mercoledì 30 gennaio 2008

E' QUESTO IL PRESIDENTE DEL NOSTRO PAESE ??

Se manco Napolitano riesce a trovare una personalità da incaricare e si parla di "preincarico"..beh signori è solo un puro esercizio estetico… la sostanza sono elezioni e subito!

Il “PREINCARICO che Napolitano affiderà al presidente del Senato Franco Marini, seconda carica dello Stato, non è un buon segnale.
Non lo è perché era da dieci anni, al tempo di Scalfaro che non era stato più usato questo metodo e non lo è perché denota l’intreccio micidiale che si è creato nei Palazzi manovrati dai soliti faccendieri cattocomunisti, guidati da un comunista doc come l’uomo del Colle.
Ma non aveva lui stesso riferito alle 14:10 di ieri 29/gennaio che non v’era ancora una maggioranza da giustificare lo scioglimento delle Camere ed andare alle elezioni subito? Alla luce delle ultime dichiarazioni di Casini di rafforzare il ‘partito del voto subito’ e di altri che chiedono l’apertura delle urne come Diliberto, non vi pare che il Capo dello Stato si sia rimangiato quanto affermato ieri?

Che significa 'preincarico'? Qualcosa di meno compromettente; significa non prendere posizione scaricando la responsabilità ad altri, quello che per tutta la sua vita politica l’attuale C.d.S. ha fatto nella sua lunga carriera politica. Nel ricchissimo dizionario della politica italiana, infatti, il preincarico occupa un posto intermedio fra il mandato esplorativo - affidato per sondare la possibilità di un successivo incarico- e il diretto incarico a presentare un governo, come primo tampone alla crisi di governo.

Nei ritratti che Feltri e Brunetta fanno ne “I Compagni al Caviale” n. 20, edizioni “Libero, 2007”, pp.111,112, descrivono Napolitano come il principe dei “cerchiobottisti” la cui fulgida carriera “suona come un dubbio elogio a mediocri di qualtià”. Era presidente della Camera al tempo di tangentopoli, così si legge in questo pamfhlet, quando lesse in assemblea una straziante lettera del deputato Sergio Moroni prima del suicidio. “Mentre tutti rabbrividivano e qualcuno piangeva, questo signore restò impassibile al punto che l’unica frase che proferì fu: “E’ una lettera che ci pone problemi su cui riflettere”. Il resto sappiamo come andò a finire. Napolitano non esitò, in quel biennio, “a firmare tutti i bilanci falsi dei partiti…”; gli stessi che poi, nel giro di pochi mesi, i magistrati avrebbero impugnato.
Dunque senza che mai si fosse preso la briga di fare i necessari controlli che avrebbe bloccato il gioco al massacro di certe toghe dell’epoca e la futura ingerenza nella politica.... Oggi ne abbiamo un’ulteriore testimonianza con la riesumata figura del “preincarico”. Difatti, proseguono gli autori: “appena i giochi si fanno duri, Giorgio si schiera con chi fa la voce grossa”. Alla luce di quanto riferito da Feltri e Brunetta mi rafforza la sensazione di una pressione operata sul responsabile del Quirinale l’invocazione a non sciogliere le Camere in quel lungo e accorato “comizio” che Veltroni ha pronunciato dalla loggia del Colle all’uscita dal breve incontro di “consultazione” tenuto ieri alle 12:30.
Francesco Pugliarello

lunedì 28 gennaio 2008

EMERGENZA SANITARIA: A MILANO C'E' LA LEBBRA

C'E' LA LEBBRA IN LOMBARDIA
Pubblicato il 25/01/08 alle 17:25:29 pubblicato da admin

