassare il nostro Parlamento precipitandosi in quella tribuna laicista e covo della produzione del relativismo. Il tentativo di creare attriti con la Chiesa, e l’appeasement con Hezbollah, manifestano chiaramente l’insofferenza verso la presenza del Vaticano e dello Stato ebraico: religioni millenarie che difendono la natura umana. I verdi non amano l’ambiente umano e naturale che li circonda, come li ama la Chiesa; essi assieme al PSE amano controllarli, mantenerli nel sottosviluppo. Al pari di rifondazione, il giacobinismo sessantottino, di cui si sono abbeverati, è teso a cancellare certe verità storiche che impediscono la diffusione della loro mistica consistente nel totale controllo sociale, un po’ come in certe scuole inglesi dove si cancellano dai programmi crociate ed olocausto. Questi signori che guidano la censura a Bagnasco, sono gli stessi che nascondono le tele dalla sala di accoglienza dei dignitari stranieri al Parlamento italiano per non offendere chi apertamente predica il nostro annientamento. Accecati dalla paura di perdere la poltrona, attingendo consensi tra le persone non informate o prevenute, essi non si avvedono del danno che provocano all’Europa ed alla civile convivenza.

venerdì 27 aprile 2007

I recenti allarmi mediatici: speriamo si risolvano in un grande boomerang

In questi giorni notizie sconcertanti stanno piovendo sulle nostre teste come macigni. Un intreccio di notizie allarmanti che hanno il sapore di terrorismo psicologico, da disturbare non poco i sonni tranquilli degli italiani.
Per brevità elenco quelle trasmesse in maniera martellante prevalentemente dalle T.V. di Stato (TG1 in testa) che, credo si siano materializzate anche nelle vostre case.
Oggi ricevo un accorato invito da parte dell’ENI (colosso multinazionale del petrolio) a passare dalla fornitura di energia elettrica dall’Enel all’Eni con relativi regalini di ben-accoglienza che prevedono pieni di carburante, una lampadina a basso consumo e quant’altro di allettante, oltre ad un basso costo di utilizzo. Contemporaneamente sento per televisione che la Russia sta per far arrivare sulle coste mediterranee il suo greggio prelevato dalla Siberia mediante una “pipe-line” di oltre 500 chilometri che attraverserà l’intera Turchia. Il tutto a “basso costo”: lo conferma il presidente dell’ENI. Ottimo tempismo pubblicitario, vi pare? Nello stesso T.G. viene segnalato il ricatto di Putin ai Paesi Occidentali il quale invoca il blocco dell’installazione di intercettori antimissili in Europa, minacciando gli USA di interrompere la moratoria sul riarmo nucleare sottoscritta nel 1991 e modificatoa nel 1999. Questo mentre le deboli sanzioni ONU non riescono a fermare Ahmadinejad dal dotarsi, come la Corea di Kim Il Sung, di armi di distruzione di massa. La notizia è correlata alla minaccia di possibili black-out nella prossima estate causati della carenza di acqua negli invasi per la siccità dei fiumi (Po in testa) dovuti alla scarsezza di piogge di questo inverno. Il che significa il relativo vertiginoso aumento dei prezzi al consumo. Tradotto in soldini potrebbe significare, abbandonate l'ENEL passate all’ENI perchè vi promettiamo "enegia elettrica per 365 giorni l'anno".
Tornando a Putin, forte del fatto di essere passato al primo posto tra i produttori di petrolio e quindi grande acquisitore di petrodollari, si prende l'ardire di denunciare ingerenze dei Paesi occidentali negli affari interni russi, dimenticando di essere, come noi, sottoposto al ricatto dei “paesi canaglia” (vedi Cecenia).
In questo marasma di notizie correlate, piove il disegno di legge sulla “immigrazione e il lavoro” che fa da contraltare al recente varo della nuova bozza della “Carta dei Valori”. Il decreto viene da più parti giustamente definito “criminoso”, “criminogeno”, ”eversivo” ed “antiitaliano” perché vorrebbe regolarizzare indiscriminatamente almeno 1300 immigrati le cui domande a suo tempo per ovvie ragioni, furono rigettate da una Commissione giudicatrice creata ad hoc pèrchè "non riconosciuti come autentici rifugiati politici". Un "atto umanitario" che, considerata la fragilità strutturale del nostro Paese, sicuramente alimenterà razzismo-all'-inverso e atti intimidatori a danno di intere comunità locali.
"...la "Carta" è un atto significativo d’integrazione, nuovo e originale, in un’ epoca in cui il multiculturalismo inglese e l’assimilazionismo francese hanno evidenziato chiaramente i loro limiti", risponde in prima "L'Unità"!
Ma la prima avvisaglia ieri a Genova ai danni di un ragazzino bastonato da alcuni coetanei di origine albanese perchè aveva osato criticare questo disegno di legge (Il Giornale 27.4.2007 pag 7). Il giornalista che ha pubblicato il fatto si domanda e noi con lui ci domandiamo: se non verranno espulsi, i tre aggressori voteranno in Italia?
Eppure visti i nominativi dei sei Saggi ci si aspettava un atto più dignitoso!
A questo punto non resta che sperare in un cambio di coalizione politica. Finchè avremo la cordata di certi "grand-commis" dovremo ingoiare rospi amari.
L'arroganza, la furbizia e la miopia di costoro (che chiamiamo politicamente corretti perchè molto umanitari), fanno il paio con l'ipocrisia di certi islamici, legati principalmente all'UCOII, il cui sentimento negativo verso i "diversi da loro" è sintetizzato nella "Taqiyya".
L’unica speranza è che queste notizie allarmanti si risolvano in un bluff, o in un grande boomerang per questo scellerato Governo.

