giovedì 17 aprile 2008

Perché la vittoria del ‘Popolo della Libertà’ è un evento epocale

Sento il piacere di rivivere una nuova svolta epocale nel sistema politico. Vedo questa vittoria del PDL come una sorta di un nuovo sessantotto rovesciato. E' la vittoria del bipartitismo, voluto e sanzionato dal popolo che riporta a pieno titolo il nostro Paese a livello dei maggiori Paesi del mondo civile. Il bipolarismo aveva prodotto coalizioni deboli e alleanze innaturali come innaturali erano le proposte di matrimoni alla zapatero.

La scomparsa dei comunisti e dei socialisti dal Parlamento italiano rientra nelle profezie di quel priore di campagna che, ricorderete ho già citato in altre occasioni allorché nel lontano 1967, prossimo alla fine della sua vita terrena, paragonò il comunismo alle serpi che “strisciano e speculano tra le innumerevoli miserie della terra… ma non vanno lontani…” che va sotto il nome di don Lorenzo Milani.

Conseguenza prevedibile dovuta all'equivoca politica di una classe dirigente che ostinatamente si aggrappava ad una finta falce e martello che aveva fatto il suo tempo, mentre il popolo andava maturando la vendetta che la storia aveva da tempo decretato. Essi potranno risollevarsi dalla cocente sconfitta (ce lo auguriamo tutti)solo se saranno in grado di ricostruire un progetto fondato sulla onestà intellettuale, altrimenti rimarranno accerchiati tra l’autonomismo nordista bossiano e quello sudista di Lombardo.

Se possiamo trarre una morale dalla vittoria del Popolo della Libertà, come al liceo ci insegnavano le favole di Fedro, potremmo affermare che l’opinione pubblica punisce chi pubblicamente disprezza e demonizza l’avversario politico considerandolo un nemico: è quanto la sinistra aveva elaborato nel rancore, costruendo la sua fortuna sulla mitologia del ricco da annientare.

Francesco Pugliarello

Nessun commento: