lunedì 7 settembre 2009

IL TRITACARNE DELLA SINISTRA DALLA DOPPIA MORALE STA DIVORANDO SÉ STESSA

Sappiamo chi è Feltri, è uno che quando c'è da rovistare nei meandri del potere non si tira indietro, è uno dei pochi giornalisti di inchiesta ancora presenti in Italia, insieme a D'Avanzo. La critica sferrata al direttore di Famiglia Cristiana è un azione senza precedenti, se si considera che è stata scatenata da un organo di stampa proveniente da un campo politico amico. Essa investe gli equilibri dei più alti livelli ecclesiali e politici del nostro Paese con risvolti futuri ancora abbastanza nebulosi. Se è vero che Berlusconi ha il difetto di essere un brianzolo arricchito, anziché un salottiero romano, e anche vero che da sempre gode di minori simpatie in certi ambienti dell’alta finanza che sostiene alcuni giornali a lui avversi.

E’ anche vero che di cosucce da rivedere ce n’è tante, ma infilarle nel tritacarne alla fine è rischioso per tutti, gli schizzi volano ovunque.
L'errore del giornalismo di sinistra e di repubblica in primis, non è stato quello di pubblicare le notizie delle escort e delle veline, ma quello di insistervi per settimane e settimane, a volte non avendo in realtà nulla di nuovo da dire. Veramente pensavano di far cadere Berlusconi? O volevano fare concorrenza a Eva 2000? si domanda l’esponente della ex margherita Mario Adinolfi. Era proprio necessario tentare di far precipitare l'immagine dell'Italia all'estero? Alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Spagna non pareva vero indebolire un concorrente!
Anche se gli italiani sono grandi consumatori di giornaletti scandalistici, ci sono pure quelli che se ne fregano degli scandali sessuali: queste persone sono molto più interessate a soluzioni politiche ed a notizie che possono migliorare il loro tenore di vita e sono la stragrande maggioranza. Quando si comincerà a parlare di temi seri? Perché continuiamo a farci coinvolgere nelle guerre dei potenti e farci distrarre da cose più importanti? Stiamo davvero perdendo le coordinate del vivere civile, e ha ragione Veltroni quando afferma che “non è tutta colpa di Berlusconi”.
Giustamente Stefano Zecchi l’altro giorno si domandava: “Perché, nessuno inibisce questi eroi della rivoluzione [sessantottina] di sguazzare nel pantano borghese e di servirsi di ciò che affiora da quella che loro definiscono “iniquità” capitalista”? E’ la doppia morale che consente, oggi come allora, di predicare in un modo e razzolare in un altro. Oggi però è più difficile praticarla, essa viene immediatamente smascherata.

I “vizi” di De Benedetti, degli Agnelli li stanno già pubblicando, ora quelli di Boffo (peraltro ancora da definire in quanto Boffo annuncia: “La verità emergerà in tribunale perché la “nota informativa” su cui si è basato l’attacco sulla mia presunta omosessualità non è altro che una “emerita patacca”; c'è la condanna dell'UE a Prodi, pronta nel cassetto se il prof dovesse rialzare la testa; i rimborsi truccati di Ignazio Marino, le coop rosse (Unipol-BNL) pronte per il duo D'Alema-Bersani, il vecchio scandalo di Affittopoli, la Campania, la Puglia, la Calabria, l’Abruzzo. Su Franceschini si potrebbe andare a scavare in quel fantastico mondo di scambio di voti che era la margherita al sud.... Di Pietro, “Bè su Di Pietro ci si potrebbe scrivere un libro” dice Adinolfi: al confronto le domande che gli ha fatto Mario Giordano su Il Giornale saranno nulla, rispetto a quello che potrebbe tirare fuori Feltri.

Arriva Berlusconi, e cosa ti combina? Ha la spudoratezza di dire che la storia del comunismo internazionale è una crudele avventura di distruzione della libertà e di annientamento della persona, che i nostri vecchi comunisti continuano a imbrogliare le carte per rendersi presentabili in un mondo che ha seppellito il comunismo. Quel comunismo che sul “Libro nero” presentato nel 2000 illustra, come nessun altro, le nefandezze di un capitalismo di Stato che tanti lutti ha provocato nelle famiglie dei loro compagni russi. Come si permette quel maniaco di Berlusconi di criticare? dice il vecchio pensionato della casa del popolo di Firenze che ha abbandonato la lotta di classe per diventare portavoce del conformismo moralizzatore. E, allora, preso atto che il mondo non si può cambiare, lui e i suoi compagni decidono di censurarlo: moralisti di tutto il mondo unitevi, è la nuova parola d’ordine. Incalza la Rossanda, che però spera nell’ex aennino Fini: “Berlusconi è un gaffeur, un bauscia, lui e i suoi alleati con quel Bossi in canottiera sono l’unica vera tendenza di fascismo localista in abiti nuovi”.

E’ la disperazione di un manipolo di cittadini frastornati dalla sua classe dirigente che non sa più a che santo votarsi. A questo si sono ridotti certi politici e intellettuali della sinistra nostrana, orfani della doppia morale? Guardano la pagliuzza nell’occhio del nemico incapaci di guardare la trave nel proprio, presumono di dare un giudizio morale sul premier prima ancora che politico e su chi lo sostiene. Ma ecco che appena questi benpensanti, vengono pizzicati nelle loro manie piccolo borghesi, urlano, gridano all’aggressione, alla democrazia in pericolo, alla libertà di parola minacciata, addirittura al fascismo che ritorna, e raccolgono firme di protesta, rivolgendosi finanche al parlamento europeo. È ovvio, solo loro hanno il diritto di interdizione perché si ritengono ineccepibili moralmente e culturalmente. Perché se sciaguratamente non riescono più a predicare in un modo e a razzolare in un altro, secondo Zecchi sono tuttavia convinti di poter giudicare dall’alto le proprie qualità estetiche e la “moralità di chi non è bello come loro”.

Francesco Pugliarello

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