mercoledì 25 aprile 2007

francoazzurro-politicaeconomia: Prodi: Voti in cambio di cittadinanaza

francoazzurro-politicaeconomia: Prodi: Voti in cambio di cittadinanaza

Prodi: Voti in cambio di cittadinanaza

Ebbene ce lo aspettavamo, lo avevamo capito. Solo i compagni non l’avevano capito, magari qualcuno faceva finta di non capirlo. Ecco il disegno di legge appena varato.
Facile governare in questa maniera, vero? basta replicare il modello belga, dove i socialisti hanno “comperato” il voto degli immigrati in cambio dello stato assistenziale (pagato dalla collettività), potenziare le forze dell’ordine ed il gioco è fatto.
Ma, prima o poi qualcuno di coloro che oggi fa lo gnorri, potrebbe finire come Theo VanGogh, forse allora rinsaviranno.
In questa oscena proposta tra l’altro si legge che: alla scadenza del contratto di lavoro (peraltro è sufficiente che sia di sei mesi per essere accettati in Italia), qualora rimani disoccupato, per ancora un anno puoi restare in Italia “usufruendo di tutti i diritti di un comune cittadino”.
Questa prospettiva che io giudico SUICIDA oltre che PERVERSA, denota in quale squallore sta cadendo il nostro Paese.
Quel che fiuto nel nostro futuro è: poligamia, matrimoni gay a gogo, prendi e lascia, tutto alla carta: chi ci perde è quella che noi, ex sessantottini, chiamavamo “l’altra metà del cielo” .E ancora, quartieri popolari divenuti ostaggio di magrebini dediti allo spaccio illegale che diventano come le banlieues francesi (vedi Padova, via Anelli) , mentre l’alta borghesia, come dice Magdi Allam, resta protetta 24 ore su 24 nei loro fortini: e chissenefrega del resto del momdo!
Signore che aspettate a ribellarvi?
Certo oggi come oggi fare più figli è complicato, ma non vedo altra strada per impedire questo CANCRO SOCIALE che ci corrode giorno dopo giorno. Dunque battiamoci per i diritti della famiglia e delle donne; scendiamo in piazza!
Ricordate la gente dell’Italia centrale quando, a seguito dell’Unità il nuovo governo impose, tra le altre, anche la tassa sul sale (merce di primario consumo)? Essi si ribellarono rinunciando di usarlo nella panificazione.
E se a noi italiani venisse in mente di rifiutare di pagare le tasse, tutti, ma tutti assieme, ci metterebbero tutti in galera?
da: http://fainotizia.radioradicale.it/user/francoazzurro

lunedì 23 aprile 2007

Ultimissime dal 1° turno-presidenziali francesi

Sarko 30,5%; Segolène 25,7%; Bayrou 18,5% Le Pen 12%; Besancenot 4,5%.

La vittoria dell’ungherese cattolico, difensore dell’ancien règime, totalmente rinnovato, induce i francesi ad amare la loro patria. Salvo imprevisti, sarà il tenace Sarko il candidato presidenziale tenace difensore della tradizione antiilluminista che governerà la Francia nei prossimi anni.
Battuti tutti gli estremismi (gollismo, mitterandismo, lepenismo) che avevano addormentato la Francia si posizioni isolazioniste, ora si ripresenta in Europa al centro della politica solidaristica. Con Sarko la Francia diventa più umana, ritrova le sue antiche radici cristiane.
In un intervista a “Le Figaro” Nicolas Sarkozy ha annunciato la sua intenzione di “transformer la bataille du second tour en un affrontement entre «le changement et l’immobilisme”.
(Sul pronostico di Gluksman vedi su questo blog post del 7.2.2007: “La sinistra radicale è al capolinea?”)
Aveva ragione il grande filosofo di sinistra André Gluksman nel prevedere la debacle degli estremismi.
Quanto è avvenuto stanotte in Francia è la testimonianza della maturità di un popolo che ha voglia di Politica: smentendo tutte le cassandre è sceso in massa a votare. Lo saremo noi italiani? Aspettiamo il test nelle prossime elezioni.
Ma Glux sbaglia a simpatizzare per Sego perché la ritengo troppo fredda, calcolatrice, al punto di raccattare voti nelle sacche delle banlieues magrebine promettendo integrazione e reglotarizzazioni che non tutti vogliono in Francia. Nonostante la sua accattivante figura, ella non è Angela Merkel.
Questo primo sondaggio francese fa ben sperare per le sorti dell’Italia.
Francesco Pugliarello

Pour le blog-de-france auquel je participe:

La victoire du hongrois catholique, défenseur de l'ancien règime totalement renouvelé, il induit les Français à aimer leur patrie. Ce sera le tenace Sarko sauf imprévu le candidat défenseur tenace présidentiel de la tradition antiilluministe, qu'il gouvernera la France dans les prochains ans. Battu tous les estrem (gaullisme, mitterandisme, lepenisme, qu'ils avaient endormi la France on positionnes isolationnistes, maintenant il se représente en Europe au centre du politique du solidarisme. Avec Sarko la France devient plus humaine, il retrouve ses anciennes racines chrétiennes.
Dans une interview à "Le Figaro" Nicolas Sarkozy a annoncé son intention de "transformer la bataille du second tour en un affrontement entre "les changements et l'immobilisme."
(Sur le pronostic de Gluksman tu vois mon blog http://francoazzurro-politicaeconomia.blogspot.com de 7.2.2007: "La radical gauche est au terminus?") Il avait raison le grand philosophe de gauche André Gluksman en le prévoir le debacle des extrémismes. Tout ce qu'est arrivée cette nuit en France c'est le témoignage de la maturité d'un peuple qu'il a envie de Politique: en démentant tous les cassandre est descendu en masse à voter.
Il nous serons nous Italiens? Nous attendons le test dans les prochaines élections.
Mais Glux se trompe à sympathiser pour Sego parce qu'ell'est trop froide, calculatrice, au point de ramasser votes dans les sacs des banlieues maghrébins en promettant intégration et regularizzations que pas tous veulent en France. Malgré son accattivante, elle n'est pas Angela Merkel.
Ce premier sondage français fait bien espérer pour les sorts de l'Italie. F. P.

Francazur

domenica 22 aprile 2007

Urgono chiarimenti sulla disputa Chiesa-questione ebraica

Con questa lettera inviata oggi a IL GIORNALE di Belpietro,ho proposto di approfondire l'annosa disputa sollevata da Pezzana e Tornielli, nella speranza che si faccia chiarezza sull'annosa questione che a ben vedere riguarda sia la cattolicità che l'ebraicità, pilastri fondanti del nostro Continente.

