domenica 22 aprile 2007

Urgono chiarimenti sulla disputa Chiesa-questione ebraica

Con questa lettera inviata oggi a IL GIORNALE di Belpietro,ho proposto di approfondire l'annosa disputa sollevata da Pezzana e Tornielli, nella speranza che si faccia chiarezza sull'annosa questione che a ben vedere riguarda sia la cattolicità che l'ebraicità, pilastri fondanti del nostro Continente.

Sul sito web amministrato da Angelo Pezzana in questi giorni appare una polemica alquanto stucchevole che tuttavia, per l’importanza dell’argomento che affronta, suscita un forte impatto emotivo-intellettuale nei lettori. Trattasi della questione sionismo-antisionismo, molto cara al Pezzana, che periodicamente riaffiora nell’opinione pubblica ed oggi si riacutizza in vista della canonizzazione di Pio XII. Prendendo di mira gli articoli pubblicati dal vaticanista di codesto Giornale, Andrea Tornielli, il predetto lancia accuse pesanti al Vaticano. Accuse che ad un lettore attento possono apparire grottesche e pretestuose.
Sostenendo il disinteresse mostrato da Pio XII all’epoca della shoha nei confronti del furore nazista verso gli ebrei, il Pezzana arriva ad adombrare una non meglio precisata connivenza di questo Papa con il nazismo.
Come chiunque può constatare, tutta la documentazione riportata su quel sito dal Tornelli, a testimonianza della innocenza del Papa Pacelli, viene contestata dall’indomito interlocutore frase per frase, parola per parola, con puntigliose precisazioni di carattere squisitamente terminologico che, personalmente, trovo stucchevoli e pregiudiziali dal momento che il Pezzana, probabilmente preso da furori “iconoclastici” non è in gardo di contestualizzare.
La copiosa testimonianza di prima mano prodotta dal vostro giornalista dimostra invece l’energica azione dissuasiva portata avanti dal Pontefice dell’epoca. Vedasi a titolo di esempio un comunicato reso pubblico dell’agenzia stampa tedesca Kma del 24.12.1940 in si cui evidenzia, tra l’altro, la tempestiva presa di posizione di Papa Pacelli contro l’azione nefasta intrapresa da Hitler laddove si legge: “…i cui orrori noi, fin dall’inizio denunciammo…”. Per fare un ultimo esempio dell’evidente pregiudizio del Pezzana nel trattare l’argomento, accusa il Vaticano di genericità e di inerzia, considerando che lo “sterminio di popolazioni semite”, denunciato a più riprese da Pio XII, non si tratterebbe specificatamente di “sterminio di ebrei”… Pur dando per scontato “il generoso aiuto ricevuto dai singoli cattolici…”, quel popolo che ha tanto sofferto dovrebbe, secondo il Pezzana dovrebbe essere riscattato da una assunzione di responsabilità e quindi con la richiesta di scuse, che il Vaticano in anni successivi non avrebbe mai espresso pubblicamente. Volendo giustamente rimanere fuori dalla controversia intrapresa tra i due esperti, me e, credo anche i lettori, ci domandiamo se sia opportuno rivolgersi al capo della cattolicità ricattandoLo con minacce, non tanto velate, di voler riaprire “la pagina della Santissima inquisizione” riferendo, peraltro, l’opinione (non ancora appurate dalla storiografia) secondo cui “le leggi razziali non sarebbero state emanate senza il consenso della Santa Sede”. Frasi agghiaccianti che meritano chiarimenti.
Ci sono due posizioni in forte in contrasto che andrebbero quanto prima chiarite alla luce della documentazione storica. Benedetto XVI, oggi stesso, in occasione dell’incontro con i malati, dice di essere “tormentato dalla questione della verità”; allora si affretti a liberarci da questo incubo, disponendo quanto prima l’apertura degli archivi vaticani su questo tema, come da più parti si richiede.
Grazie per l’attenzione.

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