lunedì 8 ottobre 2007

PERCHE' BERLUSCONI HA DETTO NO ALLA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI

1° - Sappiamo tutti che l’articolo 56 della Carta Costituzionale prevede esplicitamente il numero tassativo di 630 deputati e di 315 senatori (art. 57).

Pertanto una modifica della Costituzione comporterebbe sopportare questo Governo fino al termine della legislatura in quanto si tratta di una legge di revisione della Costituzione. Ciò significa che i lavori delle camere verrebbero rallentati di molto, A TUTTO DANNO DELLE RIFORME, perchè il disegno di legge dovrebbe passare per sei volte in assemblea “con intervalli non minori di tre mesi” l’uno dall’altro. Nella seconda votazione, per proseguire il suo iter, deve essere approvata a maggioranza assoluta, e in Senato sarebbe problematico. In tal caso, alla fine dell’iter la legge scaturita dovrebbe essere "sottoposta a referendum popolare, qualora 500.000 elettori o un quinto dei parlamentari o cinque Consigli regionali ne facciano richiesta”.
In tal modo neanche per le calende greche avremo la tanto sbandierata riduzione dei costi della politica. Frattanto l’attuale Governo può vivacchiare tutto il tempo che crede, continuando ad impoverirci tutti, come l’estrema sinistra auspica.

2° - Per la Cdl, far passare la proposta di riduzione dei parlamentari alla sinistra, col sistema elettorale vigente, significherebbe creare un soviet ristretto dei “migliori” a tutto danno di una reale democrazia.

3° - Si obietterà che anche il Berlusconi, sostenuto da AN e dalla Lega, quando erano al Governo fecero la stessa proposta. Ma si ricorderà che essa non ebbe seguito per il diniego dell’UDC.

4° - Da quanto detto si deduce che l’attuale proposta, nel seguito dei lavori parlamentari, i partitini presenti in questo schieramento accamperebbero gli stessi diritti dal momento che vedrebbero erose
le loro aspettative di allargamento della base elettorale, così come prevedeva l’UDC nella scorsa legislatura.

In sostanza, la proposta è una gran furbata oltre che demagogica, inopportuna e fuorviante.
A questo punto poco ci sarebbe da meravigliarci se i tre partiti della coalizione di centrodestra votando a favore avrebbero fiutato, nella riduzione dei parlamentari, la possibilità di papparsi solo per sé quegli amenti che al momento sono stati congelati. In tal caso potrebbe trattarsi veramente di una delle ennesime truffe operate a danno del popolo bue. Di fatto la “casta”, al momento opportuno scongelerebbe gli aumenti semestrali delle indennità parlamentari a tutto vantaggio dei pochi eletti.
Alla faccia della riduzione dei costi della politica...!

Ancora una volta il Berlusca, rischiando l’impopolarità su una proposta di grande impatto emotivo, al momento gradita all’opinione pubblica, dimostra non solo un fiuto da vero statista ma principalmente una grande stima nell’”intelligenza politica” dei suoi connazionali.

P.S.
Sarà pure una mia fissa, ma se riflettiamo più a fondo, a chi giova questo temporeggiamento?
a) al recupero del consenso perso in quest'ultimo anno e mezzo perchè nel frattempo matureranno i tempi, con l'acquisizione della cittadinanaza breve, di recuperare i voti degli extracomunitari, loro compagni di merende;
b) ad evitare le riforme o ridurle all'osso; ciò significa anche "sdraiarsi" al volere dei Fratelli Musulmani (salafiti) che, per loro natura, rifuggono dalle teorie riformiste: le predicano in tutto l'Occidente!

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