giovedì 24 maggio 2007

OMOSESSUALI, MISOGENI INVOLONTARI ?

Nessuno prima d’ora aveva mai osato offendere la Madonna come quella venerata dai bolognesi, loro patrona, per motivi politici, anche in momenti molto caldi della città e del Paese. Non potevano che essere i soliti fiancheggiatori di estrema sinistra, con un ulteriore episodio di stupidità omosessuale. Manifestare la loro condizione, distendendosi presso le porte del sagrato di una cattedrale che accoglie la presenza di un’immagine che da almeno sei secoli “scende” dal santuario edificato sulla collina del Monte della Guardia alla periferia della città, è OFFENDERE L'IMMAGINE DELLA DONNA.
Ella rappresenta per i bolognesi E NON SOLO PER I BOLOGNESI, uno status identitario, perciò questa azione dimostrativa, oltre che una offesa alla pietà popolare stigmatizzata dal Sindaco Cofferati, è una profanazione stupida e senza senso.
I detrattori vedono la Madonna “[i] un’entità astratta creata negli ultimi 2000 anni dai fedeli[/i] ”.
Data la loro palese ignoranza che li spinge alla trasgressioone da osare su tutto e su chiunque, è il caso ricordare loro alcuni concetti circa i comuni principi identitari del nostro Paese e non solo.
La venerazione per la Madre di Dio alla quale furono intitolate le grandi cattedrali gotiche non nasce " negli ultimi anni 2000 ", ma si perde nella notte dei tempi. Un culto importato dai bizantini, chiamato Theothocos e radicatosi nel cuore dell’Europa agli albori del fatidico anno mille; precisamente a nord-est della Francia poi diffusosi su tutto il Continente con opere d‘arte di grande valore: espressioni di nobiltà e di equilibrio che il mondo ci invidia.
Esse stanno a testimoniare una pietà popolare che si ravviava nelle fasi storiche più difficili alla quale l’intelligenza popolare si affida per allontanare la prospettiva di imminenti sciagure. Così fu per l’Olanda e per il Belgio prima del secondo conflitto mondiale dove era presente un fortissimo nucleo missionario, così è oggi con gli ultimi Papi fino a Benedetto XVI il cui nome richiama anche il primo fondatore dell’Europa benedettina del VI secolo che diede inizio al fenomeno del monachesimo nel nostro Continente.
Questa immagine richiama il tipico amore incondizionato che una madre ha per il figlio: sempre pronta a scusarlo, ad assolverlo.

La lunga premessa, che sicuramente altri conoscono, ci serve per tentare di individuare il presente per proiettare sul futuro la sorte del nostro Vecchio Continente messo in discussione nei suoi valori fondanti, come mai prima d’ora, dalle atrocità disumane che provengono dai fondamentalismi, primo fra tutti l’Islam con la sua forte carica misogina.
Ebbene nella rappresentazione teologico-culturale il culto mariano è il rispetto per il ruolo femminile la cui presenza rappresenta la maternità divina: madre premurosa e discreta che segue i propri figli nelle avversità e testimoniata da numerose apparizioni, cui le prime risalgono ai prodromi della recrudescenza ateistica.
Come Giuseppe il figlio Gesù non la chiamano Maria, ma Donna, Madre a rappresentare l’importanza di questa figura per la nostra cultura. Maria chiama Gesù, Figlio. Dualismo inscindibile, come la famiglia, per i cristiani e per molti laici.
Donna nel senso di nuova Eva, madre di tutti i viventi. L’essenza di Maria è “DONNA” dunque, quel ruolo che l’islam vorrebbe oscurare anche da noi e relegare ad essere inferiore.
Un ruolo che nella storia del mondo è stato sempre al centro di numerose controversie interpretative. Nelle culture persiane e assiro-babilonesi è considerata capo famiglia e inserita a pieno titolo nel sistema matriarcale. Con la Bibbia essa viene affiancata all’uomo e riscattata nella sua equiparazione dal cristianesimo. Con l’oscurantismo barbarico prima, l’inquisizione e la caccia alle streghe poi, la sua condizione peggiora: cose che la Chiesa moderna ha definitivamente condannato, ma che ancora resta viva nella visione di una certa cultura massonico-protestante.

La presenza della donna nel sociale e la sua completa emancipazione viene definitivamente sancita nelle dichiarazioni dei diritti in America e in Francia.
L’atteggiamento fortemente misogino impresso nella mentalità islamica la relega all’inferno mente il paradiso è destinato solo alle vergini preposte ad allettare il maschio.
Nella visione islamica, al di là del momento religioso secondo cui essa è ontologicamente uguale all’uomo, nella vita pratica essa è soggetta a mille divieti che ne fanno un essere di serie B. Similmente a molte altre religioni orientali,come il confucianesimo è sottoposta all’arbitrio del marito e della parentela che decidono chi, quando e con chi sposarsi; ella andrebbe bastonata e “ripudiata” senza alcuna ragione, come “andrebbe relegata perennemente in casa” (Cor.IV:34)
Ci pensi l'ala esibizionista del “gay pride” prima di fare certi tipi di bravate. Così come sarà bene riconoscere nell'opinione pubblica occidentale la convinzione che l’assenza della donna nel mondo procura squilibri e violenze disumane.

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