lunedì 30 aprile 2007

lo zapaterismo di matrice ateo-socialisteggiante che imperversa in Europa

Da più parti viene riconoscito che i gesti scellerati, di invasati o meno che siano, indirizzati a intimidire il capo della CEI, Bagnasco, hanno il preciso scopo di colpire al cuore gli Italiani legati alle proprie radici culturali. Anche se non si vuole enfatizzare, nella speranza che sia opera di alcuni mitomani, incombe la necessità di far luce su questi fatti .
Significa colpire la rinascita della fede nel nostro Paese che si è intravista, sebbene ancora timidamente, già in occasione del referendum sulla procreazione assistita in cui si è scoperto che la maggioranza del nostro popolo, pur se riluttante ad approfondire le ragioni di quelle problematiche, ha dimostrato di essere con la Chiesa. In quell’occasione, l’altissima astensione ed il 90% dei voti contro la legge 40 (varata l’anno precedente) rappresento un chiaro segnale di risveglio dei valori, peraltro riconosciuto dagli stessi i antiabrogazionisti. Gli stessi antireferendari, da veri laici come Capezzone e Borselli, riconobbero la necessità di un ripensamento sul sentimento degli italiani.
E’ una vecchia storia quella dell’ostracismo alla Chiesa che affonda le sue radici in una cultura ideologica pregiudiziale che risale ai moti del ‘68 e che periodicamente riaffiora nel nostro Paese. L'obiettivo è l'annientamento di tutto ciò che è considerato un ostacolo alla instaurazione sulla terra di un’utopia feroce dura a morire, che prende le mosse da un non ben precisato antipapismo giacobino che ha imperversato per tutto il secolo scorso: la banalizzazione di tutto ciò che è borghese unitamente a tutto ciò che è capitalistico e globalizzato. Eppure qulle sommosse che scossero il mondo erano guidate dai figli della borghesia. I “figli minori” di costoro, sentendosi culturalmente sempre più spiazzati, perché inascoltati, incapaci di accettare la realtà, si rifugiano nell’estremizzazione, affidandosi alla forza della violenza. Per costoro, quello che conta non è cosa pensa il popolo, ma distruggere chi la pensa diversamente da loro. Parallelamente all’assottigliarsi di questa ideologia, cresce in Italia il numero delle persone che hanno compreso che la Chiesa non si muove, come un tempo ormai lontanissimo, per basso calcolo politico, ma per ideali forti, ideali che serpeggiano nel nostro tessuto sociale.
L’analisi del fenomeno, come accennavo andrebbe estesa ai cosiddetti “cattivi maestri” che dall’alto delle cattedre contestano alla Chiesa il diritto di “fare il Suo mestiere”. Probabilmente temono un ritorno al potere temporale che la storia e il diritto hanno definitivamente sotterrato relegando il Suo magistero ad impartirlo verbalmente lasciando libere le coscienze di accettarlo o meno.
Chiusi nel loro sapere certi laicisti esasperati non s’accorgono di non saper più dare risposte ai grandi interrogativi sul mistero della vita che emergono nelle nuove generazioni; o forse si accorgono e per questo ripiegano verso più facili scorciatoie: quelle di chiedere la statalizzazione dei matrimoni omosessuali e la manipolazione genetica. Ma “i nostri laicisti” libertari, non si sono sempre detti “nemici dello Stato ficcanaso”? La verità secondo il professor Ruggero Guarini è che “la cultura laicista non sa più dare nessuna risposta seria”.
La riprova la prediamo dalla patria del liberalismo, tanto cara ai relativisti nostrani (Gran Bretagna) che di recente ha approvato una legge sull’obbligo dell’affidamento dei piccoli alle coppie di fatto ed a quelle omosessuali che ne facciano richiesta, esautorando di fatto le agenzie cattoliche da quel compito. Ciò a seguito del varo dei "Civil Partnerships", in vigore da 5 dicembre 2005, noti come l'equivalente dei matrimoni per i gay: Legge che viene aspramente contestata dagli ebrei e finanche dai musulmani che, sulle coppie omosessuali hanno le stesse idee.
Questo è lo zapaterismo di matrice ateo-socialisteggiante che imperversa in Europa ed in alcuni Paesi dove la presenza cattolica è meno efficace.

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