domenica 6 maggio 2007

IL FANTASMA DELL'ANTICRISTO DI SOLEVIEV E LA DIFESA DEI VALORI

In questo clima di aspre critiche nei confronti della Chiesa, accusata di intromissione in questioni di politica, sarà il caso cominciare a porci qualche domanda di ordine valoriale. Cerchiamo quindi di fare luce sulla questione tentando di andare al fondo dei fatti che di giorno in giorno stanno rendendo rovente il clima sociale di questo Paese. Al di là di alcune sterili e pretestuose polemiche che alcuni tentano di attizzare, emergono sempre più insistenti richieste di maggiori tutele e di vedere riaffermata la propria identità. E’ il mondo di coloro che sono nauseati dagli intrugli proposti dalla vulgata marxista, peraltro penetrata anche in certi settori del clero, (a partire dalla teologia della liberazione, alla fissa psicoanalitica, alla gnosi di un certo ecumenismo conciliare, fino all’esegesi storico-critica volta allo svuotamento del messaggio evangelico), nel chiaro tentativo di ricacciare in soffitta le migliori espressioni dell’animo umano; quella ricerca di equilibri che una millenaria civiltà ha costruito: fra l’arte e la scienza, fra il bello e l’utile. Tutti valori che, si creda o meno, promanano da una proposta presente solo ed unicamente nel messaggio evangelico.
Consapevole di essere nuovamente al centro di una fase delicata della nostra storia, anche per l'arrivo massiccio di persone di religione diversa dal cristianesimo, la Chiesa, conscia di attirarsi accuse di ingerenza nei fatti del mondo, ha accelerato le riflessioni teologiche e pastorali: d’altronde la sua presenza è sempre stata segno di contraddizione. Cosicché viene ad essere sottoposta al tiro concentrico dell’orrore islamista e del relativismo laicista che giorno dopo giorno, assume foschi contorni di un giacobinismo dal sapore vandeano. E’ per questo che decide di farsi parte nel dibattito sulle grandi questioni che tormentano questo inizio di secolo. Impossibile venire a capo di questioni esistenziali senza l’aiuto della Sua millenaria saggezza. Le basi ultraventennali del magistero di Papa Ratzinger stanno tutte nella famosa "lectio magistralis" pronunciate a Ratisbona. Quel discorso ci ripropone la riflessione sulle grandi questioni su cui si fonda il benessere ed il progresso civile e morale di una società: dalla libertà, alla famiglia - quale prima cellula della perpetuazione di una società –, dalla fede alla ragione, dai diritti ai doveri verso il prossimo, tutte protese a dare un senso alla nostra esistenza, dal vivere al morire.
Queste riflessioni, come accennavo, fanno da contraltare al relativismo valoriale che dilaga da almeno due secoli nel vecchio continente e nell’Occidente in generale, ripresentando alle coscienze di uomini civili gli eterni valori. Nel “Trattato” fondante dell’Europa Unita, l’insieme di radici alle quali i cittadini attingono la linfa vitale sono state estirpate da questioni cavillose e prive di fondamento. Eugenia Roccella nel suo “Contro il cristianesimo”, sostiene che questa azione rivela chiaramente l’esistenza di un attacco che, in nome dei diritti umani, mira ad eliminare quel cristianesimo che per primo ha difeso la piena dignità di ogni uomo. “Ridurre la famiglia a mera istituzione culturale rendendola una merce di scambio, imporre la secolarizzazione contro le tradizioni religiose, ignorare la discriminazione nei confronti dei fedeli cristiani ed ebrei, manipolare le campagne di controllo della natalità, sono tutte strategie adottate per imporre un neopaganesimo che in nome della libertà dell’uomo finisce per togliere dignità e valore all’uomo stesso”.
In sostanza si ha l’impressione che sull’Italia e sull’Europa in generale, si aggiri un fantasma che si propone di ricacciare la Chiesa nelle catacombe e vederla ridotta al silenzio. Quel “silenzio” che nel secolo scorso vide la Russia staliniana trucidare centinaia di migliaia di prelati e di religiosi. Nel silenzio collettivo, siamo arrivati finanche alle accuse di ingerenza sferrate dai fiancheggiatori filo islamico-radicali, che di frammistione tra fede e politica sono maestri! In un articolo apparso nel 2000 sul sito kelebekler l’autore si arroga il diritto di “denunciare” il Cardinale Biffi per aver inviato una raccomandazione al Governo dell’epoca intesa ad adottare maggiori controlli sugli immigrati e di far rispettare il giusto principio della reciprocità.
Strategia della tensione? Niente allatto, è volontà di svuotamento del messaggio evangelico. Ma la cosa che più turba è di essere in balia di approssimazioni, di superficialità e di reticenze da parte di quasi tutti i media, quando affrontano argomenti che trattano il valore dell’esistenza, lasciando un Paese in balia della confusione. Sui temi dell’evoluzionismo, come sui temi della manipolazione genetica, i mass-media trattano un cristianesimo a buon mercato, ideologizzandolo. Per i mestatori degli intrugli ogni occasione è buona per screditare la Chiesa.
Sul tema della difesa della vita è appena il caso citare l’ultima dell’ateo Umberto Veronesi il quale, per screditarla, si serve delle risoluzioni emanate dalla gerarchia ecclesiastica; al fine di giustificare l’assunto secondo cui “la fine dell’esistenza” coinciderebbe “anche per il feto con la fine dell’attività del cervello”, quando invece, per coerenza scientifica, avrebbe dovuto riferirsi ai riscontri obiettivi ottenuti dai suoi colleghi statunitensi che nelle ultime ricerche di laboratorio documentano la totale “inesistenza di una batteria sicura di test che ci possa garantire il momento del decadimento totale e irreversibile delle funzioni encefaliche”. (cfr. il commento di Stefano Lorenzetto su “Il Giornale” del 5 maggio 2007, il quale si domanda se il feto viene trattato come “essere umano o un mero materiale biologico”). Un’ulteriore conferma dell’odio della sinistra comunistarda verso il mondo cattolico che si prepara al “family day” o meglio, al “dies familiare”, è quella del suo novello referente sul palco di un concerto “concertato” del 1° maggio. Chi è questo Andrea Rivera? Dove l’hanno scoperto? Chiaramente in una “stalla”, capace di beare il popolo gaudente imbevuto di “formattazione" ideologica. Non è un personaggio. E' uno dei tanti saltimbanchi allevato sul palcoscenico dei media attraverso un’equivoca trasmissione televisiva. Così fu per Masaniello, così per tutti i capipopolo. Ma le parole sono pietre e dalle parole di carta alle pallottole il passo è breve. Basta un qualunque esaltato ad attizzare il fuoco delle armi. Come certi “resistenti” dell’ultima guerra che stuzzicavano il nemico tedesco per poi scappare sulle montagne, lasciando i paesani in balia della rappresaglia tedesca, così quel capopopolo del palcoscenico mediatico oggi si discolpa trincerandosi nel gioco. Come i cattivi maestri del ’68 dalle cattedre universitarie aizzavano gli studenti alle rivolte di piazza, così certi concetti avventati, evocando rancori sopiti, seminano odio. C’è sempre qualcuno che li raccoglie e li concretizza e, in nome degli “oppressi”, passa ai fatti.
Cosa nascondono questi inopinati attacchi se non una forma di cristianofobia che da almeno due secoli imperversa nelle pieghe della libertà del pensiero illuminista, oggi riesumata in maniera maldestra da certi sedicenti intellettuali che, talvolta, fortunatamente vengono smascherati? Gli uomini politici non capiscono la Chiesa: per loro tutto fa brodo, pur di raccattare voti. Purtroppo siamo sudditi in balia di una classe politica in pieno caos, priva di idee, incapace di dare risposte serie al Paese, accartocciata su se stessa, presa dal miraggio della comoda poltrona. Assistiamo ad una radicalizzazione dello scontro politico, per certi versi salutare. Questo scontro, che qualcuno vorrebbe paragonarlo a quello del 1948, fa il paio con la radicalizzazione (molto più soft) presente in tutt’ Europa. A farne le spese sono proprio quelle sinistre che democratiche lo sono solo nel nome: a partire dalla Francia della Segolène Royal, alla rovinosa debacle di Tony Blair. A mio avviso è il segnale che i popoli del vecchio continente stanno imparando la lezione: che i tecnocrati del potere ed i fautori del multiculturalismo devono fare le valige ed emigrare altrove. Per loro non c’è più spazio in questo tormentato Continente. Chiudiamo le porte anche alla Turchia “che da secoli non fa più parte della nostra civiltà” invocava l’altra sera Sarkozy.
Eppure qualcuno aveva già previsto questo decadimento; è Vladimir Soloviev, uno dei maggiori filosofi europei e russi il quale già a fine ’800 predisse l’invasione anticristica. Il Soloviev, che preconizzò la futura Unione Europa, leggendo i segni del tempo, accusava le nascenti filosofie relativistico-storicistiche nietzschiane, l’evoluzionismo darwiniano ed il torbido irrazionalismo romantico, di voler “rovesciare contro Cristo e il cristianesimo una valanga di accuse, perché la legge dell’amore del prossimo ostacolerebbe la naturale selezione, possibile solo senza l’ostacolo della morale cristiana che difende i deboli e gli animali a danno dell’ essere superiore che vuole invece affermarsi nella pienezza della sua volontà di potenza”. Soleviev in una famosa parabola, allegata a “I tre dialoghi” (edizioni Marietti, 1996), descrive l’Anticristo non come un malfattore, ma come un convinto spiritualista che crede nel bene e perfino in Dio, ma che non ama che sé stesso, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte. Richiamandosi al futuro islamismo fondamentalista non sopportava pensare che il Cristo fosse risorto e vivo tra noi, cosi come mal sopportava la sua assoluta unicità. Soprattutto, da eccellente dissimulatore, “si dimostrerà un grande ecumenista", capace di dialogare "con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza”.
Sostanzialmente, leggendo il suo magistero profetico, la militanza di fede è ridotta ad azione umanitaria; il messaggio evangelico è identificato nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni, e la Chiesa di Dio è scambiata per un’organizzazione di promozione sociale. Siamo sicuri ch’egli non abbia davvero previsto ciò che è effettivamente avvenuto, e che non sia proprio questa oggi l’insidia più pericolosa per la "comunità redenta dal sangue di Cristo”? si domanda ironicamente il cadinal Biffi. E’ un interrogativo inquietante che non dovrebbe essere eluso.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo
è un esame giusto del '900