Un problema sempre taciuto: le mille malattie dei clandestini: (nella foto, esempio di una mano affetta da lebbra, già in stato avanzato) DROGA/ ARRESTATO GIOVANE AFRICANO, HA LA LEBBRA Per questo rinviato il processo per direttissima notizia pubblicata da APCOM Milano, 25 gen. (Apcom) - Un giovane africano è stato arrestato a Milano ed è risultato affetto da lebbra. Per questa ragione è stato rinviato il processo per direttissima in Tribunale. Il giovane, 24 anni, è stato arrestato perché trovato in possesso di 15 grammi di marijuana che vendeva solitamente a giovanissimi acquirenti. Il caso specifico è largamente macroscopico. La riflessione, invece, si impone per tutti quei casi più subdoli e silenti di malattie sicuramente meno spettacolari o di ridotto impatto mediatico che, complice la totale assenza di controllo sanitario, sono già tranquillamente impiantate nel nostro territorio. Casi specifici di tubercolosi, ritenuta debellata, morta e sepolta, sono già stati mediaticamente (e no) segnalati. Non affatto sporadici i casi di scabbia (benché definita malattia ciclica ventennale) mentre è assodato che se non è dimostrabile la relazione immigrati-meningite come frequenza, potrebbe esserlo come ceppo di provenienza. D’altronde basta farsi un giretto sul un sito specifico della materia per aver un’idea dei focolai virulenti che vi sono nella cosiddetta “cintura della meningite”, da dove provengono non pochi clandestini. Sarà, ma in Europa cominciano ad affacciarsi ceppi che erano virtualmente relegati ad altri continenti, come i meningococchi W135, A e Y. Non c’è certo da stupirsi, ne è discorso razzista, visto che proprio noi europei contribuimmo abbondantemente a decimare gli indios, oltre che con la spada, anche con influenza, raffreddore ed altre primizie del genere. Ma oggi siamo nel terzo millennio. E mentre Fioroni impone alla Moratti di accettare tra i banchi in modo indiscriminato i figli dei clandestini (e magari di metterli pure in graduatoria per asili nido, case popolari, agevolazioni e finanziamenti vari), pochi sollevano il problema di una sicurezza sanitaria che il governo Ferrero (ex, grazie a Dio) è bravissimo ad insabbiare, almeno finchè non esplode qualche casino delle dimensioni del disastro rifiuti a Napoli. Sarebbe bello poter immaginare che se un ragazzo gira per le strade di Milano, lo fa senza essere un pusher. Meglio ancora se questo ragazzo, bastardissimo pusher od onesto lavoratore, non è anche un …appestato. O no? da Kritikon http://kritikon.ilcannocchiale.it Articolo segnalato dall'utente Ladestra, che scrive Roba da matti... chissà quanti ne ha infettati. già pubblicato su Italia Svegliati http://italiasvegliati.ilcannocchiale.it e http://francesconetwork.blog.kataweb.it

sabato 26 gennaio 2008

E' LA FINE DI UN SOGNO ?

L’arroganza e la presunzione non pagano.
Ora al voto subito, lo chiedono a gran voce 40 milioni di italiani (l’ottanta per cento degli aventi diritto). Inseguìto da più di mezzo secolo, in questi giorni di freddo invernale un sogno è crollato. Mai s’era visto andare in diretta il disfacimento di una coalizione che pretendeva di governare un già difficile Paese come il nostro. Il re è nudo, e questo re del gioco delle tre carte ha mostrato al mondo il peggio della politica che nessun Paese dovrebbe imitare.

I più amareggiati della compagine governativa sono senza dubbio il ministro dell'Universita' Mussi e la Rina Gagliardi. Davanti a sé vedono avanzare lo spettro del disfacimento di un ideale perseguito fin dalle piazze sessantottine, come quasi tutti quelli che fino a ieri hanno occupato i più alti scranni della nostra Repubblica. Il primo lo abbiamo visto a La Sapienza difendere con enfasi grottesca Papa Ratzinger, impedito di metter piede in quell’ateneo dai suoi stessi compagni di cordata; critico con il Partito Democratico selezionato da Veltroni, reo di aver costituito una forza destabilizzatrice dell’intera sinistra italiana, quando, premonitoriamente, ha dichiarato la morte della sinistra: “…in appena tre mesi dalle primarie il governo e' sull'orlo di una crisi, i Ds non ci sono piu', con l’avvento del Pd non c'e' piu' l'Unione, non c'e' piu' il centrosinistra…”. (AGI 24.1.200). La delusione di Mussi e di altri suoi compagni potrei farla mia, pur essendo da sempre contrario all’ideologia comunista, fa compassione, la stessa tenerezza che suscita Mastella quando lamenta di essere il capro espiatorio di faide interne alla sua stessa coalizione legata ad una ben individuata fazione della magistratura. La seconda mi ha fatto compassione per la patetica difesa di Prodi in parlamentio. Fanno tenerezza questi personaggi, spesso patetici (per chi ha assistito in diretta la fiducia), non foss’altro per il rispetto che si deve al principio della democrazia nella quale l’opposizione è comunque la linfa della democrazia.

