lunedì 29 settembre 2008

La felice liberazione degli ostaggi in Egitto

Senza pretese letterarie vorrei cercare di dimostrare quanto possa aver pesato lo zampino di Gheddafi in questa liberazione, ma ragioni di tempo limitato mi concedono soltanto alcune considerazioni.
1- E' vero o non è vero che in un primo momento si disse che gli 11 ostaggi avevano attraversato la frontiera libica? e che pretendevano 20 milioni di dollari per il riscatto?
2- E' vero o non è vero che nel modo arabo sulle coste del sud-mediterraneo foglia non si muove che Gheddafi non voglia?
3- E' vero o non è vero che il potere di ricatto di questo satrapo è talmente smisurato da costringere l'Italia a venirne a patti ingigantendo il suo strapotere su gran parte della popolazione subsahariana?
E allora come mai l'Egitto, paese amico dell'Italia e dell'Occidente europeo, ha permesso alle teste di cuoio Occidentali di catturare sul SACRO SUOLO ISLAMICO quei furfanti? Non è legittimo pensare che dietro tutto questo vi sia una regia gheddafiana?
La controprova potrebbe risiedere nel recente accordo avuto con Berlusconi sul raddoppio delle forniture di gas e di petrolio (ottimo tra l'altro)in cambio di un'autostrada costiera e quant'altro, come il controllo dei clandestini che, guarda caso partono tutti dalle coste libiche! (il tutto a risarcimento di una guerra che si perde nella notte dei tempi).
E allora se così fosse: lunga vita al nostro Presidente proprio oggi che cade il suo 72esimo compleanno.
francesco pugliarello

giovedì 25 settembre 2008

Inutili i soldati in piazza...?

Prego codesta redazione de La Stampa di girare il mio commento alla signora Lietta Tornabuoni. Grazie.

Egregia signora Lietta Tornabuoni,

prima di lanciare “fanfaluche” fuori dalla realtà, di cui lei è maestra, vorrei sapere se lei sia mai vissuta, ancorchè per breve tempo, in quelle zone, del casertano o dell' aversano.
Lei ha il potere di suscitare in me una vis polemica che da tempo mi ero proposto di abbandonare. Tuttavia ancora una volta mi sorprendo a risponderla nella speranza che rinsavisca. Ebbene, perchè nel suo sforzo polemico non si cimenta a fornire un'alternativa, piuttosto che inveire su chi opera per il bene di chi soffre la piaga dell'antica camorra?
Ma che centra l'esercito con attività di investigazioni e di indagini? Lai sa ma finge non sapere, per catture i gonzi, che la funzione di questo corpo- in Italia- è quella di mera deterrenza e di segnalare agli organi competenti personaggi sospetti. Ciò che tuttavia posso darle del buono è l'idea dell'ingente spesa Statale. Essa potrebbe essere evitata - cioè a costo zero - inviando soldati a contratto (quelli assunti per un anno) - che per il 2009 saranno n. 12.000 pagati a 850 euro al mese.
Se ci tiene a far bella figura nell'opinione pubblica, piuttosto perori questa mia proposta e ricordi la brillante operazione "vespri siciliani" del luglio 1992 inviati dal governo dell'epoca a seguito dell'assassinio del giudice Paolo Borsellino, peraltro acclamata dalla gente del posto. Non parli di cose che non conosce!
Per sua buona norma, notizia di oggi, quel contingente di 500 uomini che lei denigra ha consentito una retata di 5 unità del can dei casalesi in quel di Carinaro...!

ECCO L'ARTICOLO CUI FACCIO RIFERIMENTO:

25 settembre 2008
su "la STAMPA DI TORINO” Inutili i soldati in piazza di LIETTA TORNABUONI

Cinquecento soldati inviati nel Sud a combattere la camorra: e cosa faranno? Se non conoscono il territorio né la criminalità organizzata, sarà piuttosto improbabile che possano svolgere con un profitto anche minimo un’attività di investigazione. Ma no, il ministro della Difesa dice che serviranno soprattutto a formare posti stradali di blocco e di controllo. Ora, a proposito dell’esercito usato in funzioni di ordine pubblico, ci sono un paio di cose su cui si può riflettere.
I soldati-poliziotti rappresentano, nel nostro sistema, una criticabile novità. Certo, si ricorda quando vennero impiegati brevemente dopo il rapimento di Aldo Moro: formarono posti di blocco per le strade, stettero a pencolare in piedi per un po’ senza sapere contro chi applicare i propri sospetti (non fermavano le auto con donne incinte o con persone dai capelli bianchi, ritenendoli terroristi impossibili), poi vennero ritirati. Utilità, quasi zero. L’allora ministro dell’Interno Cossiga sosteneva che costituissero un deterrente, che la loro presenza potesse limitare la circolazione di terroristi come lo spaventapasseri intimorisce gli uccelli: e infatti i terroristi stavano dentro un appartamento con Moro interrogandolo, mentre alle commissioni fuori casa erano addetti altri ragazzi dall’aspetto innocente o almeno comune. Nella storia europea o latinoamericana, poi, l’esercito in piazza è sempre stato un segno di minaccia, di situazioni estreme di rivolta o d’invasione: e l’Italia non è in queste situazioni, almeno in queste situazioni non è.
Per istruzione e addestramento, i soldati sono inadatti alle indagini. Per di più, in passato si trattava di soldati di leva, mentre ora sono volontari: e non si possono usare i volontari come domestici, spedendoli qua e là a fare un lavoro diverso dal proprio. Anche se vengono all’occasione pagati più del solito, inviarli sul fronte della spazzatura, della sicurezza o della camorra è una decisione abusiva, che può soltanto suscitare malcontento, mortificazione, protesta. Lo spadroneggiare, in questo settore, del presidente del Consiglio e dei suoi ministri, esprime esclusivamente il desiderio di dare (a spese altrui) l’impressione di star facendo qualcosa, di decidere, di compiere gesti forti e drastici: ma non è così, e la gente non è tanto scema da non saperlo.