domenica 28 novembre 2010

Intuito e ragione, una riflessione sul disabile intellettivo

E’ noto che questi ragazzi sono guidati più dal cuore che dalla testa. Spesso si rivolgono a noi per essere confortati nelle loro decisioni dettate prevalentemente dall’istinto. Alcune volte ci sottopongono delle domande apparentemente assurde che per loro hanno un senso, ma che sfuggono al nostro raziocinio; altre, invece, si piccano su delle futilità da lasciare interdetti.

Una prevalente corrente di pensiero che fa capo al nobel delle neuroscienze, Eric Kandel, riportando indietro l’orologio della conoscenza empirica, sostiene che molte produzioni che hanno lasciato un segno tangibile sono state concepite più che dalla ragione, da meccanismi che passano dalle emozioni. Questo è evidente negli artisti, nei romantici, nei pittori che, secondo Kandel, stanno a testimoniare i limiti del raziocinio.

Lo studioso, con una lunga serie di esempi (che qui non riprendo), ci dimostra che la parte emotiva del cervello è molto più raffinata e completa di quella logico-razionale, poiché è stata “meravigliosamente rifinita” dall’evoluzione delle ultime centinaia di migliaia di anni: è quella che Gustav Jung chiamava “intelligenza emotiva” della nostra personalità e collocava nell’emisfero destro del cervello, complementare all’altro emisfero che presiede l’ambito dell’”intelligenza razionale”.

Come in ogni opinione anche questa ha il suo rovescio. È, secondo Kandel, il motivo per cui ci aggrappiamo all’illusione del razionale. Difatti, “quando l’istinto sbaglia, sbaglia di brutto, e questo sbaglio ci fa sentire traditi”. Solo allora invochiamo la ragione. In altre parole, se la parte emozionale è predominante, incontrollabile tanto da prevalere sulla parte logica che è debole, scarsamente volitiva, quest’ultima può facilmente capitolare sotto la pressione di una tempesta emotiva.

Prendendo per buono quanto sostenuto da questo studioso, dovremmo concludere che quando i nostri ragazzi si rivolgono a noi per essere confortati nelle loro azioni istintive, non è detto che siano in errore. D'altronde a supporto delle ricerche qualunque scienziato usa formule, che a loro volta furono precedute dall’intuito!

Poiché è il sentimento a guidare i nostri ragazzi, piuttosto che il pensiero astratto, è opportuno che le loro suggestioni vadano filtrate alla luce della ragione; purtroppo è difficile per noi “adulti”, che spesso le illusioni le abbiamo lasciate per strada da un pezzo, seguirli su questa strada per quanto sarebbe necessario, soprattutto con il giusto atteggiamento.

Per questi motivi penso che ogni genitore che segue con amore il processo evolutivo del proprio figlio, dovrebbe sforzarsi di capire che non sempre è bene frenarlo nelle proprie suggestioni che potrebbero avere delle motivazioni fondate, ma che a noi magari sfuggono. Dalla frequentazione di questi ragazzi ho imparato che liberare l’istinto e agevolare la spontaneità è la via migliore per seguire il proprio talento e quindi la via maestra per raggiungere la felicità. Allora, perché non imitarli? Perché forzare la loro natura? Perché spingerli ad imitare qualcun’altro?

Talvolta, senza che ce ne accorgiamo, certi slanci affettivi possono assumere anche il significato di una richiesta di dialogo, di verifica del proprio pensiero; perciò, non accettare una loro spontaneità, specie nel caso del figlio unico, può essere causa di disturbo nel loro equilibrio emotivo da indurre atteggiamenti maniacali.

Francesco Pugliarello from "Lo specchio nascosto..."

mercoledì 24 novembre 2010

Per Napoli e provincia Perché il Governo non ha preso in considerazione il THOR?

Cos'è T.H.O.R.? è più che un termovalorizzatore, una prodigiosa invenzione del CNR.

In una serie di contatti avuti a suo tempo dal sottoscritto con il dottor Paolo Plescia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), inventore di un prodigioso impianto di riciclaggio indifferenziato dell’immondizia, lo scienziato mi assicurava che il suo “dispositivo”, ancora in fase sperimentale a Messina, sarebbe stato immesso sul mercato entro l’anno, vale a dire nel 2008. E’ probabile che la notizia non piacesse ai papaveri degli inceneritori, o magari per la sua semplicità ed il basso costo/ricavo e neanche ai media perché dopo l’interesse mostrato nei primi mesi di quell’anno il THOR è precipitato sotto una coltre di un inspiegabile silenzio.

THOR è l’acronimo di “Total House Waste Recycling”, o riciclaggio completo dei rifiuti domestici, un vero e proprio divoratore di rifiuti urbani. Trattasi di una tecnologia radicalmente innovativa, ideata sviluppata e realizzata interamente in Italia dall’equipe del Plescia del CNR-ISMN (Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati) in collaborazione con la Società privata ASSING di Roma. Secondo quanto dichiarato dal CNR le fasi di lavorazione a cui è sottoposto il rifiuto sono nell'ordine: frantumazione e vagliatura; separazioni magnetiche dei metalli ferrosi; separazioni dei metalli non ferrosi mediante correnti parassite; separazione degli inerti attraverso una divisione balistica; eventuale separazione e arricchimento di una frazione “compounds” fatta da gomme, PVC e altre plastiche pesanti; macinazione della frazione combustibile dei rifiuti in un mulino micronizzatore, per raggiungere dimensioni sub millimetriche e infine raffinazione del combustibile mediante ciclonatura. Un Esmio concreto delle sue possibilità? Leggiamolo in una nota del CNR datata gennaio 2008:
“Un'area urbana di 5000 abitanti produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi – informano i ricercatori - con queste, Thor permette di ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti, nei quali e' compresa anche la frazione ricca di cloro dei rifiuti, che viene separata per non inquinare il combustibile”. “Il resto dei rifiuti e' acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor e' sterilizzato perche' le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile".