Tuttavia se con la memoria vado a considerare quali e quanti veleni nell’arco della loro breve storia hanno disseminato, attaccandosi ad una ideologia contraria alle volontà ed alle coscienze delle comunità locali, anche alla luce di qualche beneficio, il bilancio finale è negativo. Diceva bene don Lorenzo Milani, quando colloquiando con il Mazzerelli poco prima della sua scomparsa che “il comunismo dove è al potere lenisce qualche miseria, ma ne fa nascere altre riuscendo ad imporre che, di questi fallimenti, solo pochi ne parlino…” “…ma non andrà lontano” (Il riscatto Dehoniane, Na, 1980). Forse la profezia si è avverata, solo che si sta avverando mettendoci in ridicolo agli occhi del mondo dovuto alla testardaggine di un personaggio come Prodi che passerà alla storia per la sua pervicacia luciferina. Ma la sentenza di morte era da tempo annunciata e pochi ne avevano fatto menzione. Essa proviene da un laico, Pietro Calamandrei, laddove lucidamente sessanta anni fa preconizzava: “Quando i voti si danno non più per fedeltà alle proprie opinioni, ma per calcoli di corridoio in contrasto con la propria coscienza, il sistema parlamentare degenera in parlamentarismo e la democrazia è in pericolo" ( Il Ponte 1947).

L’argine a questo ”pericolo”, ironia della sorte, ora è tutto nelle mani di un capo di Stato comunista, pentito di aver approvato l’invasione di Praga da parte delle truppe sovietiche. Qualcuno direbbe che questo è l’ultimo canto del cigno, io invece penso sia la logica conseguenza di una ideologia perversa che con la propaganda ha illuso generazioni di uomini: dovunque essa si è presentata ha provocato danni. A vent’anni dalla dissoluzione della struttura statale dell’Unione sovietica seguita al crollo del muro di Berlino, da noi si erano arroccati nelle leve del potere come gli ultimi mohicani a difendere un pauperismo, collaterale ad un islamismo di stampo medievale, assumendo a capo dei loro desiderata un maniaco del potere, tentando pervicacemente ed ossessivamente di rifondare, con tutta la supponenza di cui sono portatori, quello che essi considerano il paradiso in terra. Più che Mastella e Dini, è stata la vendetta della Storia che, peraltro, li aveva gia condannati alla disfatta.

Francesco Pugliarello

martedì 22 gennaio 2008

FINALMENTE L'INCUBO E' FINITO...

BREVEMENTE

Mastella è uomo d'onore: la parola è parola. Quando ad un uomo del sud tocchi la famiglia, non c'è scampo. Le prime avvisaglie si potevano intuire l'altro giorno, quando si seppe dell'avviso di garanzia inviato dal magistrato di Napoli a Berlusconi; intuendo che eravamo prossimi ad una crisi di governo, ho immediatamente messo sul tavolo una bottiglia di spumante. L'opposizione attendeva da tempo questo momento. Attendeva un passo o di Dini o di Mastella; il tanto atteso momento è partito. Ma Dini non è Mastella…! Come un detonatore il Mastellone ha sbaragliato tutti ed ora sputerà tutti i rospi che ha dovuto ingoiare in questi anni di convivenza con i sinistri supponenti. Ora il pallino del gioco passa nelle mani di un comunista DOC. Staremo a vedere.

