lunedì 17 dicembre 2007

L’ENCICLICA “SPE SALVI” E IL FANTASMA DELL'ANTICRISTO

In tema di aspre critiche ed attacchi dissennati alla Chiesa, accusata di frequenti irruzioni in questioni terrene, sarà il caso cominciare a porci qualche domanda di ordine valoriale. Cerchiamo quindi di fare luce sulla questione, tentando di andare al fondo dei fatti che giorno dopo giorno stanno rendendo rovente il clima sociale del nostro Paese. Al di là di certe sterili e pretestuose polemiche che alcuni tentano di attizzare, emergono sempre più insistenti richieste di maggiori tutele per la riaffermazione dei valori identitari della nostra comunità. E’ il mondo di coloro che sono nauseati dagli intrugli proposti dalla vulgata marxista, peraltro penetrata anche in certi settori del clero, (a partire dalla teologia della liberazione, dalla fissa psicoanalitica, alla gnosi di un certo ecumenismo conciliare, fino all’esegesi storico-critica volta allo svuotamento del messaggio evangelico), nel chiaro tentativo di ricacciare in soffitta le migliori espressioni dell’animo umano; quella ricerca di equilibri che una millenaria civiltà ha costruito: la ricerca degli equilibri tra il bello e l’utile, nell’arte, nei comportamenti sociali, nella scienza, in tutti i campi dello scibile umano. Tutti valori che, si creda o meno, promanano da una proposta presente nel messaggio evangelico.

Consapevole di essere nuovamente al centro di una fase delicata della nostra storia, anche per l'arrivo massiccio di elementi di religione diversa dal cristianesimo, Benedetto XVI, conscio di attirarsi accuse di ingerenza nei fatti del mondo, ha accelerato le riflessioni pastorali con l’ultima Enciclica, “Spe Salvi”. Questa seconda Enciclica, ponendo l’accento sulla crisi del mondo contemporaneo scaturito dall’ateismo modernista e dallo sfrenato consumismo è stata aspramente criticata per essere troppo razionale senza capire che, diversamente dalla prima, “Amore e carità”, si prefigge di raggiungere il cuore e la mente degli uomini di potere. Pochi si sono accorti che col solito piglio da grande teologo del nostro tempo ripropone a tutti gli uomini di buona volontà una riflessione sulle grandi questioni su cui si fonda il benessere ed il progresso civile e morale di una società: dalla libertà, alla famiglia - quale prima cellula di perpetuazione umana –, dalla fede alla ragione, dai diritti ai doveri verso il prossimo, tutte protese a dare un senso alla nostra esistenza.La Sue considerazioni di ampio respiro ecumenico, ripresentando alle coscienze di uomini civili gli eterni valori, fanno da contraltare al relativismo valoriale che ha finito per dilagare finanche nei vertici decisionali del Pianeta.

Rileggendo alcuni passi del Suo magistero si ha la certezza che sul mondo Occidentale si aggiri un fantasma che si propone di ricacciare la Chiesa nelle catacombe e vederla ridotta al silenzio. Quel “silenzio” che nel secolo scorso vide la Russia dei soviet trucidare centinaia di migliaia di prelati e di religiosi. Nell’indifferenza collettiva, siamo arrivati finanche alle accuse di ingerenza, sferrate dai fiancheggiatori dell’islamismo radicale che di frammistione tra fede e politica sono maestri! Non molto tempo addietro, in uno dei tanti articoli apparsi su un diffusissimo sito web musulmano, l’autore invita a “denunciare” il Cardinale Biffi per aver inviato una raccomandazione al Governo intesa ad adottare maggiori controlli sugli immigrati e di far rispettare il giusto principio della reciprocità!Strategia della tensione? Macchè, è strategia adottata per intimidire e svuotare il senso del messaggio biblico. I musulmani conoscono il cristianesimo attraverso il Corano e nel Corano si profetizza la venuta di Maometto, ultimo e definitivo profeta della salvezza dell’uomo. La Bibbia non la conoscono né la riconoscono. Per i dotti islamici Gesù è la riduzione a profeta di Maometto, per tal ragione essi ritengono la loro fede superiore alla nostra. Da qui la presunta superiorità di razza, autodefinendosi i detentori della verità rivelata in cui si invera il compimento del vero monoteismo preconizzato da Abramo all’inizio dei tempi; per cui Il resto del mondo vivendo nell’errore va redento a qualunque costo. A priori essi ritengono di essere nel giusto perché si autodefiniscono i perfetti, i veri amanti di un Dio e per Esso sempre pronti all’estremo sacrificio fino al martirio e noi, gli infedeli, debosciati da combattere con ogni mezzo. Un tempo con la spada, oggi con la parola. Provate a dialogare con un imam, scoprirete che vi osserverà dall’alto al basso con quell’aria di falso vittimismo, di sufficienza, apparentemente distratta ma pronto a rimbeccarvi e a stravolgere la realtà dei fatti, molto simile a certi signori della sinistra, sicuri di possedere la verità. Ciononostante al musulmano va riconosciuto il senso della grandezza di Dio.

