martedì 10 giugno 2008

SULL’IMMIGRAZIONE IL GOVERNO E’ SULLA STRADA GIUSTA

Francesco Pugliarello da L’Occidentale.it

9 Giugno 2008



Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Il conto della dimensione e dell’urgenza dei problemi che stanno per mettere in ginocchio l’intera economia del mondo occidentale si intrecciano con il vertiginoso aumento del prezzo del greggio e la massiccia immigrazione e ancora una volta, come il dopo 11 settembre 2001, la soluzione è affidata alla lungimiranza ed alla saggezza del governo Berlusconi.

E’ pur vero che buona parte del sovrapprezzo del greggio dipende dai Paesi energivori come la Cina e l’India ed anche dalla prospettiva dell’esaurimento dell’energia estrattiva, tuttavia ci sfugge che la radice di questo bubbone affonda nelle politiche miopi e lassiste del trentennio trascorso. Con la stretta imposta all’immigrazione illegale fino a renderla reato, il Governo certamente non avrà dimenticato che siamo caduti in un tranello, studiato a tavolino, dal cartello dei Paesi produttori di petrolio, che prende le mosse al tempo della costituzione dello Stato di Israele e si radica nella grande crisi energetica dell’inverno 1973. E’ come se l’Occidente, incapace di perseguire degli interessi comuni, avesse abdicato al potere del cuore e della ragione con la controversa “questione islamica”.

Il retroscena del ricatto subito da parte dei paesi produttori di petrolio, ce lo ricorda Bat Ye’or (Giselle Littman), nel suo “Eurabia” - come l’Europa è diventata anticristiana, antioccidentale, antiamericana, antisemita - testo che ha ispirato la nostra Oriana Fallaci. Questa signora egiziana, di nazionalità inglese, ha utilizzato il termine Eurabia da un preciso progetto politico promosso dalla omonima rivista fondata a Parigi nel 1975 a seguito della guerra del Kippur. L’ideatore del “Piano Eurabia” è Lucien Bitterlin, noto militante “pro-arabe”, presidente dell’Associazione per la solidarietà franco-araba, esecutore e finanziatore del Comitato Europeo di Coordinamento delle Associazioni per l’amicizia con il Mondo Arabo, un’organizzazione forse ancora attiva presso l’attuale Unione Europea.

Mentre infuriava l’aggressione araba impegnata ad estendere il nazionalsocialismo nasseriano sulla neo-democrazia israeliana, i rappresentanti dell’OPEC riuniti a Kuwait City, per punire l’Occidente per la sua politica filo-israeliana, che moralmente stava sostenendo lo Stato ebraico, decidono di utilizzare il petrolio come arma di pressione. Imposero l’embargo riducendo le forniture al lumicino quadruplicandone il prezzo fino a provocare una crisi energetica senza precedenti. In tal modo accelerarono il progetto integrazionista parigino: un ricatto inaudito in cui, per la prima volta, un paese vincitore soccombe alla coercizione dei vinti. Ad un mese da quell’intollerabile gesto, Georges Pompidou e Willy Brandt ritennero che fosse necessario ed utile promuovere una solida amicizia con quei Paesi, proponendo “petrolio in cambio di braccia da lavoro” (leggi immigrazione musulmana): una
ghiotta occasione per estendere il califfato sul territorio europeo. A quest’incontro ne seguirono altri con i rappresentanti della Lega Araba a Copenhagen, a Bonn, a Parigi, a Damasco, a Rabat: tutte manovre tese a sancire la “svendita” dell’Europa al Cartello musulmano ed ampiamente documentate nella rivista Eurabia.

Secondo la Bat Ye’or: “Il fine era quello di creare una identità culturale mediterranea pan-euroaraba che permettesse la libera circolazione di persone e merci e determinasse in modo pesante le politiche migratorie nella Comunità Europea”. Sennonché il risultato della politica dell’UE degli ultimi decenni, il cui progetto originario era “l’idea di garantire la pace in Europa, è stato invece rimpiazzato dall’altro progetto di ispirazione francese di unire l’Europa ed il mondo arabo in un unico blocco economico, politico, culturale e strategico contro Israele e gli USA” [atti del convegno 14 giugno 2007 presso la Biblioteca del Senato della Repubblica promosso da Marcello Pera]. Non a caso il cartello dei Paesi del Golfo stanno ammassando nei nostri forzieri bancari buona parte degli ingenti profitti petroliferi per poi apprestarsi ad acquistare pezzi di banche e di industrie al miglior prezzo, dopo aver strozzato la nostra economia.

Le sanatorie, l’aumento delle quote d’ingresso, offrendo persino alloggi e asili nido gratis, buoni bebè e altri privilegi e agevolazioni riservati a stranieri che non vogliono integrarsi, discendono da questi trattati che l’Italia del compromesso cattocomunista supinamente ha adottato. L’ultimo atto intimidatorio ci è stato rivolto da Saif El Islam, figlio del leader libico Muammar Gheddafi, quando al momento della formazione del nuovo governo, ha tentato di impedire con minacce diplomatiche la nomina a ministro di Roberto Calderoni. Ma Berlusconi, senza farsi intimidire peraltro anche dalla Lega araba, ha tirato dritto per la sua strada. Con questa mossa finisce l’epoca della sovranità limitata del nostro Paese; finisce la tolleranza all’ingresso alle frontiere di sconosciuti e di questo passo, ci auguriamo, finirà anche la costruzione incontrollata di moschee che nel tempo si sono rivelate covi di fazioni politiche che si contendono il nostro suolo e il più delle volte diretti da sedicenti capi spirituali privi di controllo e da oscuri personaggi provenienti dalle madrasse del Pakistan e dello Yemen finanziate con i petrodollari dei regimi sauditi, ma che nulla hanno a che vedere con la cultura e la civiltà del mondo arabo le cui tracce sono ancora presenti in molte regioni europee.

Bene infine ha fatto Berlusconi a rispondere alle critiche del Vaticano e dell’ONU convertendo il decreto sul reato di immigrazione clandestina in disegno di legge affidandolo al dibattito dei rappresentanti della sovranità popolare. E’ un monito che Bruxelles dovrebbe riconsiderare con grande attenzione.



from: http://www.loccidentale.it/articolo/sull%27immigrazione+il+governo+%C3%A8+sulla+strada+giusta.0052539

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1 commento:

AnnaV ha detto...

Strano!

Sembra un articolo dei nostri giorni e invece risale ad un anno fa.

E' decisamente verisimile, ma credi tu che tale lettura dei fatti trovi lettori interessati?

Secondo me l'Occidente dorme il profondo sonno della ragione (almeno per quanto riguarda la maggioranza degli europei) e quando si sveglierà sarà troppo tardi.

Ciao!

Anna Vercors