mercoledì 21 marzo 2007

Lo scandalo dei DICO e l'assegno di reversibilità ai disabili

Rileggendo i 14 articoli sui “DiCo” trovo che la proposta si prefigge, in maniera surrettizia, di praticare la via zapateriana alla legittimazione dell’unione tra omosessuali. Cosa che in Spagna pare sia in via di un conclamato fallimento…! Affermo questo, perché non è un’operazione culturale di giusta e legittima ed attesa attenzione verso la problematica omosessuale, come si vuol far intendere all’opinione pubblica, bensì un’operazione , alquanto sottile ed ipocrita, in funzione di uno scavalcamento del dettato costituzionale per tracciare un solco verso una futura legalizzazione nell’ambito dell’Istituto della famiglia. Insomma un vulnus sottile che tenderebbe a rendere sempre pù affievolita una millenaria tradizione riconosciuta nel resto del mondo.La conclusione suesposta mi pare possa essere suffragata dal fatto che alcuni diritti (o benefici) previsti previsti nell’articolato sono già presenti nel nostro ordinamento; basterebbe attivarli.Per esempio: 1° - la possibilità di intestare per testamento un bene a chicchessia (naturalmente nel rispetto della legittima); 2° -per godere pressoché degli stessi diritti di una reale convivenza una richiesta inviata in Racc. A.R. al Comune di residenza e registrata presso un notaio e tanto altro da scoprire nel coacervo delle nostre norme.

E poi, perchè cotanta urgenza da investire addirittura il massimo organo Esecutivo, dal momento che esso riguarda apèpena qualche migliaio di casi? Forse una ghiotta occasione per seguire la moda europea dello scardinamento delle tradizioni secolari messe in discussione già dai '68ini? Almeno allora si contestavano le baronie e si praticava l’amore libero personale…, non quello legalizzato! Gran parte della classe dirigente attuale, viene da quella “ scuola” marcusiana e spinge affinché sia coronato un desiderio di gioventù: la fanatica realizzazione dei loro sogni a dimostrazione che sogni non erano...
Ma non registriamo un tasso di natalità tra i più bassi al mondo, al punto da dover chiamare giovani dall’estero? E allora non sarebbe stato più logico e più INTELLIGENTE incentivare con tutti i mezzi consentiti e da subito la FAMIGLIA?

A questo punto, pur concedendo la buona fede ai proponenti, legittimare un fatto sol perché in Occidente va di moda, per cui il senso della vita per essi è seguire il flusso della maggioranza, (cfr.direttiva 2004/38/Ce), ritengo sia non solo un inganno ma anche una mancanza di personalità di un Paese. La gente che ha buon senso, ovvero “cittadini/e adulti/e”, pur accettando amoreggiamenti complici e passeggeri, (perché consumati nel privato) rifiutano accoppiate di comodo e propendono per una rafforzamento delle politiche e della cultura per una sana e reale FAMIGLIA,(che è responsabilità) non foss’altro che per il rispetto dei più deboli (vedi figli, ragazze meno dotate, ecc.).

C’è un ultimo sospetto per cui mi trova ancora in disaccordo, laddove nell’articolo 6 qui riportato:
Permesso di soggiorno (articolo 6). "Lo straniero extracomunitario o apolide convivente con un cittadino italiano e comunitario che non ha autonomo diritto di soggiorno può richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno per convivenza. Il cittadino Ue convivente con un italiano, che non ha un autonomo diritto di soggiorno, ha diritto all’iscrizione anagrafica prevista dall’articolo 9 del Dlgs di attuazione della direttiva 2004/38/CE", intende voler privilegiare un qualunque extracomunitario sconosciuto nei suoi precedenti, anche se perseguito o condannato dalla legge del suo Stato di origine e da noi, in Occidente, rifugiato o autoesiliato (ve ne sono a migliaia!)– vedi il caso più recente alla metro di Londra i cui attentatori erano addirittura regolari cittadini inglesi o figli di immigrati di seconda generazione - Ma qui, sulla nostra penisola chi si sente garantito dal controllo alle frontiere...?
L’ultima perplessità, quella che più mi sta a cuore, è il caso di un congiunto disabile. Pertanto segnalo Leggi e Circolari di riferimento:
Circ.INPS 289 del 24.12.1991 (che riprende un concetto espresso nel DPR n. 18 del 1957);
L.n.33 del 29.02.1980- art.14septis.
L.222 del 1984 – art.5;
L. 381 del 8.11.1991;
Sent. 42 del 1999 Corte Costituz. 1999 (reversibilità X figli stud. Univ. han diritto a reversib.);
Circ.INPS n.198 del 29.11.2000 (ex Delib.INPS n.478 del 31.10.2000);
Circ.INPS n. 137 del 10.07.2001. Una volta analizzate, avrei piacere ricevere ulteriori ragguagli in merito.
Francesco Pugliarello

4 commenti:

Anonimo ha detto...

In Italia va così, pur se costerebbe meno incentivare le famiglie nostrare a fare figli, meglio assicurarsi quelli già incantiere o al seguito di orde di extracomunitari che mai abituati a ragionare con la propria testa, si spera di indirizzarli per votare a sinistra, cioè a chi gli ha dato il diritto di voto... e allora.... ecco giunto il momento di preparargli il terreno.

I dico non sono stati fatti per legalizzare i gay, ma per introdurre più stranieri possibili e dar loro la legittimazione al voto e alle possibili conseguenze che ne deriveranno quali la poligamia non ci farà caso poi nessuno, visto che saranno troppe le situazioni da sanare e bisognerà farlo.

Anonimo ha detto...

Non ci posso credere! RIMETTANDO IN ORDINE LE TESSERE DEL MOSAICO MI SEMBRA AFFASCINANTE E VERITIERA la tua IPOTESI.
MA SI PUò ARRIVARE A TANTA IGNAVIA? O è UN DISEGNO PREMEDITATO AL PUNTO CHE L'ODIO VERSO LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI HA RESO MIOPE E CIECO questo Governo?

Anonimo ha detto...

IO SONO GAY CONVIVENTE E POVERO,GUADAGNO 750 EURO AL MESE L'ALTRO E'DISOCCUPATO,I SOLDI PER IL NOTAIO CHI ME LI DA'?? TU?IO NON POSSO AVERE AIUTO DALLO STATO PERCHE' NON SONO UNA FAMIGLIA ALLORA IO FRODO LO STATO:NON PAGO IL CANONE RAI,NON PAGO LE MULTE,GIRO CON UNA MACCHINA CHE HA IL FERMO AMMINISTRATIVO,FACCIO FALSE DICHIARAZIONI PER NON PAGARE IL TIKET SANITARIO PERCHE' NON ME LO POSSO PERMETTERE. RIFLETTI E RISPONDIMI CARO STRONZO

francoazzurro ha detto...

Non rispondo agli insolenti, oltretutto anonimi che paragonano il loro status sociale con l'handicap intelletivo.