cmq il crollo vero è proprio ha le sue basi,principalmente nel concilio e postconcilio,quando imperversavano,quelli che allora chiamavamo i comunistelli di sacrestia,capovilla,dossetti,la pira,etc.
I danni fatti da quello che PaoloVI chiamava il "fumo di satana" si vedono oggi, cattolici adulti(ma non nel cervello),cattocomunisti etc.

Io sono laico ed agnostico, ma ho fiducia in questo Papa,le sue aperture a tutti gli uomini di buona volontà,dimostrano tutta la sua eccezionale cultura.
Alla cultura, alla salvezza della ns. Civiltà io tengo particolarmente come italiano e come Uomo.
Marcello

francoazzurro ha detto...

Grazie Sarcasticon,

come vedi gli uomini di buona volontà che amano la vita e l'uomo ce ne sono da ogni parte. Proprio in questo momento sto rileggendo un articolo di Arrigo Levi su La Stampa del 13.03.2007 circa la "filippica" rivolta a Odifreddi, è una vera rivelazione che conferma (in q. momento cruciale della ns. esistenza) una parallela lunghezza d'onda, tra persone di diverse convinzioni religiose.
Ti suggerisco di non perdere il discorso di Magdi Allam fatto all'AJC di Washington in occasioone della sua premiazione. Ne trovi uno stralcio su questo mio blog. Se vai sul suo Forum leggerai tutto. Mi ha commosso e, nel contempo rinvigorito. Dove posso leggerti?

Anonimo ha detto...

leggo un po' in ritardo il tuo commento,ma ho già visto che mi hai trovato....

non trascurare il blog di Anna, non sempre sono d'accordo, ma spesso riporta articoli interessanti.

ciao a presto

ps di Magdi Allan, ho letto diversi articoli ,ed ho comprato il libro "io amo l'Italia..."

Pietro Romano Siffi ha detto...

Carissimo Francoazzurro,

condivido totalmente le Sue parole, e vorrei poterLa contattare per averLa tra i collaboratori della Catholic Anti-Defamation League (www.cadl.it).

La prego di volermi mandare una mail con i Suoi riferimenti a: presidenza@cadl.it

Con i più vivi complimenti per la Sua attività in difesa della Chiesa,

Pietro Siffi, Presidente
CADL onlus

Antonio Candeliere ha detto...

Condivido la tua riflessione!

Anonimo ha detto...

"foschi contorni di giacobinismo di sapore vandeano". Si metta d'accordo con sè stesso! Visto che "giacobinismo" e "vandeano" indicano fenomeni storici contrapposti. Immagino che la storia non sia il suo forte....Inoltre noto un linguaggio stereotipato ed una assoluta mancanza di dubbi che non mi sembrano adatti ad un buon blog, infatti non vedo praticamente commenti. Sono capitato qui per caso e gli argomenti potrebbero anche essere interessanti, ma sono trattati con criteri troppo di parte ed in modo troppo stereotipato per poter stimolare una discussione. Le mie sono semplici osservazioni e consigli, Lei è quello che gestisce il blog, faccia quindi come ritiene più opportuno.
Max

Anonimo ha detto...

Copio e incollo:
Soprattutto, da eccellente dissimulatore, “si dimostrerà un grande ecumenista", capace di dialogare "con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza”.

Credo che qualcosa di simile sia scritto anche nell'Apocalisse di Giovanni, che prima o poi dovrà arrivare.... ci siamo vicini?

Cordiali Saluti Lorenzo

francoazzurro ha detto...

x max-anonimo,
Grazie del rilievo. Tuttavia è evidente che la sua è stata una lettura frettolosa. Probabilmente cercando il "pelo nell'uovo" le sarà sfuggito il senso del discorso e qualche metafora... proprio per sollecitare i commenti: come lei saprà, non è certo in un blog che si fa dello sfoggio letterario.
Circa la "Vandea" le consiglierei di leggersi il testo di Pierre Gaxotte: "La Rivoluzione Francese", Mondadori 1989.

francoazzurro ha detto...

x max-anonimo,
Grazie del rilievo. Tuttavia è evidente che la sua è stata una lettura frettolosa. Probabilmente cercando il "pelo nell'uovo" le sarà sfuggito il senso del discorso e qualche metafora... proprio per sollecitare i commenti: come lei saprà, non è certo in un blog che si fa dello sfoggio letterario.
Circa la "Vandea" le consiglierei di leggersi il testo di Pierre Gaxotte: "La Rivoluzione Francese", Mondadori 1989.