Sarà un bel divertimento…, se non fosse uno psicodramma, purtroppo per noi italiani! Per chi avesse visto la notte scorsa Porta a Porta avrà notato come è infuriato il leone di Ceppaloni: rimbeccava punto per punto sul fuoco di fila dei giornalisti presenti; non vi dico la faccia di bronzo del grande affabulatore rifondarolo di Sansonetti che stava per prendersi una querela dal Mastellone. Nè vi dico di quali e quanti colpi bassi ha lanciato il ceppalonino da lasciare allibiti i quattro direttori di giornale presenti, compreso il commentatore del “Sole 24ore” che cadeva dalle nuvole. Questa frase di Mastella è sintomatica: "Da uomo di centro, ho sempre guardato a sinistra secondo la lezione degasperiana…”. L’onestà intellettuale di quest’uomo, tra tanti lupi famelici, umanamente parlando, fa tenerezza.

Se questo è fare politica!? Non v’è dubbio che il cataclisma questa volta parte dal sud e precisamente dagli attriti tra i boss di quella regione, Bassolino e Pecoraro. Pensate quali e quante giunte di sinistra della Campania, appoggiate dalle truppe mastellate (quelle che con il loro voto hanno mandato Prodi al governo del Paese) cadranno. Ne rammento solo una: ad Orta di Atella (CE), il sindaco Brancaccio DS, salito agli onori di questa cittadina di 20.000 abitanti con il 94% dei suffragi, a seguito di un avviso di garanzia del tribunale di S.Maria Capuavetere, in cui subito dopo si scopre essere stato un buco nell’acqua, il Brancaccio lascia i DS per passare nell’Udeur quale consigliere regionale al fianco della Lonardo. Credo che dietro tutto questo bailamme potrebbe esserci qualche soffiata del Vaticano. Che ne pensate? Troppe sono le coincidenze. Guarda caso Bagnasco spara a zero sul Governo quando riferisce che fu Palazzo Chigi a scoraggiare il Papa ad andare a La Sapienza; la presenza di Mastella in piazza San Pietro ed infine l’accenno ai consigli ricevuti dall’ “amico fraterno” Giulio Andreotti…

Francesco Pugliarello

venerdì 18 gennaio 2008

LETTERA APERTA AI SIGNORI DELL'ISLAM

Nota: ripetuta dal novembre 2007

Per carità cristiana, signori esponenti della religione musulmana un po’ di coerenza, o meglio,un po’ di serietà nelle vostre esternazioni. Almeno mettetevi d’accordo tra di Voi, superate con umiltà i vostri equivoci prima di scombussolare il quieto vivere nelle nostre e nelle vostre Comunità!
Leggevo una disputa di alcuni anni addietro (credo del 2001) tra i due massimi rappresentanti dell’Islam contemporaneo, Mohamed Tantawi - direttore della prestigiosa Università di Al-Azar del Cairo, nonché centro mondiale dell’Islam Sunnita- ed il capo degli Sciiti Yusuf al-Qaradawi, che accusava il primo per una fatwa in cui affermava che “…il martirio ed il suicidio sono da condannare in ogni caso”. L’accusa era quella di essere fuori dalla storia perché “… ancorato al primitivo messaggio di pace insito nel Corano” e lo rimproverava di non riuscire a “vedere l’Islam minacciato in varie parti del mondo”. Al-Qaradawi concludeva in modo sferzante che il Jihad, in questo momento storico “è un obbligo per tutti i musulmani… molto più che in passato”.

Questa frase agghiacciante, se riportata fedelmente, mi lascia interdetto e spero che Lei l’abbia ritrattata. Signori, vi pregherei di avere almeno il coraggio di assumervi le vostre responsabilità; di lavare al più presto i vostri panni in casa, prima che sia troppo tardi, perché mi risulta, dalle parole di esponenti dell’amministrazione statunitense, come il comandante supremo delle truppe mediorientali (John Abizaid) che la più grande minaccia per tutti sta nella guerra civile strisciate tra sciiti e sunniti giocata in quel dell’Irak e che, data la ferocia quotidiana degli attacchi, “potrebbe un giorno allargarsi a macchia d’olio in tutto il Medio Oriente con ripercussioni inimmaginabili”. Questo a causa di una deliberata strategia fondamentalista pilotata dalle milizie sciite sostenute dall’Iran da un lato e dai ribelli fondamentalisti sunniti di Al Qaeda dall’altro.