Sul sito web amministrato da Angelo Pezzana in questi giorni appare una polemica alquanto stucchevole che tuttavia, per l’importanza dell’argomento che affronta, suscita un forte impatto emotivo-intellettuale nei lettori. Trattasi della questione sionismo-antisionismo, molto cara al Pezzana, che periodicamente riaffiora nell’opinione pubblica ed oggi si riacutizza in vista della canonizzazione di Pio XII. Prendendo di mira gli articoli pubblicati dal vaticanista di codesto Giornale, Andrea Tornielli, il predetto lancia accuse pesanti al Vaticano. Accuse che ad un lettore attento possono apparire grottesche e pretestuose.
Sostenendo il disinteresse mostrato da Pio XII all’epoca della shoha nei confronti del furore nazista verso gli ebrei, il Pezzana arriva ad adombrare una non meglio precisata connivenza di questo Papa con il nazismo.
Come chiunque può constatare, tutta la documentazione riportata su quel sito dal Tornelli, a testimonianza della innocenza del Papa Pacelli, viene contestata dall’indomito interlocutore frase per frase, parola per parola, con puntigliose precisazioni di carattere squisitamente terminologico che, personalmente, trovo stucchevoli e pregiudiziali dal momento che il Pezzana, probabilmente preso da furori “iconoclastici” non è in gardo di contestualizzare.
La copiosa testimonianza di prima mano prodotta dal vostro giornalista dimostra invece l’energica azione dissuasiva portata avanti dal Pontefice dell’epoca. Vedasi a titolo di esempio un comunicato reso pubblico dell’agenzia stampa tedesca Kma del 24.12.1940 in si cui evidenzia, tra l’altro, la tempestiva presa di posizione di Papa Pacelli contro l’azione nefasta intrapresa da Hitler laddove si legge: “…i cui orrori noi, fin dall’inizio denunciammo…”. Per fare un ultimo esempio dell’evidente pregiudizio del Pezzana nel trattare l’argomento, accusa il Vaticano di genericità e di inerzia, considerando che lo “sterminio di popolazioni semite”, denunciato a più riprese da Pio XII, non si tratterebbe specificatamente di “sterminio di ebrei”… Pur dando per scontato “il generoso aiuto ricevuto dai singoli cattolici…”, quel popolo che ha tanto sofferto dovrebbe, secondo il Pezzana dovrebbe essere riscattato da una assunzione di responsabilità e quindi con la richiesta di scuse, che il Vaticano in anni successivi non avrebbe mai espresso pubblicamente. Volendo giustamente rimanere fuori dalla controversia intrapresa tra i due esperti, me e, credo anche i lettori, ci domandiamo se sia opportuno rivolgersi al capo della cattolicità ricattandoLo con minacce, non tanto velate, di voler riaprire “la pagina della Santissima inquisizione” riferendo, peraltro, l’opinione (non ancora appurate dalla storiografia) secondo cui “le leggi razziali non sarebbero state emanate senza il consenso della Santa Sede”. Frasi agghiaccianti che meritano chiarimenti.
Ci sono due posizioni in forte in contrasto che andrebbero quanto prima chiarite alla luce della documentazione storica. Benedetto XVI, oggi stesso, in occasione dell’incontro con i malati, dice di essere “tormentato dalla questione della verità”; allora si affretti a liberarci da questo incubo, disponendo quanto prima l’apertura degli archivi vaticani su questo tema, come da più parti si richiede.
Grazie per l’attenzione.

venerdì 20 aprile 2007

Due congressi per far fuori Prodi e le estreme sinistre

Rutelli:"mai nel PSE;

Fassino: "si nel PSE;

Berlusconi: "si alle larghe intese"

Lega: "un matrimonio di interesse, siamo liberi di decidere con chi andare"

Questa la sintesi dei due congressi del centro sinistra il cui obietrtivo finale è quello di estromettere senza complimenti le sinistre estreme chiamate in coalizzione da Prodi che l'ha capito subito dichiarando che per lui ormai la politica (a fine legislatura)...è chuiusa.

Meglio tardi che mai. Francia e Germania l'aveveno già fatto anzitempo. Loro sì che hanno capito il pericolo per l'Occidente, oggi che hanno sentito sul collo il fiato del nemico islamista!

Cosa ne pensate quando Berlusconi caldeggia "larghe intese", evidentemente alludendo a DL, mentre Dalema gli fa le sviolinate?

martedì 17 aprile 2007

Gesù e Maria palestinesi

PRESO DAL SITO DI Lisistrata - Administrator

E' finito il Natale. E' finita Chanukka'. E' arrivata la neve in Israele e, finalmente, tanta pioggia.