Il risultato di tale trattamento è la produzione di un combustibile micro-triturato dal potere calorifico paragonabile a quello del carbone. Durante quest’ultima fase l'acqua contenuta nel rifiuto, evapora come evapora anche gran parte del cloro (responsabile della formazione di diossine durante la combustione) in forma di acido cloridrico il quale a sua volta riprecipita nelle forme saline NaCl o CaCl2 che vengono sottratte al combustibile mediante ciclo natura. Tale combustibile è prodotto in forma di polverino il quale, pressato e pellettizzato, può essere utilizzato nei forni industriali.
Oramai il problema dell’emergenza rifiuti in Campania è cronica. Si fa sempre più complessa e di difficile soluzione e di THOR non se n’è più parlato nemmeno in ipotesi. “Bisogna correre ai ripari, tamponare le centinaia di falle lasciate aperte dai precedenti commissari, prima che si acceleri l’imputridimento delle migliaia di tonnellate di spazzatura disseminate nelle strade di Napoli e provincia - affermava tempo fa Bertolaso – soggiungendo che bisognava far fronte anche alla criminalità”. Quest’ultima, vedendo in prospettiva esaurirsi una lauta fonte di guadagno, appiccava i roghi al nuovo corso politico con le conseguenti esalazioni di fumi venefici, rendendo ancor più irrespirabile l’aria campana, ma THOR mai più fatta menzione, nemmeno una riga.

Preoccupato dalla situazione ambientale in Campania, Silvio Berlusconi è tornato diverse volte a Napoli con Bertolaso e lo fa dopo ogni Consiglio dei Ministri. Quello che però sorprende è stata la sua mancanza di coraggio. Mentre da un lato mostra, giustamente, i muscoli con presidii militari, dall’altro non prende in considerazione, ancorché in via preliminare, l’adozione di questo impianto innovativo, tanto celebrato dallo stesso Consiglio delle Ricerche.
Secondo i calcoli degli esperti, poiché Napoli e provincia producono quotidianamente 7mila tonnellate d’immondizia e un THOR ne “macina” 8 all’ora” , basterebbero 36 THOR e una spesa di 72 milioni di euro per dire addio alla produzione di “mondezza” giornaliera. Mentre con 100 macinatori THOR in un solo anno potrebbero sparire 7 milioni di tonnellate di “ecoballe” accumulate nei decenni. A conti fatti, con una spesa di trentatré volte inferiore, THOR è anche in grado di ricavare cinque volte l’energia per chilo rispetto a un comune inceneritore, tale da alimentare numerosissimi riscaldamenti centralizzati evitando siti di stoccaggio, raccolte differenziate, discariche e quant’altro. A questo proposito, interpellato dal sottoscritto se avesse ricevuto qualche proposta dal Governo, Paolo Plescia sorprendentemente mi rispondeva: “Non ritengo di voler avere a che fare con la politica, di qualunque colore essa sia, sopratutto in Campania, ove già esiste un "piano rifiuti" che prevede la sola termovalorizzazione e la messa a dimora”. Dichiara inoltre (essendo giustamente titolare esclusivo del diritto derivante dalla sua invenzione, secondo la norma del ddls del 10 febbraio 2005 n.3) di aver “già affidato l’utilizzo della sua [creatura] in mano privata perché siano realizzati impianti per rifiuti speciali, da affidare sempre a società private”.
Dalle risposte dello scienziato, non ci è dato sapere se l’impianto sia stato ceduto e a chi. Nel mese di febbraio (14 febbraio 2008) un comunicato stampa firmato dall’a.d. di ASSING S.p.A., Renato de Silva, riferiva che qualora non si fosse trovata altra soluzione allo scempio Campano, “ASSING SPA si rende disponibile a portare il proprio know how quale possibile contributo alla soluzione della problematica emersa”.

Siamo curiosi di conoscere cosa è successo da allora ad oggi. Perché Plescia e De Silva si sono defilati nel non rendere pubblica la loro “creatura”? Che sia un fallimento, o che dietro le quinte si nasconda qualcos’altro? A meno che, come afferma Plescia, il loro mercato di riferimento siano i rifiuti speciali (dove le quantità da trattare sono minori e le tariffe di smaltimento sono maggiori di quelli urbani), fanno rientrare dall'investimento in minor tempo e con minori quantità di rifiuti! E magari il brevetto venduto a qualche ditta straniera? in tal caso sarebbe segno di cinismo. Se così fosse, lo si dica pubblicamente.

In attesa di conoscere la ragione di questo singolare black-out, non possiamo che augurarci che THOR, frutto dell’indiscusso genio italiano, sia quanto prima preso in considerazione dai grandi media e dalle istituzioni, almeno per verificare le sue tanto decantate prestazioni, nella speranza ch’esso sia in grado di risolvere il problema dei RSU del nostro Paese e riscattarlo dalla vergogna che hanno insozzato la sua immagine nel mondo. E’ un rischio che come Napoli, secondo l’Eurispes, molte città italiane non possono correre, vista la prossima saturazione delle discariche e delle enormi speculazioni sui rifiuti che, come una mucca da mungere, alimentano corruzione e clientelismo della peggior risma dovunque il problema si presenta.

Francesco Pugliarello – rielaborato da l'Occidentale.it 30.05.2008