lunedì 21 maggio 2007

lA STRUMENTALIZZAZIONE SU UN DATO DEMOGRAFICO

L’aumento costante delle conversioni all’Islam nei paesi dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti, a dispetto dell’immagine distorta fornita dai media, che tendono ad associare all’Islam tutto quanto di negativo possa esserci, sta a testimoniare il desiderio di una fede che dia all’uomo un ruolo attivo e partecipante, che enfatizzi la sua relazione diretta con Dio e che sia costante”…” L’Islam sta ottenendo conversioni nel mondo industrializzato per la sua abilità nell’adattarsi alla vita dell’uomo…”
Queste frasi,tronfie di vittoriosa euforia, sono il preambolo di un comunicato che si trova sul sito arabcomint.com, presumibilmente controllato dall’UCOII.
Magdi Allam ha già dato la sua acuta risposta domostrandone l’infondatezza circa il millantato ’ “aumento” delle conversioni all’Islam nei paesi europei e occidentali replicando che nel mondo musulmano “non esistono albi ufficiali degli aderenti all'islam, trattandosi di una fede che si basa sul rapporto diretto tra il fedele e Dio”. Confondere la realtà demografica, ribadisce Magdi Allam, è fuorviante perchè l’islam non è un blocco monolitico, ma una galassia molto variegata ed estremamente conflittuale. Per il cattolico viceversa la fede è documentabile da un atto formale dal quale c’è sempre la libertà di dissociarsi. Ciononostante negli ultimi dieci anni è crescita.
L’aleatorietà di questa statistica, riportata da molti organi di informazione, è testimoniata dal dato fornito dallo studioso egiziano Abdel Moneim Al Hefni che in una ricerca del 1999 ha calcolato che nel mondo erano presenti ben 759 aggregazioni tra comunità, sette e movimenti islamici con riti e interpretazioni del Corano molto diversi le une dalle altre. A noi vorrebbero darci a bere che il loro è un mondo felice, dove con la poligamia si possono spupazzare le donne che si vogliono...Ma la realtà la si conosce tutti. Da decenni sono in balia di furiose faide interne con un vertiginoso aumento di condanne per apostasia. La cattolicità in sé è unica con un unico rappresentante e fa parte delle famiglia dei cristiani che, in quanto a rilevanza numerica, i datio ci confermano essere la prima al mondo (uno ogni tre abitanti).
Le affermazioni di voluttuosa vittoria dal sapore di fanatica competizione, estremamente conflittuale che si manifesta fin dai suoi esordi, manifesta, come tutti sappiamo, la tendenza ossessiva di un mondo pesantemente ancorato a valori e riti tribali fatti anche di "arraffamento" (ghazwa). Proseguendo nella lettura di questo brano si scoprono frasi apodittiche come “La luce dell’Islam splenderà ad occidente”, perché esso “penetra profondamente nell’animo umano e ne impregna ogni fibra, con la sua forza e la sua freschezza”….”Gli occidentali, disillusi dalle storture delle loro società – criminalità, famiglie spaccate, droga, alcoolismo, adulteri, gravidanze di adolescenti – ammirano la sicurezza e la disciplina dell’Islam e sono rafforzati dai suoi precetti nella denuncia del male, ma poi si soggiunge: “nel dire “questo non è corretto”.
Come non dar ragione a queste osservazioni?
Ma quando, per confermare l’indagine, si afferma che “ l’islam sta a testimoniare il desiderio di una fede che dia all’uomo un ruolo attivo e partecipante, che enfatizzi la sua relazione diretta con Dio e che sia costante, si percepisce che l’Islam non è una copertura superficiale e questo è l’aspetto che maggiormente affascina il mondo secolarizzato” qui sfocia in una propaganda stucchevole che procede per astrazioni camuffando la verità dei fatti. Riprendono le nostre critiche interne per ritorcercele contro.
Poi prosegue con un crescendo di retorica che ricorda da vicino il “sol dell’avvenire” per il quale molti giovani del secolo scorso ne rimasero affascinati. In altre parole cercano di far leva sulla fragilità delle nuove generazioni con un dottrina ideocratica priva di fondamento reale al pari di tutte le dottrine totalitarie che nei secoli precedenti hanno obnubilato le coscienze e prodotto milioni di morti al loro affermarsi.
Per terminare riportiamo alcuni passaggi finali che dimostrano quali blandizie usano per catturare la buona fede di vittime ignoranti disseminando odio verso le altre fedi: “ Gli occidentali convertiti si accostano alla fede con occhi freschi, senza le costrizioni delle tradizioni orientali che spesso inquinano la purezza dell’Islam, evitando ciò che è culturalmente errato. Si avvicinano all’Islam delle origini, quello del Profeta e dei suoi Compagni, i Sahaba, perciò si può certamente affermare che la tradizione più pura, attualmente, è in occidente… Molti neoconvertiti sono idealisti che non cercavano una religione ma che hanno trovato un richiamo irresistibile nell’aspetto contemplativo e mistico della fede islamica, il Sufismo, descritto come “la perla nella conchiglia dell’Islam”… “Nella crisi di valori che attraversa l’occidente, un mondo che sembra fermamente ancorato alla sua fede, e che non mette in discussione né l’esistenza di Dio né, cosa più notevole, la necessità di una dimensione spirituale nella propria vita, diventa un interlocutore prezioso, uno stimolo, addirittura, a ricercare forme più adeguate per esprimere la propria religiosità e la propria spiritualità. L’Islam ha un suo codice di comportamento morale che lascia poco spazio alle interpretazioni personali ed aberranti; esso tende a rappresentare, anche per molti europei, un’alternativa globale alla civiltà occidentale di cui non si può non tenere conto.”
NOTE Sahaba è un termine riferito ai compagni che hanno seguito il profeta in vita, poi identificati in tutti coloro che credono in Maometto. Pensate che tra questi c’era il primo musulmano a convertirsi all’islam, giunto a Medina al seguito dell’egira di Maometto e che preclude al più lacerante scisma che la storia sacra ricordi e che si perpetua tutt’oggi: lo scisma dai sunniti in ordine al califfato per discendenza di sangue con Alì, genero e cugino di Maometto. Questa sarebbe la fantomatica religione tutta rosa e fiori?
Circa il Sufismo, in altra sede, http://www.ragionpolitica.it/testo.7250.jihad_europa_parte_dalla_francia.html ho cercato di descrivere, (su informazioni diramate dai servizi di sicurezza), come in Francia questa setta di predicatori itineranti, i sufi, reclutano e convertono all’islam giovani in cerca di una nuova identità, specialmente nelle periferie, dove il ritorno alla religione è fermento di lotta alla criminalità, alla diffusione della droga e alla richiesta di ordine e di regolarità. Il loro rigore determina nei soggetti più deboli un atteggiamento di chiusura verso l'Occidente ed offre il fianco a speculazioni da parte di formazioni estremiste islamiche, interessate a reclutare “carne da cannone” per il fronte della galassia terrorista.

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