domenica 30 novembre 2008

SGARBI: La MAXITRAMVIA DI FIRENZE è di competenza del Governo

Pare che la tramvia abbia risvegliato l’orgoglio cittadino, negli ultimi decenni appannato da una giunta comunale incapace e dilaniata da faide interne. Speriamo non sia un fuoco di paglia.

Lo dimostrano i 1600 fiorentini convenuti stamani sotto una pioggia scrosciante nel Teatro Saschall per partecipare alla tavola rotonda organizzata per dire NO al “treno” nel centro storico da Mario Razzanelli, capogruppo Udc in consiglio comunale. Una straordinaria partecipazione della cittadinanza che non si vedeva da tempo alla quale sono intervenuti in veste di relatori, o di aderenti, tra gli altri, uomini di cultura come Francesco Alberoni, Vittorio Sgarbi, Bertrand du Vignaud (Presidente europeo del Word Monument Found e del Word Monument Watch (l'Osservatorio sui monumenti mondiali che versano in stato di pericolo), Asor Rosa, imprenditori come Carlo Ripa di Meana, Paolo Targetti, Laudomia Pucci, registi come Zeffirelli, soprintendenti alle belle arti come Mina Gregori e Antonio Paolucci, e docenti di urbanistica come Tito Arecchi e Paolo Blasi.

"Il Sindaco deve prendere atto della sconfitta subita con il referendum dello scorso 17 febbraio sulle linee 2 e 3 che ha chiaramente spazzato via ogni dubbio circa il parere dei fiorentini sulla fattibilità di questo progetto", è la prolusione dell’organizzatore che alle prime battute infervora il palazzetto.
Vittorio Sgarbi da par suo ha rincarato la dose considerando che "la percezione che il mondo ha dell'Italia è la conoscenza della civiltà fiorentina, di Dante, Brunelleschi e di una miriade di artisti, scienziati e letterati”. Ha proseguito affermando che “un Sindaco come Domenici non è in grado di rappresentare questa città, come del resto non si può pensare che un solo cittadino intelligente possa tollerare questo orrore". Poi puntando il dito verso il governo di Firenze, Sgarbi dichiara che "vincerà chi avrà la forza di dire che NON si può distruggere la civiltà fiorentina. Il pasticcio della primarie, di Cioni, della magistratura stanno a testimoniare che la Sinistra è in condizioni disperate".

Scrosci di applausi anche sugli interventi dell’anziana ‘pasionaria’ ex sopraintendente alle belle arti, Mina Gregori, per la quale "il ‘treno’ di passaggio in Piazza Duomo arrecherà gravi danni ai mosaici del Battistero e le vibrazioni non potranno essere evitate" e di Lapo Mazzei il quale descrive la storia della viabilità di questa fragile cittadina, citando il tormentone che la litigiosità fiorentina ha deturpato questa antica culla dell’arte rinascimentale fra tram, filobus, autobus elettrici e dichiara che "il tram occupa uno spazio di almeno 11 metri tale da bloccare l'uso di ogni tipo di veicolo pubblico e privato”.

Ma i veri grandi sacrificati di questa operazione saranno i pedoni, perché gli spazi conquistati verranno loro tolti per essere destinati ad un progetto che, "sicuramente, tra qualche anno vedremo fallire". Paolo Blasi ha informato che "l'amministrazione ha ricevuto numerosi progetti che ha rigettato senza mai prendere un seriamente alcuno, come ha fatto con la proposta alternativa della micrometropolitana presentata dall'Università di Firenze alla fine degli anni novanta.

Sgarbi in replica ci ha informato che per una città come Firenze dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, è del Governo centrale Ministero la competenza decisionale. Anche se i tecnici del ministero appena avant’ieri ne hanno decretato la fattibilità, la risposta definitiva deve essere presa dal Governo centrale. Ha quindi proposto un incontro immediato con i Ministri Bondi, Matteoli e Berlusconi perché "venga chiarito in maniera definitiva di mettere fine a questa follia urbana che è la tramvia e che sta minacciando non solo i monumenti ma la stessa identità della città di Firenze".

Francesco Alberoni, dal canto suo, sceso a Firenze per difendere la volontà della maggioranza dei fiorentini, ha descritto l’impatto economico ed ambientale che ha provocato il mostro sferragliante nel centro storico nella sua città, Milano. “È in perenne deficit perché è poco usato dai cittadini, è rumoroso e inutile, fu voluta da una giunta di nostalgici alla fine degli anni settanta: per me è un insulto alla città”. Fuori dai denti quest’opera la definisce “uno schifo".

Nel dibattito, che ha conosciuto anche momenti di particolare passione civile tra i relatori, c'è chi come Bertrand du Vignaud,concludendo ha ribadito che "la nostra generazione a ha il dovere di lasciare intatto il patrimonio culturale di Firenze alle future generazioni e che essendo la tramvia un problema che esorbita da questa città, Razzanelli e Firenze potranno contare anche sul mio appoggio e sull'appoggio dell'Europa".

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