Chiaritevi tra voi una buona volta per tutte e non giocate al massacro adducendo a pretesto ancestrali ricordi, passati e sorpassati dagli eventi purificatori del tempo. Perché rimuginare su un periodo storico triste in cui le nostre e le vostre spade sparsero tragedie nei tre Continenti? Oggi non si “gioca” più con le spade, ma con armi più pericolose che provocano distruzioni di massa! Vada, Signor Qaradawi, piuttosto a controllare che fine fa il fiume di denaro che piove da tutto il mondo sugli gli hezbollah libano-palestinesi!

Pubblicato da Francesco Pugliarello 15.29 del 25.11.2007

L’IMPOSTURA ANTICRISTICA, UN INTRALCIO ALL’AMORE PER IL PROSSIMO

Viviamo in un periodo storico di grande sofferenza e di crisi dovuti al decadimento dell’etica pubblica e della morale privata. In tutto l’Occidente e non solo, dilaga una violenza che mina la civile convivenza e scuote le coscienze creando uno stato di diffuse insofferenze fino a creare reazioni xenofobe. Le chiese e le moschee, nonostante la volontà di edificazione e la fame di spiritualità, sono sempre più vuote di fedeli. Seppellendo le domande più importanti sull’esistenza, credendo di sentirsi adulto, l’uomo pensa di essere in grado di assolversi da se. Per certi scienziati che dell’antagonismo hanno fatto la loro fortuna come Philip Roth in “Everyman” con “Perché non possiamo essere cristiani”, Dio è visto come un ingombro o peggio una fantastica impostura: sono i moderni “taglialingua” come li Chiama Magdi Allam o i senza Dio che, autoproclamandosi i giudici della nostra cultura occidentale non s’accorgono che, disconoscendo la sacralità della vita e quindi fomentando la sua inutilità diffondono odio. Gli ultimi colpi di coda provengono dai 67 docenti de La Sapienza, un gruppuscolo al limite del “satanismo” che ha impedito al teologo accademico Papa Ratzinger di parlare in un’università, peraltro come tutti gli antichi atenei europei, fondata da un Papa agli inizi del XIV secolo.
Parlando di “tenebre”, sia nell’ultima enciclica di Benedetto XVI (Spe salvi), sia nelle encicliche dei suoi predecessori, si ha la netta sensazione che sulla Terra aleggi un fantasma che si presenta sotto le spoglie del benefattore nel tentativo di ricacciare le Chiese nelle catacombe e vederle ridotte al silenzio: quel “silenzio” che nel secolo scorso vide la Russia dei Soviet trucidare centinaia di migliaia di religiosi. Nell’indifferenza collettiva, siamo arrivati finanche alle accuse d’ingerenza sferrate dai fiancheggiatori dell’islamismo radicale. Non molto tempo addietro, in un articolo apparso su un diffusissimo sito web d’ispirazione salafita, l’autore invitava a “denunciare” il cardinale Giacomo Biffi per aver inviato una raccomandazione al Governo intesa ad “adottare maggiori controlli sugli immigrati e a far rispettare il giusto principio della reciprocità”. Tollerare accuse di intrusioni Vaticane nella vita politica del nostro Paese da chi di frammistione tra fede e politica ne ha fatto una bandiera per la propria conquista, peraltro sostenuti da certi settori politici orfani di un socialismo reale, non è più sostenibile. Non reagire alle provocazioni di chi propone dialogo mentre tace sulla sacralità della vita e riduce Cristo a profeta precursore di Maometto, è semplicemente fuorviante.
Qualcuno aveva già previsto tutto questo.