Noi invece, abbagliati dal frastuono dell’idiozia mediatica, stiamo cadendo in balia dei moderni satrapi. Sui temi dell’evoluzionismo, come sui temi della manipolazione genetica, i media trattano un cristianesimo a buon mercato, ideologizzandolo: per i mestatori degli intrugli ogni occasione è buona per screditare la Chiesa. Cosa nascondono questi inopinati attacchi se non una forma di cristianofobia che da molti lustri imperversa tra le pieghe del pensiero illuminista, oggi riesumato in maniera maldestra da sedicenti intellettuali che, talvolta, fortunatamente vengono smascherati?

Eppure qualcuno aveva già previsto il degrado dell’Occidente. Sono Vladimir Soloviev, e Robert Benson tra i maggiori filosofi europei del fine ‘800 i quali fin da allora predissero l’avanzata “anticristica” ovvero dei trafficanti della parola di Dio per proprio vantaggio . Soloviev, che preconizzò la futura Unione Europa, leggendo i segni del tempo, accusava le nascenti filosofie (relativistico-nietzschiane, l’evoluzionismo darwiniano e il torbido irrazionalismo romantico) di voler “rovesciare contro Cristo e il cristianesimo una valanga di accuse, perché la legge dell’amore del prossimo ostacolerebbe la naturale selezione, possibile solo senza l’ostacolo della morale cristiana che difende i deboli a danno dell’ essere superiore che vuole invece affermarsi nella pienezza della sua volontà di potenza”. In una famosa parabola, allegata a “I tre dialoghi” (edizioni Marietti, 1996), Soloviev descrive l’Anticristo non come un malfattore, ma come un convinto spiritualista che crede nel bene e perfino in Dio, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte che vuole abolire la guerra. Ma per raggiungere questi obiettivi bisognava ridurre la Chiesa al silenzio. Soprattutto, da eccellente dissimulatore “si dimostrerà un grande ecumenista", capace di dialogare "con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza”. Robert Benson nel 1907 in piena “Belle Epoque” in cui nulla faceva presagire il peggio, pubblicò un romanzo di straordinaria attualità perchè descrive il mondo d’oggi, con le sue realtà e le sue inquietanti ipotesi, “Lord of the World” (Il Padrone del Mondo, Jaca Book,1987).

Nel suo romanzo fantascientifico Robert Benson, parlando agli uomini del suo tempo, prevedeva eutanasia legalizzata e assistita, attentati a catena con attentatori kamikaze, il crollo dell’impero russo, la minaccia di una guerra mondiale con scontri tra America, Russia e Cina, un papa di nome Giovanni dopo cinque secoli, la crisi delle religioni e, sotto l'avanzare di una nuova religione universale stile New Age, preti che lasciano il ministero. Fatti che si susseguono sotto i nostri occhi! Che cosa infatti si chiede ai cattolici se non la riduzione del cristianesimo ad una semplice morale personale separata da ogni metafisica e da ogni teologia, capace di raggiungere l’universalità e fondare una società giusta? In sostanza entrambi gli autori avevano preconizzato l’apostasia anticristica, non attraverso una cruenta persecuzione ma con lo sviluppo di una nuova ideologia: l’umanitarismo dell’anticristo dal volto umano. Nel loro “magistero” profetico, la militanza di fede è ridotta mera filantropia, il messaggio evangelico è identificato nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni e la Chiesa di Dio è scambiata per un’organizzazione di promozione sociale. Siamo sicuri ch’essi non abbiano davvero previsto ciò che effettivamente sta avvenendo e che non sia proprio questa oggi l’insidia più pericolosa per la "comunità redenta dalla croce e dal sangue di Cristo”? si domanda il Cadinale Giacomo Biffi. E’ un interrogativo inquietante che non dovrebbe essere eluso.

Francesco Pugliarello

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