I fedeli cristiani a Betlemme erano pochi per la Messa del 25 dicembre, ogni anno di meno. Dal 90% di prima processo di "pace" di Oslo i cristiani si sono ridotti al 9% contro il 90% dei musulmani e, se si va avanti di questo passo, Betlemme finira' per diventare la citta' del C'era una volta... C'era una volta una citta' che diede i natali a un bambino ebreo di nome Gesu'... e a Betlemme arriveranno i cristiani dal resto del mondo ma non ci saranno piu' nativi cristiani nella citta'.
Arafat aveva ridotto i cristiani palestinesi alla stregua di dhimmi, abitanti sottomessi dell'ANP, minacciati quotidianamente dal governo mafioso e terrorista del Boccadirosa in kefiah, soggetti al pagamento del pizzo per lavorare.

Oggi il potere e' di hamas e i pochi cristiani rimasti continuano ad avere paura, vengono scacciati dalle loro case per far posto a islamici, i loro affari vengono boicottati, sono costretti ad osservare il Ramadan e la Sharia, hanno paura di portare al collo la catenina con la croce.
Il Primo Ministro Ismail Haniyeh, a Teheran per la conferenza negazionista della Shoa' , ha detto di essere il protettore della terra islamica di Palestina.

Naturalmente gli arabi e gli europei loro seguaci dicono che i cristiani se ne vanno da Betlemme per colpa di Israele e della guerra, semplice no? Dare la colpa a Israele va sempre bene, tutti ci credono, tutti lo accettano. Abbiamo dovuto digerire ben altro, abbiamo dovuto sopportare la falsificazione della storia del Medio Oriente versione Arafat il quale ha cambiato i numeri, ha fatto credere che i palestinesi esistessero qui da sempre, li ha fatti discendere prima dai cananei, poi dai filistini, lui poteva, il mondo gli credeva, era ai suoi piedi. Tutto quello che usciva dalla sua bocca era la sacra verita' e il risultato e' stato la demonizzazione di Israele e il disconoscimento del suo diritto all'esistenza.

Che gli arabi siano arrivati a moltiplicarsi in Palestina come conseguenza della presenza ebraica non interessa, che nel 1800 siano stati poche migliaia aumentando via via, che gli ebrei offrivano loro lavoro tirandoli fuori dalla miseria dei paesi da cui fuggivano non lo dice nessuno.
Che le immigrazioni arabe in Palestina siano avvenute dal 1880 al 1948 non lo crede nessuno.
Che, grazie agli ebrei, la mortalita' dei bambini arabi sia diminuita verticalmente non interessa.
Per anni, e ancora oggi, la propaganda di Arafat e' stata Vangelo, si sono scritti libri di storia falsificati, i media hanno strombazzato ai quattro venti le sue teorie aumentando in occidente e a dismisura l'odio contro gli ebrei, facendo rinascere da sotto le ceneri l'antisemitismo.
Ma Arafat ha fatto molto di piu', non solo ha cambiato la storia mettendo Israele perennemente sul banco degli imputati e parlando della sua obbligatoria distruzione, Arafat ha rubato a Gesu' la sua ebraicita' e lo ha fatto passare per palestinese.
Gesu' non era un ebreo per Boccadirosa in kefiah, Gesu' era arabo palestinese, figlio della Palestina, quale non si sa.
Arafat, oltre a essere un grande criminale, era anche pazzo ma le sue teorie folli, le sue menzogne indegne, la sua retorica piagnucolante hanno messo radici e dalle radici sono nati i suoi cloni e ancora oggi un buon numero di cattocomunisti e' pronto a giurare, contro ogni logica e prova storica, che Gesu' fosse un arabo palestinese.

Lo ricorda inesorabilmente, circa una volta all'anno, Vauro con le sue vignette ignobili, sempre puntuale lui con i suoi disegnini di Gesu' Bambino che piange e si lamenta perche' ancora aggredito dai cattivi giudei.

Lo ricorda quest'anno quel giornale britannico che fa dell'antisemitismo la sua battaglia di sempre, l'Indipendent che, come avvisa Honestreporting, approfitta delle feste di Natale per descrivere Maria, Madre di Gesu', come una "rifugiata palestinese a Betlemme" e parla delle donne palestinesi incinte come "Le Marie del 21 secolo che soffrono come la Maria di 2000 anni fa".

Si puo' ridere, ci si puo' chiedere come sia possibile essere tanto miseramente idioti, ma dobbiamo pensare con paura, che un solo uomo e' riuscito in 40 anni di potere assoluto a rubare Gesu' ai cristiani di Betlemme, a defraudare Gesu' della sua ebraicita' e a cambiare la storia del Medio Oriente facendo diventare Israele il demonio "occupante terra palestinese".

Una bugia ripetuta in un mondo antisemita diventa subito verita' assoluta e Arafat ha fatto per 40 anni un corso propedeutico di odio che continua a dare risultati in Occidente e nel mondo arabo-islamico.

I sentimenti antiebraici del mondo occidentale hanno trovato in Arafat un profeta del Male e gli ebrei e Israele continuano a pagarne le conseguenze perche' il profeta ha figliato e oggi abbiamo Hamas, abbiamo Ahmadinejad, abbiamo i Neturei Karta, abbiamo conferenze per appurare che l'Olocausto non e' mai esistito e che la sua invenzione e' servita solo a creare uno stato fittizio, Israele, che, essendo fittizio, deve essere distrutto.

Quante volte abbiamo sentito queste teorie diaboliche uscire dalla boccaccia di Arafat mentre veniva coccolato dai cattocomunisti occidentali e portato in trionfo di nazione in nazione in Europa.