E’ Vladimir Soloviev, uno dei maggiori filosofi dell’epoca che già alla fine dell‘800 preconizzava l’avanzata “anticristica”, ovvero dei trafficanti della parola di Dio a proprio vantaggio. Soloviev accusava le nascenti filosofie relativistiche e il torbido irrazionalismo romantico di voler rovesciare contro il cristianesimo una valanga di accuse, perché, secondo quest’ultimo “la legge dell’amore verso il prossimo avrebbe ostacolato la naturale selezione che è possibile solo senza l’intralcio della morale cristiana che difende i deboli a danno dell’essere superiore che tende ad affermarsi nella pienezza della sua volontà di potenza”. In una famosa parabola, allegata a “I tre dialoghi” (edizioni Marietti, 1996), emerge la figura di un Anticristo tutt’altro che malfattore, ma di un convinto spiritualista che crede nel bene e perfino in Dio, un ammirevole filantropo aperto a tutti, un pacifista, un moralista, un uomo integro, impegnato e solerte che vuole abolire la guerra e condurre l’umanità alla salvezza. Ma per raggiungere questi obiettivi bisognava ridurre la Chiesa al silenzio. Soprattutto, da eccellente dissimulatore, si dimostrerà un grande ecumenista, capace di dialogare "con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza”.
Pochi anni dopo, in piena Belle Epoque in cui nulla faceva presagire il peggio, Robert Benson pubblica un corposo romanzo a sfondo fantascientifico di straordinaria attualità “Lord of the World” (ripresentato nel 1987 da Jaca Book), in cui profeticamente descrive il mondo d’oggi con le sue inquietanti realtà. Parlando agli uomini del suo tempo, Benson prevede eutanasia legalizzata e assistita, attentati a catena con attentatori kamikaze, il crollo dell’impero russo, la crisi delle religioni e, sotto l'avanzare di una nuova mistica universale, preti che lasciano il ministero. Fatti che si susseguono sotto i nostri occhi! Che cosa, infatti, si chiede ai seguaci di Cristo se non la riduzione della propria fede ad una pura morale personale, capace di raggiungere l’universalità e fondare una società più giusta? Entrambi gli autori avevano preconizzato l’apostasia anticristica; non attraverso una cruenta persecuzione ma con lo sviluppo di una nuova ideologia: l’umanitarismo dal volto umano. Nel loro “magistero” la militanza di fede è ridotta a mera filantropia, il messaggio evangelico è identificato nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni e la Chiesa di Dio è scambiata per un’organizzazione di promozione sociale. Siamo sicuri che essi non abbiano davvero previsto ciò che effettivamente sta avvenendo, e che non sia proprio questa oggi l’insidia più pericolosa per la "comunità redenta dalla croce e dal sangue di Cristo”? si domanda il Cardinale Giacomo Biffi. E’ un interrogativo inquietante che non dovrebbe essere eluso, perché non proviene da un qualunque militante che diffonde suggestioni per ottenere posizioni di prestigio come nel caso dell’attesa del “madhi” di certe comunità musulmane che, persuase di essere gli eletti, la sfruttano a scopo personale, ma da inconfutabili tesi di lucidi intellettuali che hanno il dono di leggere i segni della storia.
Francesco Pugliarello

mercoledì 16 gennaio 2008

Papa Ratzinger e La Sapienza

Benedetto XVI aver declinato l'invito del responsabile dell'ateneo più antico d'Europa, peraltro fondato da un Papa, ha disvelato al mondo dove si annida il gruppo degli anticristo che spargono odio e intolleranza fra le giovani generazioni.

Ora, dopo aver infangato nel mondo la dignità del popolo italiano, i novelli farisei, capeggiati dal ministro della cultura Mussi, si battono il petto invocando perdono ai piedi dello scienziato della cattolicità.

Mai s'era visto un affronto simile da parte di un gruppuscolo di pseudoscienziati armato di livore, negare l'accesso in un libero territorio della cultura come quello subito da un accademico di fama internazionale come il Ratzinger.

La gravità del fatto sta a testimoniare quanto l'etica pubblica sia caduta in basso nella patria del diritto e della cività come il nostro Paese. Questo induce gli uomini di buona volontà a reagire con ogni mezzo che la democrazia mette a disposizione.

Francesco Pugliarello