venerdì 15 giugno 2007

L’ESERCITO TRISTE DEI GRANDI

“”L’armamentario dell’umanità contemporanea funziona per opposti, oscilla continuamente tra visioni antagoniste, senza la capacità di comprendere gli opposti, (che pure esistono) e di trasferirli ad un ordine superiore. La scuola è la propaggine fisica di questa psicologia, il risultato di una visione piatta, a due dimensioni, dell’esistenza.
A sei, sette anni i bambini sono inquadrati nell’esercito triste dei grandi. Ed è osservabile la loro trasformazione.
Il gusto del gioco, il sogno, la freschezza delle impressioni, l’entusiasmo, l’adattabilità, il coraggio, vengono sostituiti giorno dopo giorno con l’apprendimento delle emozioni cosiddette umane: invidia, gelosia, rancore, ansietà, paura, il parlare eccessivo ed il mentire, e quelle deformazioni del viso che formano il repertorio di MASCHERE PER LA LORO ESPRESSIONE.
L’ingabbiamento della libertà del bambino è un’operazione dolorosa. Ma la dolorosità, come durante un lungo viaggio di sferragliare del treno, poco a poco non la sentiamo più, fino a diventare per noi tutt’uno con l’esistenza. La sua presenza diventa una costante naturale e, per assurdo, rassicurante, al punto che abbandonare la dolorosità sarà per l’adulto un’impresa quasi impossibile.
Paura e sofferenze sono ringhiere. Guai a perderle!
E’ più difficile eliminare la più piccola paura della propria vita che scalare una montagna.
””


(Da “Meditazioni”, di Silvio Berlusconi): “il puer aeternus”.

Esso dice molto sulla psicologia del suo successo perché ha saputo conservare intatta la capacità di sognare di un bambino: forse questo è il motivo dell’invidia che attrae su di sé.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Impressionante!
E' vero: non c'è bisogno di impartire lezioni teoriche ai bambini, visto che ciò che li educa è soprattutto l'esempio dei grandi.
Diventano così la dolorosa fotocopia delle miserie dei grandi fino ad assumerne anche gli insani sentimenti.

Grazie di essere passato dalle mie parti!
Interessante il tuo blog!

AnnaV