domenica 15 aprile 2007

La battaglia di Lepanto e il nemico alle frontiere

Mentre sulle nostre televisioni si baloccano sul come e sul quando distribuire il famigerato “tesoretto”, indugiando voluttuosamente sulle starlette di vallettopoli, nel mondo dei media d’oltralpe e sui quotidiani nostrani più attenti al fenomeno terrorismo, rimbalzano notizie inquietanti di un magreb in rivolta lungo la fascia meridionale del mediterraneo per le violente incursioni perpetrate da jihadisti musulmani.
L’ emiro di al Qaeda nel Magreb, Abu Musab al Wadud, (nominato di recente da Al Zarkawi) ritornato in quelle zone agli inizi di questo mese si è già messo al “lavoro”, cercando di stringere alleanze con quei fanatici già presenti in Marocco ed in Algeria con l’intento di creare una articolazione di gruppi armati con forte radicamento locale in una vasta rete transnazionale per raggiungere l’ambizioso obiettivo di “lottare fino a quando i nostri piedi cammineranno sulla nostra Andalusia rubata e su Gerusalemme profanata”. E questo avverrà, secondo l’emiro, allorché “i combattenti (qaedisti) ritorneranno dall’Irak con le loro terribili competenze”. C’è da scommetterci che al Wadud manterrà la parola, visto che appena due mesi prima, ripiegando dalla Somalia, aveva minacciato di arrivare in Algeria con intenti minacciosi. Finora il Maghreb era rimasto piuttosto al riparo da questa tendenza globale ma, con l'adesione ufficiale del Gruppo salafista per la predicazione e il combattimento (Gspc) ad al Qaeda, la situazione è cambiata. Va precisato che, pur indebolita sul piano operativo, al Qaeda svolge la funzione di referente simbolico. Stranamente gli attentati di Algeri coincidono con la notizia che le nostre forze dell’ordine hanno sorpreso e catturato cellule sospette in terra di Sardegna mentre gruppi di qaedisti collusi con i fratelli musulmani si spingevano su quelle coste prossime allo stretto di Gibilterra.
E’ il caso, a questo proposito, ricordare che i musulmani iniziarono ad effettuare incursioni sul territorio spagnolo fin dai primi dell'VIII secolo d. C., partendo proprio da quelle basi nordafricane. Secondo le cronache del tempo, i primi ad organizzare spedizioni, mirate alla pura e semplice razzia, sarebbero state le truppe islamiche del berbero Tāriq ibn Ziyād che, usufruendo delle imbarcazioni concessegli dall'esarca bizantino Giuliano, governatore di quelle coste, sarebbe sbarcato nel 711 sotto l'altura che da allora porta il suo nome: il jabal Tāriq, (la montagna di Tarik), Gibilterra appunto. Certamente erano altri tempi, si parlava di razzie tribali e di conquiste facili dovute a defezioni per lotte intestine nell’ambito del regno dei visigoti che in breve tempo crolla, quasi senza opporre resistenza.
E noi italiani, siamo pronti a fronteggiare un’eventuale offensiva destabilizzatrice come quelle subite a Parigi nel 1995, a Madrid nel 2004 o a Londra nel 2005? Come gli struzzi, ci apprestiamo a trattare con costoro, snaturando o occultando le nostre gloriose tradizioni nella speranza di non urtare la suscettibilità di quei “signori” che proclamano apertamente la riconquista dell’Occidente con l’inganno e con le intimidazioni. Come abbiamo fatto con il crocifisso, rimosso da alcune scuole e dalle Case comunali della sinistra, così facciamo con la famosa tela che evoca la Battaglia di Lepanto: è stata rimossa per ordine dell’ineffabile presidente Bertinotti dalla sala di Montecitorio, dove vengono accolte le delegazioni straniere e riposta in un luogo ad essi inaccessibile. Ma di questi gesti scellerati pochi si sono ribellati. Il quadro rappresenta la sconfitta dell'Impero Ottomano ad opera delle forze navali della cosiddetta "Lega Santa", che in quell’occasione (7 ottobre 1571) ci salvò dall’invasione dell’impero ottomano. L’importanza di questo evento merita un cenno retrospettivo, che riprendiamo dalle cronache dell’epoca.
Il terrore musulmano, allora come oggi, regnava nel Mediterraneo: l'antico Mare nostrum. La sorte dei cristiani di Cipro era simile a quella che i novelli imam, con le loro prediche, nel chiuso delle madrasse (scuole craniche), vorrebbero riservarci a noi “infedeli”; quando cioè l'Islam si stava preparando ad una “revance” su tutta l’Europa. Sulla cattedra di Pietro sedeva un teologo domenicano, con il nome di Pio V, il quale, valutando la gravità del momento, comprese che solo una guerra preventiva avrebbe salvato l'Occidente. Con parole gravi e commosse esortò le potenze cristiane ad unirsi contro gli aggressori in difesa della cristianità. La gravità era dovuta al fatto che l'espansione dei turchi si andava sviluppando anche grazie alla complicità di alcuni Paesi cristiani, come la Francia che, in nome dei suoi interessi geopolitici, incoraggiava e finanziava i turchi per indebolire il suo tradizionale nemico: la casa imperiale d'Austria. Tuttavia grazie alle insistenze del pontefice, il 25 luglio del 1570, Venezia e la Spagna si strinsero attorno al Papa concludendo l'alleanza contro i turchi. Subito dopo vi aderirono il duca di Savoia, la Repubblica di Genova e quella di Lucca, il granduca di Toscana, i duchi di Mantova, Parma, Urbino, Ferrara e l'Ordine sovrano di Malta. Si trattava di una prefigurazione dell'unità italiana su basi cristiane, vale a dire la prima coalizione politica e militare italiana che la storia ricordi.
Quei clandestini fermati a Cagliari si giustificavano dicendo di essere fuggiti dal terrore algerino, ma ad una più accurata indagine dell’intelligence nostrana sono risultate delle cellule qaediste, probabilmente in cerca di possibili basi operative. Perché rischiare la clandestinità quando sul vecchio Continente vi sono giovani provvisti di passaporto comunitario liberi di circolare indisturbati e pronti a tutto? Sono i figli degli immigrati di seconda generazione, provvisti di una nuova identità, di rientro dalla penisola arabica istruiti alla dissimulazione sotto stretto controllo delle scuole craniche degli imam più estremisti. I servizi segreti francesi (Dcse) ci precisano che provengono dalle madrasse di Damaj, un sobborgo posto a Nordovest dello Yemen in una vallata prossima al confine con l’Arabia Saudita, frequentate da migliaia di aspiranti terroristi di tutto il mondo provenienti anche dall’Europa, principalmente dalla Francia e dalla Gran Bretagna dove vengono preparati dalle “più intransigenti reti jahdiste armate”. Al momento si contano sulle dita della mano, ma quanto prima, secondo queste informazioni, saranno centinaia, pronti a scorazzare in lungo e in largo sul nostro Continente. Se questo è il quadro dello spostamento progressivo del fronte del terrorismo internazionalista islamico dall’Asia all’Africa del Nord puntando a destabilizzare i legittimi governi delle ex colonie francesi, occorre che l’Unione Europea ne prenda atto apprestandosi a varare nuove politiche migratorie e aiuti concreti ai governi dei Paesi magrebini.
Francesco Pugliarello